
L’orecchio umano considera molti rumori insopportabili: quali sono i suoni più sgradevoli da ascoltare e perchè alcune vibrazioni risultano così stridenti e fastidiose per tutti? Il ruolo evolutivo del rumore e le patologie legate alla sua percezione
L’uomo moderno ovunque si trovi è continuamente sottoposto ad un bombardamento di sottofondi musicali più o meno apprezzati. Se diverse sono le sensibilità e i gusti musicali, però su quali siano i rumori insopportabili sembra essere d’accordo. Non ci sono dubbi nel definire quali siano i suoni più sgradevoli: una vera rarità in fatto di comunicazione, indipendente dall’orecchio musicale e dall’esperienza personale.
I rumori insopportabili sono una realtà sonora da cui l’uomo cerca sempre e comunque di fuggire. Se il paesaggio sonoro della modernità è vario e anche tra musica e rumore può esserci qualche rapporto sul piano artistico, l’elenco dei suoni sgradevoli é universalmente riconosciuto. Altri apparentemente innoqui ai più, risultano terribilmente fastidiosi a chi soffre di patologie acustiche come iperacusia e misofonia.
Indice
Rumori ed evoluzione
I biologi acustici che studiano la comunicazione animale stanno cercando di capire come i suoni abbiano plasmato l’evoluzione del cervello umano. Secondo il neuroscienziato Seth Horowitz, autore del libro The Universal Sense, la sensibilità alle vibrazioni si trova già nelle forme di vita primitive. Nell’uomo la percezione acustica è molto più rapida di quella visiva, quasi come fosse una fase preparatoria. Inoltre i suoni arrivano in una zona del cervello che non riguarda il pensiero cosciente ma le emozioni.
Non è un caso che tra musica ed emozione ci sia un rapporto così speciale, ma ancora prima delle note regolate in base a criteri estetici e tonali, l’uomo è stato colpito dai rumori naturali che comunicano informazioni ed emozioni. Nella natura ci sono suoni che allarmano e spaventano come tuoni, vento, onde o versi di animali feroci e altri più rassicuranti. Con l’evoluzione dell’ascolto oggi non siamo più sensibili al ruggito dei leoni ma ben vigili nei confronti delle notifiche che arrivano sullo smartphone.
Dal prevenire un attacco di un predatore, ad essere avvertiti con il clacson dall’arrivo di un’auto sulle strisce pedonali, fino al bip del messaggio su Whatsapp, nel corso dell’evoluzione ci siamo adattati ai suoni del nostro ambiente. L’ascolto ha permesso lo sviluppo del linguaggio parlato che ha dato vita alla civiltà. I suoni vengono memorizzati nel cervello creando ricordi e associazioni, ci dicono chi siamo ma possono anche diventare insopportabili.
Suoni e rumori insopportabili
Per scoprire la natura dei rumori insopportabili, i ricercatori dell’Università di Newcastle hanno condotto uno studio pubblicato sul Journal of Neuroscience. Sottoponendo 13 volontari a vari suoni sgradevoli, con la risonanza magnetica funzionale hanno studiato il comportamento del cervello scoprendo che, indipendentemente dal tipo di rumore, il massimo fastidio percepito dall’uomo è nei suoni con frequenza da 2000 Hz a 5000 Hz.
In questa gamma di frequenze che comprende le urla, le orecchie sono più sensibili. L’attività dell’amigdala, la parte del cervello che interpreta emozioni e paura, varia in modo diretto e conseguente al grado di fastidio percepito, modulando l’attività della parte uditiva del cervello. Per questo motivo l’unanime fastidio che proviamo per certi rumori potrebbe avere motivi evoluzionistici ed essere un sistema che ha permesso all’uomo primitivo di affrontare le situazioni di pericolo.
Esempi rumori insopportabili
Ognuno avrà una lista di rumori insopportabili preferita relativa ad esperienze sonore personali, magari con i vicini del condominio. Che l’inquinamento acustico sia dannoso per la salute è fuori di dubbio, così come il silenzio sia diventato un vero lusso, oltre che una filosofia di vita non sempre alla portata di tutti. Di solito siamo vittime di suoni sgradevoli in varie situazioni quotidiane.
La convivenza sociale in spazi ristretti può essere complicata dal punto di vista acustico. Per capire il grado di fastidio di alcuni rumori si può partire da quelli usati nell’esperimento che comprendono l’urlo acuto di donna, il sibilo di un gesso sulla lavagna, il pianto di un bambino o il suono di un trapano elettrico, il rumore prodotto da un coltello su una bottiglia, l’acqua che bolle e molto altro ancora. Nell’elenco del video seguente troverete senz’altro qualcosa in cui riconoscervi.
Iperacusia e misofonia
Oltre ai rumori insopportabili universalmente riconosciuti ci sono quelli dovuti alla cattiva educazione, come nel caso di chi sbraita rispondendo al telefono in treno o esibisce suonerie oscene in pubblico, ma anche suoni di sottofondo che normalmente non danno fastidio a nessuno. In metropolitana o autobus può capitare di ascoltare gente sbadigliare, picchettii delle dita, suoni provenienti dalle cuffie. Al bar si possono ascoltare i gorgoglii di chi sorseggia il caffè per non parlare al ristorante di chi mangia la minestra.
Chi non sopporta nemmeno questi e altri rumori che appartengono al normale vivere quotidiano, potrebbe soffrire di iperacusia o misofonia. Entrambe sono patologie che rendono particolarmente sensibili rispetto a determinati suoni. Come nel caso degli acufeni l’iperacusia è una condizione medica riconosciuta che può causare forti emicranie che aumentano la percezione degli aspetti sgradevoli di rumore che ai più non danno nessun fastidio.
La misofonia è invece più un disturbo emotivo di intolleranza a determinati rumori, una patologia studiata in ambito psicologico. Solitamente il fastidio è legato a suoni prodotti dal naso, dalla bocca o dal cibo. Questa intolleranza ai suoni può provocare sintomi comportamentali come ansia e aggressività specialmente durante i pranzi in famiglia, dato che con i familiari ci si dimostra più infastiditi che rispetto agli estranei.