Oggi è normale guardare video musicali e ascoltare su Youtube canzoni di successo di artisti famosi. I videoclip sono stati una delle più grandi rivoluzioni di sempre in campo musicale: ma qual è la loro storia e quali i più visti?

I video musicali sono essenziali nel panorama della musica attuale. Una nuova canzone o singolo di un artista, famoso o sconosciuto, deve essere necessariamente accompagnata da un filmato. Le immagini non seguono solo la narrazione di un brano, ma rappresentano un mondo di riferimento e uno stile di vita che dall’immagine del cantante passano alla moda e alla comunicazione.

Guardare video musicali gratis oggi è diventato non solo normale, ma anche essenziale per gli appassionati di qualsiasi genere musicale. Non si tratta di una fruizione adolescenziale della musica legata alla hit del momento, ma coinvolge ogni tipo di pubblico interessato a pop, jazz e classica. Può essere interessante scoprire quale sia l’origine dei videoclip, come si chiamavano una volta, ma se state leggendo questo articolo probabilmente siete in cerca anche dei migliori servizi per vedere i vostri beniamini cantare o suonare.

Indice

Storia video musicali

Ogni invenzione tecnologica cambia il modo di produrre, diffondere e fruire dell’arte. Se oggi arrivano le immagini e i video prima dei suoni è perchè i video musicali hanno cambiato radicalmente il modo di ascoltare canzoni. In generale i mezzi che utilizziamo per ascoltare o vedere contenuti influiscono anche sul linguaggio artistico e sulla creatività. Questo discorso non riguarda solo la musica ed è centrale nella comprensione dei fenomeni artistici  e sociali. Esistono molti studi a riguardo: il trattato sull’opera d’arte nell’epoca della riproducibilità di Walter Benjamin è tra gli esempi più noti.

Questo filosofo dell’arte già nel 1936 sosteneva come la riproducibilità meccanica cambiasse completamente il valore tradizionale e rituale dell’arte sia per gli artisti che per il pubblico. Le conseguenze sono culturali, sociali e politiche, dato che il genio può venire manipolato a fini politici o di propaganda. Se spostiamo il discorso sulla musica, basta osservare come l’evoluzione delle opere musicali abbia influenzato gli stili di vita moderni. Dall’invenzione del fonografo alla radio, oppure dal cd allo streaming passando dagli mp3: come si ascolta ha un ruolo sociale nel creare identità personali e sociali.

Invenzione dei videoclip

Nell’ambito della musica pop mainstream più diffusa il vero punto di rottura tra passato e presente è avvenuto nel momento in cui i primi videoclip si sono fatti largo nell’immaginario giovanile. E non certo portando solo cose positive. Qualcuno sostiene addirittura che i video musicali abbiano svilito un sogno. Perchè da un certo punto in avanti l’immaginazione del linguaggio dei suoni si è messa al servizio di qualcosa che assomiglia molto a spot pubblicitari.

Unire musica e immagine oggi è un fatto dovuto. Ai concerti si va con lo smartphone per girare video piuttosto che per ascoltare musica. Per i giovani artisti postare filmati di cover su YouTube e social network può sembrare una cosa ovvia, anzi dovuta. Molti talenti sono stati scoperti grazie ai filmati che hanno messo online e poi hanno fatto successo. Ma anche le star più famose investono molti soldi nel realizzare videoclip dei singoli di nuovi dischi. Quando e perchè tutto ciò è cominciato e perchè successo?

Il primo Cinebox

Come sono nati i videoclip musicali? Per spiegarlo Gli antenati del videoclip di Coniglio editore intraprende un affascinante viaggio nel tempo nella musica italiana degli anni ’50 e ’60. Tutto nasce nel 1958, in pieno boom economico. La musica leggera vola con Mina, Celentano, Modugno e la sua Volare. Il Musichiere è la trasmissione più vista in televisione e ogni bar ospita un juke-box. Proprio da qui parte l’idea dell’inventore Pietro Granelli: “ho brevettato un apparecchio che funziona come un juke box, ma che esibisce anche la visione dell’orchestra e del cantante”.

Granelli è fortunato, trova la sponda giusta nel dottor Nistri della Omi (Ottico Meccanica Italiana), azienda con un migliaio di dipendenti che produce strumenti di precisione e che ha già due società satellite collegate al mondo della cinematografia. Dopo sette mesi esce di fabbrica il primo Cinebox. Presentato al circolo della stampa di Roma come ultima meraviglia della tecnica, l’apparecchio sembra in grado di aprire una nuova fase nell’intrattenimento italiano e mondiale ed è tra le principali attrazioni della Fiera di Milano.

Lo Scopitone francese

Tutti a vedere le gesta di un primo nugolo di artisti tra cui Nilla Pizzi, Renato Carosone, Renato Rascel, Claudio Villa, Peppino di Capri. Ma tra tanto entusiasmo emergono anche i primi problemi. Innanzitutto i discografici temono che il Cinebox, fin troppo esaustivo, possa attenuare l’interesse del pubblico per l’acquisto dei dischi. Poi il problema del costo dei filmati (tra le 600 mila lire e il milione), a cui sono si sommano gli oneri per la SIAE. Infine gli ostacoli posti ogni volta dalla Commissione Censura. Risultato: i primi Cinebox compaiono nei bar due anni dopo con i video di alcune canzoni vecchie.

E’ necessario espandersi all’estero, ma entrano in ballo i francesi e ci soffiano l’idea. Prima si fanno il loro bel Cinebox (lo Scopitone), dopodiché affiancano a cantanti come Aznavour, Brel, Sylvie Vartan, Gilbert Bécaud, registi del calibro di Claude Lelouch o Robert Altman che danno ai film anche un tocco sexy. In questo modo conquistano anche il mercato americano non senza invischiarsi in accordi torbidi con la mala italo-americana. Dopo varie vicende, il povero Cinebox finisce nei bar a riprodurre spot pubblicitari, poi nei peep show danesi.

Nasce il videoclip

Ma oramai il dado è tratto e ci pensa la televisione privata a mettere le ali al fenomeno dei videoclip, parola nata con Mtv nel 1981. Il suo precursore, la “bomba cinemusicale del secolo”, oggi è merce da collezione o da museo e può valere fino ai diecimila euro, ma non solo. I video realizzati per il Cinebox sono l’unica testimonianza degli esordi di giovanissimi artisti che hanno fatto la storia della canzone italiana come Mina, Modugno, Little Tony e Claudio Baglioni, Gaber, Jannacci, Gino Paoli.

Questi cantanti interpreteranno i cosiddetti “musicarelli“, delle storie cantate da vari artisti che fungevano da semplici promo musicali ed ebbero un notevole successo. Tanto che su questa falsa riga negli anni ’60 vennero anche prodotti veri e propri lungometraggi musicali, di cui qui sotto potete vedere un esempio.

Video musicali nell’era di internet

Da allora i video musicali di strada ne hanno fatta molta e da semplici promo musicali, i cosidetti “musicarelli” di Nilla Pizzi, Mina, Modugno, Little Tony e compagnia, si è passati a sofisticati videoclip realizzati dai migliori registi di fama mondiale che all’uscita dei dischi tenevano incollati alla tv centinaia di milioni di persone in tutto il mondo. Per i successivi decenni e quasi fino ad oggi, i video musicali sono stati parte integrante della narrazione di ogni buon artista, oltre ad essere il modo migliore per garantire visibilitá. Le case discografiche hanno cavalcato l’onda investendo volentieri in quello che era considerato come un aspetto del marketing fondamentale, contando di rientrare ampiamente con la vendita dei dischi.

Poi è arrivato internet, gli mp3 e la pirateria con la crisi della musica. Nel frattempo la televisione si è spostata sul web e YouTube è diventato il canale di riferimento per gli appassionati di musica. Chi cerca una canzone si collega online e lo streaming gratis è la più recente rivoluzione in ambito musicale. Qual’è il problema? Con questa modalità di ascolto non si guadagna dalla vendita di musica e la pubblicità è tutto. Nei servizi di streaming e sui portali di filmati come YouTube non si vende nulla: il prodotto è la promozione.

Se ne deduce che oggi i musicisti per poter guadagnare qualcosa devono fare video in modo che vengano cliccati il più possibile. Chiaro che ciò comporta qualche problemuccio e non solo da un punto di vista economico, ma anche culturale e forse sociale. Salvo rari casi infatti chi può permettersi di produrre video e di veicolarli a milioni di persone se non le più grandi multinazionali? E inoltre di che musica stiamo parlando? Dove finiscono ad esempio gli indipendenti e i generi di nicchia e di ricerca che hanno fatto grande la musica e creato tutte le tendenze jazz, fusion, rock e pop della musica moderna?

Importanza durata video musicali

Sempre parlando di video musicali, la necessaria bulimia di click non presenta solo problemi di qualità, ma anche di quantità, nel senso di durata. In pratica gli esperti stanno scoprendo che i classici videoclip di 4 minuti non rendono più abbastanza perchè YouTube inserisce si e no uno spot a inizio brano, spesso non cliccato e non guardato. La soluzione allora è diminuire la durata a 15 secondi o aumentarla a 15 minuti in modo che ci stiano più spot. Nel primo caso è chiaro che a livello di contenuti si può combinare ben poco, si è no un breve promo.

Nel secondo caso per arrivare a 15 minuti di durata nei video musicali si potrebbero montare fino a tre canzoni, forse inframmezzate da interviste, backstage e quant’altro. Insomma i nuovi videoclip potrebbero essere quasi mini documentari o veri cortometraggi. Che fine fa la canzone? Il vero problema è dove va a finire la musica se non le si restitusce un valore percepito e condiviso dal pubblico. E’ inutile negarlo: se più che parlare di qualità si parla di durata, il mercato è più che mai il vero protagonista di ogni fenomeno musicale moderno.

Vedere video musicali gratis

Cominciando da YouTube, abbiamo raccolto i più famosi e utilizzati siti di streaming che fans e appassionati di musica di tutto il mondo utilizzano per seguire i propri beniamini e artisti da milioni di click. Se questo elenco non vi bastasse, subito dopo potete dare un occhio anche ai 100 video più visti di tutti i tempi.

YouTube Il sito online più usato dagli appassionati di musica, non solo per cercare e guardare video musicali gratis di artisti del momento, ma anche per ascoltare e scaricare musica e mp3 gratis, quasi come si trattasse di un servizio indipendente

Vevo E’ un portale creato dalle maggiori etichette discografiche per promuovere i video musicali degli artisti famosi e delle star internazionali. Ha funzioni simili a YouTube ma è dedicato esclusivamente alla musica. Si possono trovare tutti gli artisti preferiti tramite un motore di ricerca, vedere anteprime, concerti, backstage e molto altro

Mtv La sezione della tv musicale dedicata ai videoclip. Si possono cercare artisti preferiti, e vedere video clip musicali dei cantanti italiani e internazionali più famosi con più visualizzazioni

Warnermusic Il sito di una delle maggiori case discografiche propone molti video musicali gratis di artisti italiani e stranieri che rappresenta e promuove con la sua etichetta

Vh1 Sito di un canale televisivo americano con filmati musicali gratis e molte trasmissioni con artisti, talent e personaggi più o meno famosi

Vimeo Si tratta di una sezione di video musicali in alta definizione. Il servizio è dedicato ai creatori di contenuti e tra loro ci sono artisti e registi di videoclip che condividono i loro lavori in streaming gratis

Yahoo Music Videos Sito in lingua inglese che offre una selezione di videoclip gratuiti per tutti gli utenti suggerendone altri che potrebbero piacerti

Video musicali più visti di sempre

Vi siete mai chiesti quali siano i video musicali più visti di sempre e da quante persone siano stati cliccati su Youtube? Per chi ancora non avesse capito cosa significa fare musica ed avere successo oggi, in testa alla classifica dei video più visti ci sono videoclip guardate da miliardi di persone. Fateci caso, anche la musica rock sembra essere scomparsa dalla classifica dei più visti. Qui sotto trovate i restanti 10 video musicali più visti di sempre. Dategli un occhio e decidete se meritano tanta fama.