ragazza in un negozio

Negozi di abbigliamento, supermercati e centri commerciali spesso hanno un sottofondo musicale. La musica in negozio può essere rilassante oppure energica e trasmessa a volume più o meno alto ma ha un ruolo nel condizionare gli acquisti dei consumatori

La prossima volta che andate a fare shopping in un negozio o outlet fate attenzione alla musica in negozio diffusa dagli altoparlanti. Gli esperti di marketing hanno dimostrato che un sottofondo appropriato nei centri commerciali possa stimolare la propensione agli acquisti predisponendo positivamente i clienti verso la merce esposta. Ma le sorprese non mancano nemmeno per chi spende soldi giocando alle slot machine nei bar.

Gli effetti della musica in negozio sono molto semplici. Per una volta il ruolo delle canzoni è molto materiale, va oltre le emozioni i sentimenti e i bei ricordi, non evoca benessere ma parla di soldi. Lo aveva spiegato Julian Treasure nel libro Sound Business esplorando un territorio del marketing ancora poco conosciuto. Dai suoi studi era emerso che brani scelti con cura potevano incrementare gli acquisti nei negozi fino al 30%.

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Cosa serve la musica in negozio?

Un recente studio dell’Università Bocconi attribuisce alla giusta musica in negozio un aumento dei acquisti tra il 2% e il 10%. Un sottofondo appropriato può anche triplicare il fatturato di un punto vendita. Per grandi gruppi dello shopping che fatturano decine di milioni non è certo male: basta scegliere la playlist giusta. Ma c’è un rapporto fondamentale anche tra musica e produttività dei lavoratori.

Molti stilisti sono impegnati nel dare valore ai propri marchi anche mediante la musica nei negozi. Più che semplici punti vendita quelli di New York, Roma, Parigi, Milano oramai sono veri e propri set teatrali che trasformano lusso e bellezza in una esperienza in cui la colonna sonora è un elemento fondamentale. Per trovare playlist sofisticate e trendy si rivolgono ad etichette discografiche specializzate, o addirittura creano internamente una piccola etichetta musicale.

Musica in negozio migliore

Per chi si interessa di fare quadrare i bilanci di una attività scegliere una musica in negozio migliore potrebbe fare la differenza e merita la giusta dose di attenzione. Cominciamo col dire che non esiste nessun effetto “incantatore di serpenti” delle canzoni sul cervello umano, non si tratta di ipnosi di gruppo o di condizionamento psicologico. Non c’entra nemmeno il ruolo del volume del sottofondo che si è scoperto fare consumare di più gli avventori di bar e ristoranti.

La musica in negozio fa semplicemente aumentare il tempo di permanenza dei clienti e migliora l’umore dei dipendenti. Non serve solo ad attrarre potenziali acquirenti o a incrementare i guadagni ma ha un peso anche sul benessere dei lavoratori. Non è escluso che alla fine le due cose possano combaciare. Se i lavoratori sono più felici lavorano meglio, sono più rilassati e sanno essere più convincenti con i clienti.

Come sottofondo musicale però non basta scegliere una playlist preconfezionata o peggio ancora una radio in streaming con intermezzi pubblicitari o cd fatti ascoltare ripetutamente. Servono vere e proprie strategie di marketing, perchè una musica scelta a caso potrebbe essere controproducente. Cosa si ascolta nei negozi italiani lo ha scoperto una indagine del dipartimento di marketing dell’Università Bocconi.

Musica nei negozi italiani

La ricerca ha esaminato 292 grande catene di distribuzione con più di 30 punti di vendita. Il 54% dei punti vendita diffonde musica in negozio con una radio in store. La percentuale sale dell’86% nel settore dei supermercati di alimentari, è del 72% nel commercio. Nei negozi di telefonia non viene utilizzata. Raramente c’è un sottofondo nelle società di servizi o nelle banche. I responsabili credono non sia utile o possa distrarre.

In realtà diffondere musica in negozio ha anche un costo che si traduce in diritti d’autore per le licenze Siae. In termine tecnico si tratta di utilizzo di brani per pubblica esecuzione ed è uno dei mercati più in crescita in Italia e nel mondo. Il settore è sempre più importante e sta cercando di rendere il mercato più semplice per negozianti, musicisti, editori e case discografiche. Il prezzo per trasmettere una radio in store dipende da molti fattori come superficie dei negozi, tipo e quantità di musica trasmessa.

Il suono dell’azzardo

Parlando di musica nei negozi che aumentano la propensione a spendere non si può non citare il caso delle slot di cui gli italiani si mostrano veri appassionati. Siamo primi in Europa e terzi al mondo con 400 mila slot machine sparse nelle città con tutti i problemi che ciò comporta per 800 mila persone a rischio dipendenza. Molti paesi hanno comunque problemi di ludopatia e il suo impatto sociale è grave ovunque.

Queste macchinette hanno una colonna sonora progettata proprio per ingannare chi gioca soldi. Lo sostiene lo psicologo Mike Dixon della University of Waterloo in un articolo apparso sul Journal of gambling. Gli effetti sonori come campane e fischietti che si ascoltano durante il gioco intensificherebbero l’eccitazione emotiva dei giocatori inducendoli a sopravvalutare notevolmente il numero di volte in cui hanno vinto.

Nelle slot machine moderne che permettono più puntate contemporaneamente, le perdite verrebbero camuffate da vittorie anche grazie al musichette ed effetti sonori. Confrontando il comportamente di giocatori alle prese con slot machine silenziose i risultati non lasciano dubbi. E’ proprio grazie alle musichette che il giocatore è incentivato a continuare malgrado le perdite accumulate abbiano una percentuale dal 15 al 24% superiore.