Giovani ad un colloquio per trovare lavoro

Come trovare lavoro in Italia da giovani e dopo i 50 anni: strategie e consigli su sistemi di selezione del personale e lavori più richiesti. Consigli per farsi aiutare dalla tecnologia nello scrivere curriculum per presentarsi alle aziende e trovare opportunità

Trovare lavoro in Italia è quasi uno sport nazionale. Il tasso di disoccupazione è al 9% ma per oltre il 20% dei giovani lavorare è una chimera. Molti inviano curriculum rimanendo in attesa di una chiamata, ma chi non ha una formazione scolastica adeguata fatica a trovare qualcosa. Tra speranze a delusioni immancabilmente spunta la fatidica frase: ‘Bisognerebbe conoscere qualcuno’. Per trovare un impiego contano merito, professionalità, talento, essere raccomandati o conoscere bene la tecnologia?

Nel trovare lavoro conta tutto. Secondo una recente ricerca però sapere usare bene internet è quasi importante come avere una buona rete personale di conoscenze e amicizie. Per trovare occupazione attraverso i canali telematici bisogna conoscere i servizi disponibili, avere pazienza, intuito e seguire alcune regole per presentarsi ai colloqui nel migliore dei modi. In questo articolo vedremo come consultare le offerte di impiego online e candidarsi per una posizione lavorativa.

Indice

Come trovare lavoro in Italia?

Trovare lavoro in Italia è una corsa a ostacoli ed è bene avere piena consapevolezza di tutte le dinamiche e possibilità. Partiamo da una domanda: fino a che punto il mondo delle professioni, l’economia e quindi la società italiana sono bloccati e fondati sul nepotismo familiare piuttosto che sulla meritocrazia? Secondo i dati Istat il 50% del mercato del lavoro tra i 15 e i 34 anni in italia si basa sulla spintarella. Preparazione e professionalità sarebbero riconosciute nel 63,9% dei casi contro una media europea del 71,5%.

Il rapporto Methods used for seeking work di Eurostat del 2015 conferma che in Italia curriculum, colloqui e centri di impiego per trovare lavoro contino ma fino ad un certo punto. Non succede solo in Italia ma da noi di più: il 76,9% dei giovani ricorre alla raccomandazione di parenti e amici contro una media europea del 68,9%. Nelle nazioni con più mobilità sociale, dignità e rispetto del valore delle persone, la percentuale dei raccomandati scende moltissimo.

I raccomandati sono il 34,8% degli occupati in Finlandia, il 36,8% in Belgio e il 40,2% in Germania. Peggio dell’Italia in Europa fanno Irlanda, Spagna e Grecia, in cui addirittura il 92,2% delle persone si affida alla raccomandazione. Nei posti di lavoro pubblici gli italiani sono penultimi appena prima di Cipro. Il problema non riguarda solo l’ingresso nel mondo delle professioni, ma anche le opportunità di carriera, poco basate sulle reali capacità.

Trovare lavoro da giovani

Nel trovare lavoro conta meno conoscere qualcuno solo dopo i 35 anni, specie nei settori specialistici. E’ molto importante avere titoli di studio avanzati, lauree e master, essere segnalati direttamente da università o frequentare stage e periodi di tirocinio presso le aziende. Oltre il 38% degli italiani sogna il posto fisso, metà dei giovani è pronto a cambiare regione e più del 30% a cambiare paese. Diventano lavoratori autonomi il 12% dei giovani, specialmente residenti nel sud, magari tornando a fare antichi lavori artigiani.

Una laurea offre maggiori possibilità di trovare lavoro, ma purtroppo l’Italia è in fondo alle classifiche per quanto riguarda la scolarizzazione. Il 14% dei giovani tra 18 e 24 anni lascia lo studio contro un 11,5% della media europea e il numero di laureati e diplomati è inferiore rispetto all’Unione Europea. E’ laureato solo il 20,1% della popolazione tra 25 e 64 anni, contro il 32% degli europei; diplomato il 62,7% contro il 79% dell’Ue27.

La lauree in discipline Stem (Science, Technology, Engineering and Mathematics) sono le più richieste anche se in Italia esiste un divario di genere importante. Inoltre manca la collaborazione tra mondo del lavoro e scuola per l’orientamento. Senza giusta formazione non è solo più difficile trovare lavoro ma anche mantenerlo, dato che le migliori aziende hanno programmi di sviluppo dove creatività e innovazione corrono parallele.

Trovare lavoro dopo i 50 anni

Per trovare lavoro il confine tra l’essere troppo giovani o troppo vecchi è un vero mistero: l’età giusta sembra sempre sfuggire. I cinquant’anni di età ad esempio hanno sempre rappresentano una soglia particolare a livello psicologico e anche nel lavoro. Mentre l’Italia invecchia e già il 20% della popolazione ha oltre 65 anni, chi ha superato la fatidica soglia dei cinquanta può ancora trovare lavoro?

Uno studio condotto dall’ Università di Haifa su oltre 500 manager ha riscontrato come il massimo della vita professionale sia a 57 anni. Secondo l’Eurostat nel decennio 2000-2010 gli occupati tra 55 e 59 anni sono aumentati del 10,6%, passando dal 50,3% al 60,9%. Ma anche negli Usa l’occupazione tra gli over 55 è cresciuta del 12% proprio negli ultimi anni segnati da una profonda crisi economica. A cosa si deve la nuova vita dei cinquant’enni?

Chi ha superato la soglia dei 50 anni si tiene stretta la propria occupazione spaventato dalle difficoltà economiche, ma non solo. Sono le aziende a trovare personale con esperienza e già formato, in grado di affrontare tutte le problematiche presenti nel mondo del lavoro moderno. Nei paesi più sviluppati la percezione della vecchiaia si è spostata molto più avanti, dai 71 anni in poi, mentre la mezza età comincia a 49 anni. Insomma una volta tanto invecchiare potrebbe avere anche aspetti positivi, almeno per trovare lavoro.

Lavori alternativi o artigiani

Per trovare lavoro è necessario sapersi ingegnare e mai come oggi tornano in auge gli antichi mestieri artigiani. L’Italia é sempre stata una incredibile fucina di giovani talenti con l’arte di saper costruire, modellare, aggiustare tramandata di padre in figlio. Se le botteghe sparse in tutte le regioni nel recente passato si sono ridotte di numero é perché i giovani avevano abbandonato le professioni più tradizionali per correre a laurearsi sperando in un futuro migliore.

Meglio stare tutto il giorno chiusi in un ufficio a combattere con colleghi e capi insopportabile o curare la propria bottega e quindi la propria passione? Oggi c’è una netta inversione di tendenza, anche perchè il mercato chiama. Molte famiglie possono riprendersi dallo choc economico per ritrovare un pò di dignità e passione riscoprendo la bellezza di lavorare con le proprie mani lontani da un computer.

Servono panettieri, pasticceri, falegnami, ma anche macellai e calzolai e così la ruota del tempo sembra tornare un pò indietro. Con meno soldi al posto di s ostituire l’apparecchio rotto, lo si giusta favorendo il riciclo. Avete provato ad entrare da un ciclista per aggiustare un buco nella camera d’aria? La richiesta di artigiani è sempre più alta e alcune amministrazioni e province si adeguano istituendo corsi per antichi mestieri aperti a giovani e meno giovani.

Scelti dall’intelligenza artificiale

Il sistema produttivo sta cambiando rapidamente con la rivoluzione digitale. L’intelligenza artificiale, già presente in molti ambiti industriali, richiede nuove competenze e capacità di adattamento. Gli algoritmi vengono utilizzati anche per assumere lavoratori, data la possibilità di vagliare in modo automatico migliaia di curriculum ed incrociarli con determinate caratteristiche risparmiando tempo e denaro.

Il mercato della selezione del personale che usa l’intelligenza artificiale già nel 2019 valeva 580 milioni di dollari. Un algoritmo può essere programmato per valutare un curriculum attraverso parole chiave, e anche nei successivi colloqui in modo automatico si possono monitorare le parole usate, il tono della voce e le espressioni facciali. C’è chi ritiene che delegare all’intelligenza artificiale la valutazione di un candidato possa ridurre i pareri oggettivi e aumentare i pregiudizi.

Automatizzare i processi di selezione del personale per le aziende significa risparmiare tempo e denaro ma gli algoritmi basati sull’apprendimento automatico valutano comportamenti umani sempre esistite che non escludono pratiche discriminatorie. I programmatori scelgono modelli del passato dove ad esempio donne e minoranze non sono mai state favorite nel trovare lavoro.

Il rischio è che l’intelligenza artificiale non sia solo discriminatoria sul piano etico e razziale, ma possa scartare automaticamente anche potenziali persone talentuose. Potrebbero rappresentare un enorme valore aggiunto per la collettività, ma non essere scelti per non rispettare determinati standard fisici, psicologici e comportamentali. Ad oggi non esistono norme per contrastare questi problemi.

Selezionati in base alla bellezza?

Oltre al piano etico e razziale esiste anche la bellezza. Si tratta di un preconcetto difficile da smentire ma basato sui fatti: trovano lavoro più facilmente le persone di bell’aspetto. Inutile dire quanto in questa società parole come benessere e bellezza siano utilizzate anche come strumento di potere per aumentare carisma, posizione sociale e anche il conto in banca. A confermarlo c’è una ricerca del professore di economia Daniel Hamermesh, autore del libro ‘Beauty Pays.

La ricerca sostiene come nel lavoro i modelli estetici spesso superino quelli valoriali. Analizzando alcune carriere professionali nell’arco di 20 anni, l’economista ha concluso come le persone più attraenti da un punto di vista fisico non occupino solo ruoli dove l’aspetto é importante, come nei venditori, ma in generale guadagnino dal 4% fino al 13% in più dei colleghi in ogni professione.

La concorrenza sleale dei belli non riguarderebbe solo le donne, ma anche gli uomini. Se puntare su istruzione, esperienza, conoscenza, piuttosto che su bellezza, abbigliamento, charms, potrebbe non bastare, vale anche il contrario. I professionisti che si affidano alla chirurgia estetica per guadagnare di più non fanno un grosso affare. Secondo Hamermesh per ogni dollaro speso in ritocchi estetici, solo 4 centesimi si trasformano in benefici economici.

Farsi aiutare dalla tecnologia

Il mercato del lavoro è in continua evoluzione. Con la crisi pandemica ed economica sempre più persone cercano occupazione o vogliono migliorare la propria posizione lavorativa. Come trovare offerte di lavoro adatte alle proprie capacità e professionalità? La tecnologia anche in questo campo può dare una mano, sia nella fase preparatoria di un candidato che nella ricerca vera e propria di annunci di lavoro online.

Come la tecnologia può aiutare a trovare lavoro? Servizi come Google Drive consentono di creare documenti in modo semplice, di salvarli online per averli a disposizione in qualsiasi momento per ogni evenienza. Esistono siti con istruzioni e tutorial che insegnano come presentarsi ai colloqui o come scrivere e spedire curriculum efficaci. Con gli smartphone si possono scrivere ed inviare curriculum con email in ogni momento della giornata.

Ricordarsi che i social network non sono solo un mezzo per comunicare con gli amici. Le aziende possono vedere cosa facciamo nella vita e leggere la nostra storia umana e professionale con una semplice ricerca su Google. Ciò che pubblichiamo su social come Facebook, Instagram Twitter o Linkedin è fondamentale. Commenti inopportuni e foto inappropriate potrebbero essere viste da potenziali datori di lavoro.

Per scrivere sui social non è importante solo la privacy ma vanno controllati i permessi relativi a post e contenuti. Fotografie, commenti e opinioni è bene siano visibili solo gli amici. Non pubblicare contenuti da non condividere con colleghi o datori lavoro. Evitare commenti discriminatori o offensivi di ogni tipo e rimuovere quelli degli amici. Eliminare nostre foto in situazioni sfavorevoli o imbarazzanti. Foto del profilo devono essere gradevoli e rispecchiare il carattere personale. Non partecipare a gruppi dalla cattiva fama o intenzioni non sicure.