La musica come droga naturale in grado di suscitare emozioni e di stimolare l’origine neurochimica del piacere. Cosa succede quando ascoltiamo i brani che amiamo? Le risposte biologiche del cervello agli stimoli musicali e ai suoni binaurali

La musica è uno strumento molto potente che può avere un impatto significativo sulle nostre emozioni e favorire il benessere della nostra mente. Il piacere provocato dai brani musicali può essere molto gratificante. Considerare la musica come una droga naturale è lecito o è un pensiero privo di fondamento? Negli ultimi anni si sono diffusi anche i suoni binaurali, che promettono di aprire le porte a esperienze sonore uniche e coinvolgenti.

La musica oltre a suscitare emozioni e ricordi, è in grado di stimolare la mente e il corpo in modi sorprendenti. Certamente quando assumiamo delle note attraverso le orecchie lo facciamo per stare bene. In questo articolo esploreremo il concetto di musica come droga e l’influenza dei suoni binaurali, analizzando il loro impatto sulla salute mentale e il benessere generale.

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Musica come droga

La musica ha sempre esercitato un potente impatto sul nostro stato emotivo e mentale. Non è quindi sorprendente che sia stata paragonata a una droga, in grado di suscitare una dipendenza positiva. Studi scientifici hanno dimostrato che l’ascolto di musica può innescare la produzione di endorfine nel cervello, gli stessi neurotrasmettitori che vengono rilasciati durante l’assunzione di sostanze stupefacenti.

Gli studiosi sostengono che l’effetto dei suoni ordinati sul cervello sia simile a quello della droga e che la musica possa attivare la produzione di dopamina, il cosiddetto ormone del benessere, un neurotrasmettitore associato alla motivazione e al sistema di ricompensa. Daniel Levitin, musicista, psicologo cognitivo e neuroscienziato tra i più importanti, con tecniche di neuroimaging ha scoperto che i suoni possono amplificare sensazioni di piacere ed eccitazione come fossero stimoli chimici.

L’ascolto di brani emozionanti può aumentare la produzione di adrenalina, un ormone che provoca un’eccitazione simile a quella delle droghe. Questo può spiegare la sensazione di euforia e piacere che spesso proviamo quando ascoltiamo la nostra canzone preferita o partecipiamo a un concerto emozionante. Tuttavia, a differenza delle droghe illegali, la musica ha effetti positivi sulla nostra salute e benessere.

Ascoltare musica è un’esperienza sicura e accessibile a tutti, che può essere utilizzata per migliorare il nostro umore, ridurre lo stress e persino promuovere la guarigione fisica. La sua capacità di influenzare il nostro stato emotivo è stata sfruttata anche in campo terapeutico, con l’uso della musicoterapia per trattare disturbi come l’ansia, la depressione e il disturbo da stress post-traumatico.

Effetti musica come droga

La musica come una droga può causare euforia e regolare l’umore, indurre eccitazione e maggiore concentrazione. Quando ascoltiamo una canzone che ci piace, il cervello li interpreta provocando nel sistema nervoso autonomo importanti reazioni fisiche. Cambia il battito cardiaco, la respirazione, la sudorazione e l’attività mentale. La stessa cosa succede ai giocatori d’azzardo quando vincono, e ai tossicodipendenti quando consumano la droga.

Studi condotti in collaborazione con la McGill University hanno dimostrato che nel processo del piacere musicale vengono coinvolti i recettori degli oppioidi del cervello. Infatti è possibile inibire le risposte alla musica con il naltrexone, lo stesso farmaco ampiamente prescritto per il trattamento di disturbi della dipendenza. Dopo avere assunto il farmaco non si provano più le stesse sensazioni quando si ascoltano le proprie canzoni preferite.

Se non è nemmeno troppo azzardato considerare la musica come droga, ci sono molte differenze. Mentre le droghe possono causare danni irreparabili alla salute fisica e mentale, ascoltare musica è sicuro e ha effetti benefici sulla salute ma potrebbe aumentare le pestazioni fisiche. Ecco perchè le federazioni sportive hanno bandito auricolari e riproduttori di musicali in tutte le competizioni sportive ufficiali e nelle maratone.

Musica come droga evolutiva

Se andiamo indietro nel tempo, alle origini della musica nella preistoria, l’uomo è stato sempre sedotto dai suoni e li ha usati per alterare lo stato di coscienza. Pensiamo all’utilizzo dei tamburi africani nella danza, alla meditazione orientale che induce una stato di trance, come nei Dervisci Rotanti. Oppure ai rituali tribali in cui i partecipanti raggiunta l’estasi attraverso suoni e sostanze, camminano sul fuoco senza sentire dolore.

La musica come droga è stata quindi ampiamente utilizzata in passato, ma questo concetto come viene applicato nei generi musicali moderni? Uno studio approfondito sulle colonne sonore cinematografiche ad esempio ha stabilito che, a seconda del tipo di scena da sonorizzare, i compositori, più che ispirarsi all’arte, seguono intuitivamente le regole presenti nel mondo animale per suscitare emozioni o stimoli sensoriali.

Alcuni generi musicali invece sembrano sfruttare le dinamiche evolutive dell’uomo. Una ricerca sulla musica rock realizzata da un gruppo di scienziati della University of California, ha dimostrato che la chitarra distorta di Jimi Hendrix ha la capacità di fare emergere il lato animale delle persone. L’uomo sarebbe catturato dalle distorsioni musicali più o meno come la mamma marmotta fa versi dei cuccioli.

Daniel Blumstein, biologo presso l’Università della California di Los Angeles, analizzando urla di cuccioli di marmotta e di altri animali spaventati quando vengono catturati e separati dai genitori, ha scoperto caratteristiche e distorsioni molto simili a quelli della musica rock. Per catturare l’attenzione nel mondo animale la distorsione si verifica senza chitarre elettriche, quando l’emissione vocale viene forzata rapidamente attraverso il sistema vocale.

Suoni binaurali

La musica è un linguaggio universale che influenza profondamente le emozioni e ha un ruolo importante nell’evoluzione dell’uomo, dai tamburi fino alle chitarre elettriche distorte. Sebbene la musica abbia anche dimostrato il suo potenziale terapeutico ed evolutivo, negli ultimi anni si è sviluppata una nuova frontiera nell’ascolto audio: i suoni binaurali. Questi suoni sono stati progettati per creare un’esperienza audio tridimensionale, sfruttando le proprietà di percezione del nostro sistema uditivo.

I suoni binaurali vengono registrati utilizzando una tecnica particolare che prevede l’utilizzo di due microfoni e vengono riprodotti attraverso auricolari o cuffie stereo. Sono formati da due suoni distinti, inviati agli auricolari in modo indipendente, creando un effetto di spazialità e profondità nel suono. Il cervello è in grado di distinguere e localizzare fonti sonore provenienti da diverse direzioni.

Questo capacità viene sfruttata per creare un’illusione di suono tridimensionale, che può essere estremamente coinvolgente e immersivo. L’effetto di “spazialità”, cioè l’impressione che il suono provenga da una posizione precisa nello spazio circostante, può essere utilizzato per creare esperienze immersivi e realistiche in ambiti quali la musica, il cinema e la realtà virtuale. L’ascolto di suoni binaurali può trasportare in ambienti sonori virtuali, come una foresta pluviale, una spiaggia tropicale o una sala da concerto.

Effetti dei suoni binaurali

I toni binaurali sono stati usati per la prima volta nel 1839 dal medico tedesco Heinrich Wilhelm Dove e sperimentati dal Dott. Gerald Oster nel 1973 al Mount Sinai school of Medicine di New York. Applicando basse frequenze in modalità differenti su ogni orecchio tramite cuffiette, lo studioso capì che poteva stimolare il cervello procurando una serie di effetti che andavano dal rilassamento al potenziamento dell’attività cerebrale.

La potenza terapeutica dei suoni binaurali è un argomento di crescente interesse nella comunità scientifica. Studi hanno dimostrato che il loro ascolto regolare può avere numerosi benefici per la salute mentale e il benessere generale inducendo una sensazione di calma e rilassamento. Uno dei principali effetti terapeutici dei suoni binaurali è la riduzione dello stress e dell’ansia.

Gli stimoli sonori bilaterali e sincronizzati favoriscono un rilassamento profondo, riducendo la tensione muscolare e calmando la mente. Questo può essere particolarmente utile per chi soffre di disturbi d’ansia, di stress cronico o di insonnia. I suoni binaurali possono creare un ambiente sonoro tranquillo e rilassante per favorire il rilassamento prima di coricarsi e migliorare la durata e la profondità del sonno.

Altri benefici includono un miglioramento dell’attenzione e della concentrazione, un aumento dell’energia mentale e un potenziamento della creatività. L’ascolto di suoni binaurali può aiutare a entrare in uno stato di flusso mentale, in cui si è completamente immersi nell’attività svolta. Per questo possono essere utilizzati per migliorare la concentrazione o aumentare la produttività.

Mp3 stupefacenti

I suoni binaurali hanno potenzialità in ambito artistico e terapeutico. Sono utilizzati per rilassare e ridurre lo stress e possono aiutare a migliorare la concentrazione, la memoria e la creatività. Vengono usati nella meditazione e in alcuni casi possono fare raggiungere stati creare eccitazione o stati di trance. E’ importante sottolineare che gli stimoli sull’uomo possono variare da persona a persona, ma fino a che punto?

L’effetto dei suoni binaurali è stato analizzato in modo approfondito ma non esiste ancora una letteratura scientifica in grado di stabilire il loro effetto in modo preciso. Il fenomeno i-Doser è stato spacciato anche come una cyber droga a basso prezzo. Cosa c’è di vero? Più che parlare di cyber droghe o mp3 stupefacenti, i suoni binaurali sono rumori a bassa frequenza (1-30 Hz) che prendono spunto dal fenomeno dei binaural beats.

Dai riti tribali ad oggi il mondo scientifico non smette di interrogarsi sui reali effetti della musica come droga. Le ricerche non hanno rivelato ancora del tutto gli effetti del suono sul cervello. Perché possa esistere qualche effetto comunque deve essere riprodotti attraverso auricolari o cuffie stereo che consentono una differente percezione dei suoni nelle singole orecchie.