
Molti artisti e spettatori si lamentano dell’uso dei telefonini nei live. Ma sarebbe possibile vietare lo smartphone ai concerti tra il pubblico e per quale motivo? Idee e soluzioni per tornare ad ascoltare musica piuttosto che fare video e postare foto online
I concerti dal vivo sono un’esperienza unica per tutti, ma negli ultimi anni la presenza degli smartphone è diventata una fonte di stress e preoccupazione per molti artisti e appassionati di musica. Il loro uso infatti può distrarre sia il pubblico che gli artisti, rovinare l’esperienza dal vivo e anche la qualità del suono. Ecco perchè l’idea di vietare lo smartphone ai concerti ogni tanto rimbalza sulle cronache a proposito di abuso della tecnologia.
Tutti più o meno soffriamo di qualche forma di dipendenza da cellulare, ma ci sono luoghi dove vietare lo smartphone sarebbe necessario, non per limitare le libertà personali, ma piuttosto per preservare la salute dei cittadini. Oltre alle forme patologiche di abuso della tecnologia e a chi mette in pericolo la propria vita e quella degli altri cliccando mentre guida, ci sono anche aspetti che riguardano l’educazione, il rispetto e la sensibilità.
Indice
- Smartphone ai concerti
- Perchè vietare lo smartphone?
- Artisti, pubblico e smartphone
- Come vietare lo smartphone?
- Spazi senza telefono
- Concerti no-phone
Smartphone ai concerti
Sia che si tratti di lavoro o divertimento, di leggere notizie e post, vedere video o ascoltare musica in streaming, non c’è momento della giornata in cui lo smartphone non sia toccato, coccolato o sfiorato. Dare un’occhiata al telefono è indispensabile per non essere esclusi dal flusso quotidiano di avvenimenti. Si usa il cellulare per strada, sul tram, la sera a casa sul divano, e anche e soprattutto dove non si dovrebbe.
Treni, tram, sale di aspetto sono pieni di persone ricurve in attesa di qualche notifica, ma i cellulari spopolano anche in luoghi una volta ritenuti sacri, come sale da concerto, cinema e teatri, dove vietare lo smartphone sarebbe più che legittimo. Spesso lo spegnimento viene suggerito da uno speaker che recita “si prega di spegnere il telefono” prima dell’inizio dello spettacolo, ma non tutti osservano questa semplice regola.
Gli smartphone ai concerti sono sempre più diffusi. Sebbene possa sembrare un’innovazione positiva, la realtà è che spesso l’uso smodato dei dispositivi mobili può interferire con l’esperienza degli altri spettatori e degli artisti stessi. I giovani, più che per ascoltare musica, oramai vanno ai concerti proprio per alzare il braccino e filmare, scattare, postare e affermare al mondo intero che al concerto c’erano pure loro.
Perchè vietare lo smartphone?
Ci sono diverse ragioni per cui vietare gli smartphone ai concerti potrebbe essere una scelta saggia. In primo luogo, l’uso costante dei dispositivi mobili può distrarre gli spettatori e impedire loro di godersi appieno la musica dal vivo in un’atmosfera autentica e intima. Invece di concentrarsi sulle performance degli artisti, molte persone si trovano a fissare i loro schermi mentre cercano di catturare il momento.
Oltre a non godere appieno dell’esperienza dal vivo, gli spettatori con lo smartphone in mano perdono la magia dell’istante infastidendo gli altri, bloccando la vista o facendo rumore con le applicazioni. Il suono di persone che chattano o mandano messaggi durante un concerto può disturbare chi cerca di concentrarsi sulla musica. C’è anche chi registra video e mentre il concerto è ancora in corso, lo riproduce per verificare la qualità della ripresa, fare dei tagli e aggiungere commenti da inviare sui social.
In mancanza di educazione e stile, vietare gli smartphone ai concerti è l’unico modo per garantire la gusta fruizione dell’arte e della spettacolo. Per gli artisti mantenere il controllo sulla propria immagine e musica è oramai impossibile. Video bootleg più o meno scadenti, con annessi eventuali errori, compaiono su YouTube pochi istanti dopo la fine del concerto o in diretta. Non possono più sbagliare, steccare, provare scalette e brani nuovi senza finire sotto giudizio dell’intero universo online.
Vietare gli smartphone ai concerti potrebbe anche aiutare a prevenire lo scambio non autorizzato di contenuti protetti da copyright. Con così tante versioni di un singolo concerto che circolano online, non può che diminuire anche la sorpresa, l’interesse e il valore culturale e artistico di ogni evento. La diffusione di materiale protetto da copyright può danneggiare l’industria musicale e limitare le opportunità degli artisti di guadagnare denaro dalle loro performance.
Artisti, pubblico e smartphone
La cattiva abitudine del pubblico di filmare i concerti è diventata talmente diffusa da spingere molti artisti a prendere i primi provvedimenti. Ci sono artisti che mettono cartelli sul palco, altri ancora la buttano sul sociale, interpretando l’abitudine compulsiva di fotografare e fare video come campanello d’allarme di degrado intellettivo. Il rischio degli improvvisati video maker è dimenticarsi il vero motivo per cui vanno ai concerti: ascoltare musica.
Alcuni artisti puntano sull’ironia, come Adele che ad un concerto ha ripreso un fans: “Puoi smetterla di riprendermi con lo smartphone, perché sono davvero qui, nella vita reale!”. Bob Dylan in un live ha interrotto “Blowing in the wind” arrabbiandosi con il pubblico e chiedendo se preferissero che suonasse o si mettesse in posa. Madonna è in prima linea nel non consentire di fare riprese, foto e registrazioni.
Certo vietare lo smartphone ai concerti non è facile. Ai concerti di musica classica o jazz sarebbe più accettato dal pubblico, ma nella musica pop ogni divieto è impensabile. Gli artisti sanno benissimo che avrebbe lo stesso effetto di una ramanzina di un politico sul piacere di pagare le tasse per senso civico. Ma è anche vero che i musicisti più famosi non ne possono più di vedere il pubblico col braccio alzato. E’ come se tutte le volte fossero ripresi in diretta in tutto il mondo su YouTube.
Come vietare lo smartphone?
Il problema di come vietare lo smartphone o limitarne il suo uso in determinati luoghi e condizioni, c’è chi si lo è posto fin dall’inizio, ben consapevole del potere del mezzo tecnologico. Apple già nel lontano 2011 aveva affrontato la questione pensando di risolverla all’origine. Per gli iPhone aveva brevettato un sistema per disattivare la telecamera ai concerti con la luce infrarossa.
Tutti i modelli degli smartphone Apple sono dotati di infrarossi, principalmente per trasmettere e ricevere dati per le macchine fotografiche, o ricevere tag e informazioni in luoghi di cultura o musei. Ma se opportunamente programmati gli stessi raggi potrebbero disattivare le videocamere semplicemente ricevendo un segnale dal palco. In realtà il sistema non è stato mai applicato per non deludere gli utenti.
Tutti i produttori di telefoni dovrebbero trovare un accordo, altrimenti l’impossibilità di utilizzare la videocamera ai concerti per buona parte del pubblico giovanile sarebbe considerata inaccettabile. La maggioranza dei fans pronti a filmare e scattare ogni momento di un live cambierebbe immediatamente telefono. Quando il problema è culturale, imporre dei divieti può essere controproducente, ma anche volendo, come si fa?
Spazi senza telefono
Gli smartphone ai concerti non sono che un aspetto di una tecnologia sempre più invadente che oltre a semplificare la vita, può anche peggiorarla, in qualsiasi campo. Anche nella musica avanzano l’intelligenza artificiale, il metaverso e la realtà aumentata o gli Ntf. Sono tutte soluzioni tecnologiche innovative, ma oltre a mettere il progresso al centro del mondo, hanno enormi riflessi sul piano culturale, etico e soprattutto economico.
C’è chi lo condidera una normale evoluzione e chi invece non lo accetta. Ad esempio Jack White, musicista, produttore, attore ed ex leader dei White Stripes, dopo avere acquistato una ex fabbrica di vinile, ha pensato al mondo dei live. Non ne poteva più di essere filmato, ripreso, fotografato, postato e non ascoltato, così ha pensato di vietare lo smartphone ai concerti sequestrandoli direttamente all’ingresso dello spettacolo. L’idea è drastica, ma funziona.
I suoi concerti no-phone fanno parte di una personale battaglia contro la tecnologia per un recupero di una mentalità analogica, dove il contenuto supera la forma. Acquistando i biglietti per i suoi spettacoli, il pubblico sa già che non potrà fotografare e filmare. Non dovrà consegnare dispositivi al guardaroba, ma riporli in un sacchetto brevettato da Yondr, startup di San Francisco, specializzata nel creare spazi e ambienti senza telefono.
Concerti no-phone
Il sistema per vietare gli smartphone ai concerti consiste in un sacchettino che si chiude automaticamente quando si accede nella sala concerto. Non è pensato solo per i concerti, ma anche per scuole, educatori, organizzazioni di eventi e individui privati che vogliano provare l’emozione di rimanere off line per qualche tempo. Lo sblocco del contenitore avviene alla fine del concerto passando il sacchetto su un apposito dispositivo. In caso di emergenza è sempre possibile usare il telefono uscendo dalla sala o raggiungendo una speciale free zone.
Chi proprio non può fare a meno di postare video e foto di Jack White agli amici, a fine concerto può comunque disporre gratis di ogni tipo di materiale audio, foto e video direttamente sul sito dell’artista. Insomma anche gli aspetti social sono salvi. Basterà per ritornare a riscoprire la gioia della musica? A estremi mali, estremi rimedi, ma c’è chi pensa che vietare gli smartphone ai concerti sia del tutto inutile, controproducente, fuori dal tempo e addirittura pericoloso per la sicurezza.