
Dai tradizionali strumenti musicali facili da suonare alle nuove interfacce virtuali e tecnologiche che si suonano a gesti con le mani. Mettere alla prova creatività e fare musica diventa semplice come un gioco alla portata di tutti
Suonare é bello e fa bene, così tutti prima o poi manifestano l’intenzione di imparare a suonare uno strumento. In assenza di validi riferimenti culturali, però spesso mancano il tempo e la voglia di studiare musica seriamente. Se la parola ‘impegno’ scompare dal vocabolario dell’uomo tecnologico, il gioco diventa la nuova modalità di vita e anche la musica del futuro si adatta creando nuovi strumenti musicali facili da suonare ed accessibili a tutti. Non che qualcuno non ci abbia mai pensato nel passato, ma oggi esistono nuovi apparecchi con forme e materiali che permettono di esprimersi con i suoni dopo solo un minuto di pratica.
Nel settore degli strumenti musicali facili da suonare la ricerca corre di pari passo con lo sviluppo della tecnologia e non mira solo a scoprire nuove sonorità. La sperimentazione spesso punta all’invenzione di nuove interfacce sensoriali più facili e intuitive rispetto agli strumenti tradizionali, per offrire spazio alla creatività di chi vuole fare musica. Per fortuna questo non è l’unico scopo di oggetti che possono rivelarsi molto utili anche in campo medico, in musicoterapia e per chi ha difficoltà di movimento o apprendimento. In questo articolo vedremo una breve panoramica di cosa può nascere dall’incontro tra liutai futuristi, designer e ingegneri in un affascinante connubio tra arte, scienza e musica.
Indice
- Strumenti facili da suonare
- Creare musica per gioco
- Strumenti musicali intuitivi
- Air instruments, suonare l’aria
- Strumenti musicali gestuali
- Theremin primo iper strumento
- Skoog
- Handpan digitale
- Reactable
- Artiphon
- Solar modulator
Strumenti facili da suonare
Da sempre esistono persone di tutte le età che si dedicano allo studio della musica e alcuni genitori cercano ancora un bravo maestro di pianoforte per i figli. E’ comunque innegabile che sapere suonare non è più di moda come un tempo, quando avere un pianoforte in casa era anche uno status e simbolo di prestigio per tutta la famiglia. Se nei salotti moderni fanno bella mostra smart tv e schermi grandi come pareti, tra le mani delle nuove generazioni spopolano i dispositivi elettronici.
Il risultato è che molti giovani magari vorrebbero anche sapere suonare uno strumento, ma non hanno nessuna voglia di studiare per imparare. Diciamo che preferiscono fare altro: fissare lo smartphone tutto il giorno? Anche. Sta di fatto che nell’era del consumo facile, gli strumenti tradizionali come il pianoforte e la chitarra sono finiti in una nicchia di mercato destinata a pochi nostalgici o eletti, a seconda dei punti di vista, che hanno una familiarità con il mondo delle sette note.
In realtà il desiderio di trovare strumenti facili da suonare, che poi magari semplici non sono per nulla, non è solo una desiderio di questi tempi moderni. Se escludiamo il canto, a partire dal fischio fino all’ocarina o ai classici bonghi da spiaggia, passando dal flauto o dall’armonica a bocca, ogni periodo storico recente ha avuto le sue scappatoie. Ma solo con l’ausilio della tecnologia ci si poteva spingere più in là, trasformando la musica in un gioco.
Creare musica per gioco
Una delle sfide future tra tecnologia e musica riguarda proprio l’invenzione di strumenti musicali facili da suonare come in un gioco. D’altronde i social vivono della smania di un minuto di popolarità: tutti vogliono essere protagonisti e condividere le proprie imprese. Chi dipende dallo smartphone in maniera più o meno ossessiva e preoccupante a livello di salute mentale, ma non ha voglia di studiare musica, alla lunga si stanca di essere solo uno spettatore o ascoltatore passivo.
L’invenzione di chitarre facili da imparare asseconda le esigenze dei giovani, ma non solo. A ben vedere già oggi nel mercato della musica mainstream ciò che conta non è tanto chi canta e suona, come o cosa. L’unica cosa importante perchè un artista o pseudo tale abbia successo, è la sua capacità di utilizzare tutti i nuovi strumenti del marketing musicale per raccogliere click e utenti attraverso i social o altri sistemi. Molti degli artisti che riscuotono grande successo tra i più giovani già oggi non hanno alcun rapporto con le note, le ignorano totalmente e non sanno suonare assolutamente nulla.
In questa ottica l’invenzione di strumenti musicali facili da suonare ha un tempismo assoluto. Alcuni cosidetti musicisti, dj e produttori, oggi suonano in studio o su un palco dal vivo strumenti musicali facili e intuitivi senza dovere schiacciare un tasto meccanico o una corda di uno strumento tradizionale. Qualcuno ci vede una democratizzazione della creazione di musica, altri sono meno contenti, ma il futuro è già iniziato ed è qui con noi. I tool di creazione musicale cancellano il confine tra videogioco e composizione permettendo di creare produzioni musicali professionali e comporre canzoni mediante computer, tablet o smartphone.
Strumenti musicali intuitivi
Suonare in modo intuitivo, senza necessità di teoria dell’apprendimento, ovviamente non permette di comporre sinfonie e opere complesse, ma semplici brani basati sui loop che non a caso appartengono ai generi più diffusi tra i giovani. Oltre agli evidenti aspetti negativi in termini di banalizzazione del linguaggio musicale, ciò apre anche sconfinate praterie alla creatività. Nei prossimi anni nasceranno dispositivi gestuali sempre più facili da suonare e i musicisti potranno esprimersi anche attraverso la luce e con una semplice app. Per produrre un suono ondulato, fai movimenti ondulati. Se tocchi il dito sul tavolo, produci un suono. Se pieghi il dito, modifichi il suono. Non è nemmeno necessario imparare nuovi movimenti: quelli che facciamo tutti i giorni migliaia di volte possono servire a suonare senza fatica.
Cosa significa suonare senza fare fatica? Chi suona uno strumento, anche senza considerare lo studio della teoria è dell’armonia, conosce le difficoltà nel prendere confidenza con i tasti di un pianoforte o di una chitarra. Senza parlare degli strumenti a fiato. Le dita si intrecciano e fanno male e si passano giorni, mesi o anni ad arrancare tra le note. Il tentativo degli ingegneri è creare strumenti talmente semplici da non dovere nemmeno essere toccati. Esistono già: si chiamano air instruments o iper strumenti e di seguito ne vedremo alcuni.
Air instruments, suonare l’aria
In questa gara partecipano ricercatori di tutto il mondo dato che ci sono anche grossi interessi economici in ballo. Una interfaccia musicale facile da suonare e alla portata di tutti avrebbe un enorme mercato. Stimolerebbe una serie di sinergie tra internet, case discografiche, media, comunicazione. Pensate: uno si sveglia la mattina e compone la canzone del secolo. Senza sapere suonare nulla. Incredibile vero?
Con gli strumenti del futuro gestuali basta gesticolare per produrre suoni. Far finta di suonare la chitarra muovendo le mani dell’aria? Beh siamo già oltre: ora non è più la finzione a superare la realta, ma è la finzione stessa ad essere scavalcata dagli iper strumenti. Cosa sono? In pratica dispositivi che possono venire suonati anche come fossero strumenti tradizionali, ma in realtà non esistono: ad emettere il suono è il movimento delle mani.
Un esempio è l’Airpiano costituito da una matrice di 24 tasti e 8 fader che secondo il produttore è molto più facile da suonare. L’esecutore conosce la posizione di ciascun ‘tasto’ nell’aria grazie alla presenza, su una tavoletta di circa un metro di lunghezza, di 40 spie luminose che indicano dove sono posizionati 8 sensori ad infrarossi. Certo con il pianoforte ha poco da spartire. Però si tratta di uno strumento completamente nuovo che forse potrà stimolare qualche compositore – come già nel video l’inglese Joe Hamilton – nel creare nuova musica. Garantito è l’effetto stupore sul pubblico nei live.
Strumenti musicali gestuali
I giovani sono a caccia di novità. Semplici e immediate, magari belle da vedere e anche se si tratta di fare musica si cerca il modo di suonare subito, meglio senza fatica. Ma a lavorare allo sviluppo di iper strumenti sono impegnati ricercatori di tutto il mondo e non solo in campo musicale. In questi studi sono coinvolti informatica, psicologia, scienze cognitive, ergonomia, design, scienza dell’informazione e intelligenza artificiale al fine di trovare soluzioni che possono rivelarsi utili anche in campo scientifico e medico.
Punto fondamentale degli strumenti gestuali rispetto agli strumenti musicali tradizionali che hanno fatto la storia della musica, è l’assenza di una interfaccia fisica con cui interagire. Si tratta insomma di dispositivi touchless che non hanno tasti da schiacciare, corde da pizzicare, nè tantomeno mouse da cliccare ma i interfacce gestuali basate sulla tecnologia a raggi infrarossi e sull’elaborazione realtime di immagini in movimento. A creare i suoni è la gestualità delle mani e più in generale del corpo umano senza alcun collegamento fisico con il sistema: il corpo umano è l’unica interfaccia naturale.
La tecnologia a raggi infrarossi rileva altezza, angolazioni e movimenti di mani e corpo per modulare note, samples o patterns musicali. Lo scopo di questi strumenti del fututo non è ripetere le esperienze di quelli tradizionali. A parte le implicazioni in ambito artistico, già esistono importanti applicazioni nell’arte-terapia. L’esperienza gesto suono restituisce consapevalezza al corpo ed è già utilizzata in campo medico per la riabilitazione dei bambini autistici. Qualcuno aveva già pensato molto tempo fa di suonare uno strumento muovendo le mani nell’aria.
Theremin primo iper strumento
Il primo iper strumento touchless, considerato anche come il primo strumento musicale elettronico mai inventato è il Theremin costruito dal fisico sovietico Lev Sergeevic Termen nel 1919. Si suona avvicinando e allontanando le mani da due antenne poste sui lati di una scatola. Se volete ascoltare il suo suono e suonarlo potete provare il Doodle che Google ha realizzato all’anniversario di Clara Rockmore, una delle interpreti di Theremin più famose della storia.
Il Theremin ha un suono molto particolare poichè è privo di tasti e l’altezza delle note non viene modificata per semitoni come negli strumenti a tastiera. E’ stato utilizzato inizialmente nella musica classica, dal compositore russo Dmitri Shostakovich in alcuni pezzi orchestrali. Più recentemente, oltre che nella musica sperimentale ed elettronica, è stato protagonista di molte colonne sonore di film negli anni ’40 e ’50 come il tema di Qualcuno Volò sul Nido Del Cuculo.
Usano il Theremin anche gruppi pop e rock. Ad esempio i Beach Boys in Good Vibrations, ma anche gruppi storici del rock come Jimmy Page e Led Zeppelin. Tra gli artisti italiani a riscoprire il suo particolare suono magico e melodioso ci sono stati alcuni artisti pop rock come Afterhours, Perturbazione, Baustelle e Vinicio Capossela. Ma come potete vedere nel video qui sotto è nella musica classica che gli esecutori danno il meglio di sè. Forse ispirandosi alle performance di Clara Rockmore. Non facile, ma bello da ascoltare.
Skoog
Lo Skoog è un esempio perfetto di questi nuovi strumenti semplici da suonare. Come funziona? Si tratta di un cubo sulla cui superficie ci sono dei sensori che rilevano dove questo oggetto viene toccato, mosso, sbattuto, in modo da tradurre queste azioni in suoni musicali. Insomma nè più ne meno di un controller che riproduce suoni campionati e loop. Linee di basso, melodie, loop di batteria e tutto ciò che serve per creare e comporre musica, possono essere riprodotti in modo immediato.
Per questo motivo è stato presentato sotto forma di prototipo nel 2014 con la missione di ‘liberare il musicista che c’è in ognuno di noi’ e grazie ad una campagna di crowdfunding è stato subito messo sul mercato. Negli anni lo strumento si è evoluto, offrendo la possibilità di interfacciarsi con iPhone e iPad, ma anche con iTunes e Spotify. La sua superficie, piacevole e morbida al tatto, secondo i suoi inventori è quanto di meglio serve per coinvolgere utenti di tutte le età, che non solo amano la musica, ma che si sentono abbastanza creativi per cominciare a produrre qualcosa da protagonisti.
Handpan digitale
Avete presente l’hang, strumento percussivo conosciuto anche con il nome di handpan, simile ad un disco volante che si tiene sulle ginocchia? C’è chi ha pensato di creare anche una versione elettronica. Cosa c’entra con gli strumenti musicali facili da suonare? L’handpan è uno strumento abbastanza recente introdotto da una casa costruttrice svizzera con il nome di Hang nel 2000. Da allora altre versioni sono state introdotte sul mercato con nome diverso a seconda del paese d’origine – Bellart BElls (Spagna), Caisa (Germania), Halo (Stati Uniti), Spacedrum (Francia), Disco Armonico (Italia).
Il principio di funzionamento è comunque simile in tutti i modelli di handpan. Si tratta di strumenti idiofoni, ovvero a produrre il suono è direttamente la vibrazione dello strumento percosso con le mani. Senza nulla togliere ai loro estimatori e esecutori, questo è anche il loro limite, avendo una gamma di note e di dinamica comunque limitata. Qual’è l’idea? Realizzarne una versione digitale che si suona nello stesso modo ma con una infinita varietà dinamica e di suoni. Un controller musicale che può essere suonato in modo autonomo o via Midi, piuttosto che collegato ad un app diventando un prolungamento dello smartphone.
Reactable
Si tratta di un apparato elettro acustico multi-utente con una interfaccia da tavolo sviluppata da un gruppo di ricercatori in Music Tecnology dell’Istituto Audiovisivo dell’Università di Barcellona in Spagna. Per creare musica si ruotano oggetti solidi su un tavolo luminoso interattivo. La sua caratteristica principale è quella di poter essere suonato da più esecutori contemporaneamente e inoltre si presta ad essere utilizzato dal vivo, con performer che modulano e modificano i suoni direttamente sul tavolo luminoso.
Se il Reactable è uno strumento ancora in fase sperimentale di cui non è noto il costo di vendita e se sarà mai commercializzato, è già sul mercato il “Tenori-on” della Yamaha, interfaccia di controllo musicale autonoma ed equipaggiata di altoparlanti. Lo “strumento del XXI secolo”, progettato dall’artista multimediale giapponese Toshio Iwai, si presenta con una griglia di pulsanti led luminosi 16×16 che consentono di suonare e creare musica intuitivamente attraverso la gestione di un sequencer a 16 tracce e 256 strumenti.
Artiphon
Un unico strumento con il meglio di pianoforte e tastiere musicali, chitarra, basso, violino? L’hanno inventato: si chiama Artiphon ed è un giocattolino che nasce da un’idea non banale. La chitarra è fatta per essere pizzicata, i tasti del pianoforte per essere premuti, la batteria per essere picchiata e il violino per essere suonato con l’arco. Perchè non unire tutte queste caratteristiche in un unico controller in modo che ogni musicista possa scegliere come utilizzarlo a suo piacimento?
L’Artiphon ha richiesto molti anni di lavoro e progettazione e ha ottenuto i finanziamenti necessari alla produzione su Kickstarter. Le batterie ricaricabili garantiscono 3 ore di funzionamento, si può suonare in cuffia ma ha altoparlanti Stereo ed ovviamente presa Midi per gestire suoni esterni. Può essere suonato tenendolo in qualsiasi posizione: in grembo come una tastiera, oppure appoggiata sulla coscia come una chitarra o sulla spalla come un violinista. Si può suonare come una tastiera o come una chitarra fretless, con 6 o 12 corde, accordata a piacimento.
Solar modulator
E’ noto a tutti che con la luce si può creare energia: ora c’è chi la utilizza anche per fare musica. Esistono progetti che sfruttano una serie di pannelli solari e computer per produrre musica. E’ la variazione di intensità luminosa che colpisce i pannelli solari a modificare i suoni mentre l’intensità luminosa corrisponde al volume del suono. Ma al tempo degli smartphone si può suonare con la luce anche attraverso una app disponibile sull’Apple Store che funziona con tutti i programmi che girano su Mac per fare musica tra cui i famosi Logic Pro, Ableton Live, GarageBand e molti altri.
Il Solar Modulator traduce i cambiamenti di intensità luminosa rilevati dalla fotocamera di smartphone, tablet o computer, in messaggi MIDI con i quali modificare i suoni. Con la luce si possono aggiungere effetti, modulare le frequenze e ad esempio gestire i suoni delle tastiere in modo decisamente creativo e originale. L’attuazione può avvenire in molti modi: muovendo le mani davanti all’obbiettivo, spostando una lampadina, chiudendo il coperchio del computer portatile, inventandosi dei controller ad hoc oppure inviando degli impulsi attraverso un telecomando ad infrarosso.