
Qual è l’abbinamento migliore tra vino e musica e davvero il suono può cambiare la percezione del gusto e il sapore dei vini? Il parere di enologi e scienza sensoriale alla ricerca del genere musicale migliore per degustare un buon bicchiere a casa e in enoteca
La relazione tra vino e musica, ovvero tra suono e gusto, è l’ultima frontiera di una ricerca sempre più sofisticata di chef ed enologi che utilizzano tutti i sensi per andare al di là di piatti intriganti o bottiglie pregiate. La scienza sensoriale ritiene che il gusto possa essere influenzato da una serie di fattori visivi, olfattivi e ovviamente sonori. Quindi esiste un genere migliore per bere un buon bicchiere?
Approfondire il rapporto tra vino e musica può essere un modo per degustare una bottiglia in modo diverso risvegliando dei sensi parte della nostra personalità. Mangiare e bere sono rappresentazioni di stili di vita, status o ricerca di un benessere più vero e profondo in cui può contare anche la capacità di sentire i suoni. Non a caso il paesaggio sonoro è un argomento centrale della vita dell’uomo.
Indice
- L’identità del buon bere
- Vino musica e sapori
- Abbinamento vino musica
- Vino e generi musicali
- Sottofondo in enoteca
L’identità del buon bere
Avere orecchio e percepire suoni e rumori ha avuto un ruolo importante nell’evoluzione. Poi sono arrivati i gusti musicali ad affermare le identità culturali e sociali delle persone. Alla passione per un determinato artista o genere musicale é sempre corrisposto un percorso di formazione culturale, sociale e anche politico. Uno stile musicale ha sempre avuto riflessi anche nel modo di vestire.
Una volta svanito il valore simbolico ed economico dell’oggetto musicale, oggi il concetto di gusto musicale rimane appannaggio di pochi appassionati in grado, per cultura o conoscenza, di andare oltre al semplice consumo musicale. Milioni di canzoni disponibili più o meno gratuitamente nel download e poi nello streaming hanno trasformato quella scelta consapevole in una bulimia di canzoni veloce e virale.
Il ruolo identitario dell’ascoltare musica manco a farlo apposta si è trasferito al mangiare e bere. Cibo e vino sono sempre più presenti nel mondo della comunicazione e nutrirsi non è più solo un banale gesto quotidiano o un momento di incontro. Alimentarsi oltre a veicolare sovrastrutture consumistiche, è sempre più considerato come una gesto consapevole creatore di identità in termini emotivi e culturali, sociali ed economici.
Vino musica e sapori
Sentire e degustare è la vera filosofia del buon bere. Scegliere l’abbinamento tra vino e musica significa coinvolgere tutti i sensi tanto che il connubio è spesso citato anche in letteratura. Molti scrittori descrivono i vini con metafore musicali parlando di ritmo, colore, sottili armonie, vitalità, virtuosismo. Nell’analogia tra esperienze percettive suoni, strumenti e musica sono abbinati a gusto, aromi e sapori del vini.
Tra suoni e sapori c’è uno scambio ampiamente dibattuto in enogastronomia perchè influisce su ciò che percepiamo in bocca. Sorseggiare un buon bicchiere ascoltando i Rolling Stones o accompagnandoli ad una fuga di Bach evidentemente non è la stessa cosa. Viene spontaneo chiedersi se esistano particolari abbinamenti tra vini e generi in qualche modo compatibili o che aiutino a bere meglio.
Abbinamento vino musica
Alcuni studi mostrano come particolari abbinamenti tra vino e musica possano alterare la struttura dei vini e cambiare quella percezione di gradazione alcolica che regala il piacere di un buon bicchiere. Altri esperimenti dimostrano come ascoltando una musica vivace o potente, anche il vino assume quei contorni, così come caratteristiche dolci o morbide di un brano musicale finiscono in qualche modo nel bicchiere.
L’abbinamento tra vino e musica è anche una questione intima e filosofica come sostengono il vinaiolo francese Don Blackburn e il famoso enologo Clark Smith. Quest’ultimo è un produttore di successo di uve Pinot e Cabernet per marchi famosi in tutto il mondo. Oltre ad avere inserito importanti innovazioni nella filiera produttiva, è un acceso sostenitore dell’importanza di un adeguato sottofondo musicale nelle degustazioni. Dopo anni di studi effettuati direttamente sul campo, ha creato una lista di 150 melodie differenti da accostare ad altrettanti vini.
Del connubio tra vino musica e cibo si occupa anche la tecnologia. Wine lstening é una app per smartphone che aiuta a trovare in modo semplice le migliori playlist per bere. Creata da un somellier e un producer musicale, va alla ricerca dei migliori abbinamenti semplicemente fotografando l’etichetta di una bottiglia. Si basa sul repertorio musicale di Spotify e sfrutta un algoritmo capace di scansionare un repertorio di 2,5 milioni di vini e 1600 vitigni sulla base di 20 parametri organolettici.
Vino e generi musicali
I grandi compositori utilizzano molte metafore per descrivere impressioni di carattere musicale. Il ‘sapore’ di un timbro, la ‘sonorità fruttata o aspra’ di uno strumento, oppure un ‘vellutato impasto’ orchestrale. Solo semplici assonanze con il linguaggio enologico? Certo è che la passione del buon bere ha attraversato tutta la storia della musica occidentale: dalle canzoni bacchiche del Rinascimento fino all’interesse mostrato da molti grandi musicisti e compositori di musica classica del passato.
Gioacchino Rossini si guadagnò addirittura l’appellativo di ‘musicista gastronomo’ grazie alla sua passione per la buona tavola e il Rosso di Bordeaux. Resta da capire quale sia il migliore abbinamento tra vino e musica perché quando ci sono di mezzo i gusti soggettivi non è semplice dare una risposta univoca. I pareri sono discordanti: c’è chi dice sia sempre meglio ascoltare musica classica e chi il jazz, mentre per altri invece un buon Bordeaux del ’61 si accompagna perfettamente ad un sottofondo dei Metallica
Il primo a parlare di vino e musica è stato il famoso produttore francese Don Blackburn, ma se forse non scegliamo Mozart per un Napa Valley Cabernet, ascoltiamo un determinato artista o genere con certe bottiglie. Facile cadere nel tranello di uniree il genere al colore del vino per il conosciuto rapporto tra musica e immagine o sottofondo che crei un ambinte emozionale che sembra vicino a determinati vini. Se non vince la qualità musicale è sempre meglio il silenzio: quando si sbaglia con alcool e rumore il mal di testa è assicurato.
Sottofondo in enoteca
La wine music connection è diventata una vera scuola di pensiero che ultimamente pullula di esperti come in tutto, d’altronde. Il rapporto tra vino e musica non è solo importante per chi beve, ma anche per chi vende. Se nei locali i sottofondi ad alto volume fanno aumentare la sete e la quantità di alcolici consumata, il genere musicale influisce sul tipo di bottiglie ordinate al ristorante o in enoteca. I gestori potrebbero approfittarne perché c’è un legame testimoniato anche a livello scientifico.
Uno studio pubblicato sul Journal of Applied Psychology realizzato in un supermercato inglese dal dipartimento di psicologia dell’Università di Leicester, ha scoperto che sottofondi di musica francese, tedesca o italiana incrementano gli acquisti di bottiglie con uguale provenienza geografica. La stessa cosa succede nei ristoranti come testimoniato dal City Winery di New York che mette sullo stesso piano passione per vini, musica e arti culinarie.
I responsabili del locale newyorkese sostengono ci sia una diretta correlazione tra genere suonato nei concerti e bottiglie francesi, italiane o californiane bevute dai clienti. Quando nel locale suonano band con un impatto sonoro maggiore invece cresce la richiesta di vino bianco. Sempre nella grande mela il Charlie Bird suona hip hop. Alla fine, sia che si tratti di vino o musica, non rimane che affidarsi al gusto personale.