
Dalle canzoni di protesta del popolo operaio contadino ai canti di montagna. La musica popolare folk italiana, tra stornelli, brani tradizionali e cori alpini è parte del nostro patrimonio storico in un mix di linguaggi e culture che va ben oltre il semplice folclore
Quando parliamo di musica pop solitamente intendiamo il cosiddetto mainstream, le canzoni cantate dalle star più famose e ascoltate dal pubblico di giovani e adulti. Ma la musica popolare in realtà non è fatta solo di grandi artisti e hit in classifica, esiste la canzone d’autore e poi un enorme patrimonio musicale che arriva direttamente dalla storia del popolo.
La musica popolare folk e la canzone dialettale contengono mille realtà contadine e operaie, lontane anni luce dalla superficie degli smartphone o dalla tradizione colta, ma che hanno costruito la nazione. Siamo famosi in tutto il mondo per l’opera lirica e i teatri si riempono per ascoltare i tenori, ma pochi conoscono la vera canzone popolare.
Indice
Musica popolare e storia
La musica popolare gioca una parte importante nella storia d’Italia e offre uno sguardo sulla vita di chi ci ha preceduto. Il folk però ha valore dal punto di vista artistico musicale, tanto che anche molti grandi compositori classici (da Dvorak a Bartok) si sono fatti ispirare dalle canzoni popolari delle loro terre natali. I cori alpini italiani più famosi hanno avuto un ruolo anche nell’evoluzione del linguaggio musicale.
Il repertorio di brani della musica popolare italiana appartiene alla storia contemporanea, ma nessuno sembra occuparsene. Il risultato è che giovani e meno giovani conoscono tutte le hit del momento e cliccano video musicali sul web, ma non sanno nulla del loro passato musicale. La scarsa considerazione di cui gode la canzone popolare in Italia dipende ovviamente dal poco spazio offerto dai media. Certo non è un genere di consumo creato per divertire il pubblico, ma potrebbe avere più spazio almeno in ambito scolastico ed educativo.
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Gens Per conoscere in ogni regione, la storia e gli aspetti della musica tradizionale italiana e i gruppi specializzati in canzone popolare con studi di antropologia culturale ed etnomusicologia
Canzone dialettale regionale
La musica popolare italiana è un genere dalle mille sfaccettature. Si passa dalla canzone dialettale legata alla tradizione folk, fino alle canzoni di protesta e alla world music di sapore etnico. Gli ingredienti fondamentali di questo viaggio nella cultura italiana sono filastrocche recitate in dialetto e canzoni dialettali, soprattutto in napoletano. Poi ci sono canti politici e il melodramma.
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Salentu Dal sito ufficiale dedicato alla regione del Salento una sezione dedicata alla musica popolare salentina con i testi delle canzoni più conosciute
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Il deposito I canti di protesta e la canzone popolare italiana come mezzo di riscatto sociale delle classi oppresse e del movimento operaio
Canti degli alpini
Nell’ambito della musica popolare italiana i canti degli alpini spesso sono trascurati dalla cultura ufficiale. Sui media se ne parla raramente se non in particolari ricorrenze o adunate: comunque quando vengono tirati in ballo non è mai per motivi musicali. Generalmente capita di vedere i canti di montagna trattati come fenomeni musicali minori ad uso esclusivo del folclore montanaro.
Non tutti sanno che l’evoluzione del genere ha goduto anche del contributo di illustri musicisti e personalità della cosiddetta musica colta. All’elaborazione di canti degli alpini relativi alle loro regioni d’origine nel corso dei secoli si dedicarono perfino Bach, Mozart, Beethoven e molti compositori di musica classica come Luigi Dalla Piccola e pianisti come Arturo Benedetti Michelangeli.
Il repertorio dei cori alpini italiani è nato principalmente nel corso della prima e seconda guerra mondiale come testimonianza diretta della sofferenze subita nelle battaglie e nelle trinceee. Venivano cantati da tutti ed erano un modo per esorcizzare la paura e farsi coraggio, ma anche per festeggiare la vittoria e soprattutto la speranza della fine della guerra e il ritorno a casa.
Cori degli alpini
In tutta Italia ci sono 450 cori degli alpini sparsi che ripercorrono il repertorio di oltre un centinaio di canzoni divise per ogni regione italiana, dal Veneto al Trentino fino al Lazio e all’Abruzzo, dove ci sono montagne da amare, rispettare e cantare. Il libro Il Conservatorio delle Alpi di Piero de Martini (Bruno Mondadori) con documenti e testimonianze si sofferma sul linguaggio musicale dei cori alpini più famosi.
I primi cantori di montagna che fondarono i cori nelle cittadine ai piedi delle alpi avevano un approccio musicale istintivo e appassionato, ma dalla fine degli anni venti attrassero molti musicisti e compositori professionisti che iniziarono a scrivere armonizzazioni sempre più complesse pur cercando di preservare la natura popolare delle melodie.
Il Coro della SAT (Società Alpinisti Tridentini) viene fondato e fatto crescere dai fratelli Pedrotti con entusiasmo e passion dal 25 maggio 1926, quando alcuni ragazzi si esibirono in una sala del castello del Buonconsiglio di Trento. Tutto parte dalla voglia di fare musica per scoprire insieme una sapienza fatta di canto, armonie, ritmo ma anche di pause, respiro e silenzio.
Della valenza artistica dei cori alpini parla anche Massimo Mila, musicologo, critico musicale e intellettuale italiano, autore della famosa Breve storia della musica, oltre che di innumerevoli saggi sull’esperienza musicale e l’estetica. Compiacendosi per la disciplina, preparazione consapevole e artistica civiltà che ne ispira l’attività, arriva anche a dispiacersi del fatto che un compositore come Brahms non abbia potuto ascoltarli.