
Il silenzio è lusso per la mente e serve a ritrovare l’equilibrio tra corpo, mente e spirito. La quiete dona benessere e consapevolezza. Sono silenziose le pause nella musica, i vuoti di colore nell’arte e le riflessioni che danno senso all’esistenza
Il silenzio è il vero lusso della caotica civiltà moderna? Strano che sa così preziosa una cosa senza prezzo. Eppure cercare luoghi silenziosi e passare dei momenti nella quiete è una ambizione sempre più diffusa tra le classi sociali colte e agiate. Un modo per fuggire dal frastuono continuo di rumori, sottofondi, notizie, messaggi, post, email, notifiche che ci inseguono ovunque fino a indurre dipendenza.
Il silenzio è un lusso prechè nella società del rumore nemmeno il caos è più protagonista. L’uso degli smartphone ci coinvolge in ogni momento e tra mille stimoli diversi fatti di suoni e immagini, con giornate senza più pause. C’è spazio per qualcosa di diverso? Certamente sì. Non è un caso se davanti ad un’opera d’arte si rimane ‘ammutoliti’, mentre nella musica sono proprio le pause silenziose a dare un senso alle note.
Indice
- Cos’è il silenzio?
- Silenzio nella musica
- Il musicista silenzioso
- Silenzio come benessere
- Silenzio come lusso
- Disconnettersi dal rumore
- Il silenzio assoluto
Cos’è il silenzio?
Da millenni si discute di silenzio e si cerca di capire cosa sa e darne una definzione sul piano filosofico o spirituale. Socrate insegnava ai suoi allievi a tacere perchè sapeva che solo nel silenzio si ritrova la voce interiore che guida nelle scelte consapevoli e porta alla eudaimonia: la felicità. Tutto ha origini biochimiche, dato che il cervello ha bisogno di quiete per ristabilire memoria e percezione spaziale.
Il silenzio non a tutti piace. C’è chi riflette sulla sua importanza e lo cerca, e chi lo scaccia per paura di finire in un monologo troppo introspettivo. Lo si teme perchè è un valore gratuito e unico mentre tutti parlano, postano, pubblicano o tentano di vendere qualcosa: prodotti, idee e convinzioni. Invece nei silenzi attiviamo la conversazione interiore per elaborare ciò che ci succede mettendo in ordine gioia, dolore ed emozioni della vita quotidiana.
Per gli indiani Dakota il silenzio è equilibrio assoluto tra corpo, mente e spirito. Fin da bambini vengono educati a tacere come massima espressione di maturità, autocontrollo, coraggio, pazienza, dignità e riverenza. Qui da noi le cose vanno un pò diversamente. Basta entrare in una qualsiasi scuola elementare o media dove nessuno tace e tutti parlano. E non succede solo a scuola tra bambini.
Non è difficile capire quanto sia importante trovare uno spazio di sospensione per diventare autonomi dagli altri, riflettere sul bene e sul male, avere paura o fiducia delle nostre azioni e cercare di comprendere l’insieme di menti che compone una civiltà. Sarà per questo che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha affermato come il rumore sia uno dei principali rischi per la salute fisica e mentale in Europa e la sordità in grande aumento.
Silenzio nella musica
I musicisti lo conoscono molto bene: il silenzio nella musica non è altro che spazio tra le note. Una pausa al posto giusto e della lunghezza giusta vale più di mille suoni, come un cielo limpido dopo la tempesta. Questo concetto vale per tutti i generi musicali ma forse particolarmente per la musica jazz, quando il solista improvvisa e dialoga con i musicisti e il pubblico, volando tra tensioni e attese, proprio come in una buona conversazione.
E’ anche vero che molti capolavori o tendenze artistiche contemporanee sono nate nel frastuono. Basti pensare alle opere ispirate dai movimenti futuristi del primo novecento, al free jazz newyorkese, piuttosto che alla musica del rumore di Stockhausen. Ma se l’arte è l’espressione delle dinamiche sociali, creativi e artisti per esprimere la natura interiore che conduce alla bellezza, si sono sempre rivolti al silenzio ispirato dalla natura.
Lo spazio vuoto non è mai inutile. Per un pittore sapere quando e dove mettere una pennellata di colore fa la differenza; per un musicista il silenzio è consapevolezza. Si può anche non suonare o parlare perchè non si sa cosa dire, ma in un mondo dove tutti parlano, sempre più spesso e a vanvera, le persone più sagge, profonde e sensibili, parlano poco. Proprio come i grandi musicisti che non ostentano mai la tecnica, ma danno un senso ad ogni nota che suonano.
Il musicista silenzioso
Silenzio (Mulino) é il titolo del libro scritto da Mario Brunello, violoncellista di fama mondiale che ama portare la musica in luoghi non tradizionali come le montagne. E’ uno degli animatori del festival dei Suoni delle Dolomiti, manifestazioni che ogni anno ospita concerti in alta quota. Come l’alba sulle montagne, silenziosa è la pausa della preghiera o il lavoro dell’artista che nella sua arte mescola sapientemente parole, pensieri e suoni.
C’è silenzio nella natura, nelle cose e anche uno strumento musicale è muto fino a quando non arriva qualcuno a farlo vibrare. E’ il tempo debole della battuta che dà libertà all’esecuzione, il ritmo in levare del jazz. E’ la cura con cui si dovrebbe ascoltare musica a partire dall’avere un gusto personale che consente di scegliere canzoni senza lasciarsi scegliere dalle moderne playlist.
Il silenzio è mistero, spazio infinito, è qualcosa che non si può controllare e non si può comperare. E’ un valore che non si può nemmeno toccare e forse per questo l’uomo ne ha così paura e cerca in tutti i modi di scacciarlo, compiendo il più grave degli errori. Perchè la quiete interiore è silenziosa e senza silenzio non può esserci armonia, consapevolezza, libertà di pensiero, musica e benessere.
Silenzio come benessere
Il silenzio è una fonte importante di benessere e non solo dal punto di vista uditivo. In America chiamano FOMO (Fear Of Missing Out) la paura di perdere l’occasione, che va oltre il lavoro e richiede stimoli esterni come i social media per distrarsi da pensieri o sentimenti che creano disagio. Staccare la spina invece è fondamentale per evitare di cadere nel vortice frenetico della vita moderna che nel rumore perpetuo trova la sua ragione.
L’assenza di rumore ha molti benefici a livello fisico: abbassa la pressione sanguigna, diminuisce la frequenza cardiaca, stabilizza il respiro, riduce la tensione muscolare e aumenta la concentrazione. Uno studio condotto nel 2016 dal professor Nicolas Cherbuin dell’Australian National University ha rilevato che le persone che meditano in silenzio hanno cervelli mediamente 7,5 anni più giovani a 50 anni.
Secondo molte ricerche i momenti di riflessione e solitudine contemplativa sono un vero toccasana per la salute mentale contro l’ansia e i comportamenti depressivi da burnout. Dal punto di vista psicologico il silenzio aiuta a coltivare la consapevolezza di sè e l’apprezzamento del presente sviluppando pensieri più profondi, relazioni più forti, maggiore capacità creativa e di comunicazione.
Tutti possono dare spazio al silenzio in qualsiasi momento della giornata. Bastano pochi minuti al giorno di pratica quotidiana che con il tempo può trasformasi in meditazione. Ma gli attimi silenziosi si possono ritrovare ovunque: in auto spegnendo la radio, camminando da soli senza ascoltare la musica con le cuffiette. Trovare dei momenti tranquilli durante il giorno diventerà una esigenza di benessere.
Silenzio come lusso
Oggi la maggiore attenzione ai temi ambientali per fortuna favorisce una maggiore consapevolezza sull’importanza del silenzi. In tanti cominciano a capire che dentro al rumore non si può vivere felici. Oltre ai danni all’udito e ai problemi di salute causati dall’inquinamento acustico, c’è un piano etico che comincia a condurre le persone a compiere scelte di stili di vita sostenibili. Fare baccano o frequentare posti affollati è sempre meno glamour.
Avete mai provato un pò di invidia per i vip che si trastullano su rumorosi Yacht a motore, magari dopo avere dormito in tenda sul materassino umido? Lasciate perdere. Quello non è vero lusso, è solo ricchezza, ma non è detto sia un viatico per la felicità. La vera soddisfazione l’ha riassunta il filosofo Thierry Paquot nel suo Elogio del lusso in tre parole: tempo, spazio e silenzio. Tempo e spazio magari è più difficile, ma al silenzio ci si può arrivare comodamente.
Sono avvisati i suoneria dipendenti, gli habitué di aperitivi con dj spacca timpani, gli appassionati di ristoranti con orrenda musica ad alto volume, bar con tv sempre accese e centri commerciali con sottofondo dance. Fa molto più chic frequentare posti dove si assapora il silenzio. E se proprio si deve dire qualcosa, si sussurra a bassa voce al posto di urlare, magari aggiungendo anche una dose di gentilezza al posto della consueta aggressività e arroganza.
Disconnettersi dal rumore
Siamo talmente bombardati da suoni, rumori, stimoli pubblicitari e da una comunicazione pressante e inutile di ogni genere veicolata dai social network, che rifugiarsi nel silenzio e fuggire dal rumore del mondo può essere anche una forma di resistenza. Lo sostiene l’antropologo e sociologo francese David Le Breton che nella disconnessione uditiva vede un vero modello di esistenza.
Non sarà anche colpa del rumore se l’intelligenza umana è in calo da qualche decennio? Serve silenzio per lavorare, pensare, creare e amare: il cervello ha assolutamente bisogno di pace per essere creativo, elaborare le informazioni ed essere in grado di gestirle con consapevolezza. Il punto è che il rapporto tra sviluppo economico, progresso e benessere è sempre più delicato. Chi se n’è accorto paga già un prezzo: lo stile di vita silenzioso ha un costo.
Il mercato immobiliare è più caro nelle zone tranquille o ben isolate acusticamente con infissi a tripli vetri, così come costano di più i treni con scompartimenti silenziosi e le cuffie con sistemi elettronici per eliminare i rumori. I ristoranti esclusivi vietano l’uso di smartphone e le chiacchere ad alta voce e i ricchi vacanzieri scelgono luoghi in campagna o in qualche tranquilla dimora panoramica con vista mare, meglio con ampio giardino. Tutto va bene purchè sia in luogo isolato acusticamente.
L’assenza di rumore è fondamentale per il benessere dell’uomo e fonte di ispirazione per gli artisti ma chiariamo una cosa: le nostre orecchie percepiscono tutti i più piccoli rumori in una gamma di frequenza compresa tra 20 Hertz e 20.000 Hertz. Quindi lo spazio vuoto non è certo quello che otteniamo nell’angolo più tranquillo della nostra casa chiudendo le finestre e nemmeno quello del posto più silenzioso che conosciamo. Ma se il silenzio è assoluto cosa succede?
Il silenzio assoluto
Qualcosa di simile al silenzio assoluto gli scienziati degli Orfield Laboratories di Minneapolis lo hanno creato nella camera anecoica. Il suono è formato da vibrazioni ed essendo una forma di energia cinetica, tutta la materia, sia essa aria, liquida o solida, è fatta di atomi sempre in movimento e vibranti. Però il rumore si può assorbire. Utilizzando cunei in fibra di vetro di un metro di spessore, pareti doppie in acciaio coibentato e muri di calcestruzzo dello spessore di 30 centimetri, hanno ottenuto un livello di fono assorbenza del 99,9% e una rumorosità di fondo di -13dB, contro i circa 30 dB di una stanza silenziosa.
Il Guiness del silenzio assoluto è della camera anecoica della Microsoft realizzata nei laboratori di Redmond Washington negli Stati Uniti. Ha un livello di assorbenza sonora di -20 dB, al limite della scienza. Oltre a pareti in materiale fono assorbente il pavimento è sospeso e indipendente dal resto della struttura. Quali sono gli effetti di una camera anecoica? Chi li ha provati li definisce inquietanti, allucinanti e sconvolgenti. I rumori esterni non servono ad orientarci, ma coprono quelli prodotti dal nostro corpo.
Varcata la porta della camera anecoica le orecchie si adattano e diventano più sensibili ai nostri rumori, sentono il battito cardiaco, l’aria che entra ed esce nei polmoni, i gorgoglii dello stomaco e addirittura il sangue che scorre nelle vene. Il record di permanenza è di soli 45 minuti. La camera del silenzio viene utilizzata per studi medico scientifici sulla sordità o per mettere alla prova gli astronauti. Le aziende la utilizzano per testare il suono di elettrodomestici o lavatrici. All’uomo il silenzio fa bene, ma non esageriamo.