
L’importanza della musica per bambini e neonati nel favorire lo sviluppo emotivo e cognitivo, alleviare lo stress e promuovere un sonno tranquillo. Perchè scegliere brani classici e melodie dolci, dedicando del tempo all’ascolto consapevole fin da piccoli
La musica è un linguaggio universale che parla a tutti, indipendentemente dall’età, dalla cultura o dallo stato d’animo. Ma è anche un potente strumento educativo, capace di stimolare le capacità cognitive, emotive e sociali dei bambini fin dai primi mesi di vita in poi. In particolare, la musica classica ha dimostrato di avere effetti positivi sullo sviluppo cerebrale dei neonati, favorendo l’apprendimento, la memoria, la creatività e il benessere psicofisico.
L’importanza della musica dal punto di vista educativo e terapeutico è enorme, ma non è tutta uguale. Spesso è la cultura musicale familiare a decidere il repertorio che si ascolta in casa. I bambini quando nascono non hanno gusti e preferenze musicali, vengono influenzati da ciò che ascoltano, ovvero dal mercato. In questo articolo vedremo invece quali sono i brani più adatti per i piccoli e come introdurre la musica classica nella vita quotidiana possa far godere di tutti i benefici del mondo dei suoni.
Indice
- Musica per neonati
- Buona musica per bambini
- Bambini e musica classica
- Benefici della musica classica
- Educari i bambini all’ascolto
- Concerti e laboratori per bambini
- Libri di musica per bambini
Musica per neonati
Tra musica e bambini esiste un rapporto privilegiato. Già i neonati nei primi giorni di vita sentono rumori e agiscono consapevolmente ai suoni ambientali e familiari. Ascoltano le melodie dell’ambiente prenatale, la voce del padre e della madre, distinguendola da quella delle altre donne. Molti studi sostegno che l’importanza dei suoni cominci addirittura prima, quando i bimbi sono nel pancione della mamma.
Gli studiosi dell’Università di Helsinki hanno verificato l’esistenza di un apprendimento uditivo fetale che comincia dalla 27 esima settimana dopo il concepimento. In quell’istante i suoni esterni cominciano ad essere organizzati dalla corteccia cerebrale in modo sempre più complesso fino alla nascita, quando i suoni vengono in qualche modo organizzati anche durante il sonno.
Uno studio degli scienziati dell’Institut Marquès di Barcellona sostiene che il feto nella pancia della mamma reagisca agli stimoli musicali anche prima, a 4 mesi dall’inizio della gestazione. Le orecchie non sono completamente sviluppate ma la coclea e l’orecchio medio sono già formati. Per il test è stato utilizzata la Partita in la minore per flauto solo – BWV 1013 di Johann Sebastian Bach.
Utlizzando speciali emettitori di suono diffuso sulla pancia o in modo intravaginale per evitare dispersione delle onde acustiche, con tecniche 3D e 4D a ultrasuoni si è osservato che il 45% dei feti muove testa e arti sottoposto ai suoni, mentre un 40% fa movimenti con la bocca o la lingua. Con lo stimolo intravaginale le percentuali raddoppiano e la reazione è molto più chiara, con il feto che apre completamente le mascelle tirando fuori la lingua, proprio come se fosse in grado di ascoltare la musica.
Buona musica per bambini
Secondo la docente di psicologia dello sviluppo Marina Enrichi, è possibile considerare la colonna vertebrale del feto come una tastiera sensibile alle frequenze percepite. Per questo i genitori in casa dovrebbero parlare in modo gentile, musicale e rassicurante ed è fondamentale diffondere suoni naturali e rilassanti. L’ascolto di buona musica è importante già durante il periodo prenatale per facilitare l’apprendimento delle lingue e fornire una base importante per lo sviluppo neurale.
Ovviamente vale anche il contrario, ovvero non è certo salutare per i nascituri frequentare luoghi pieni di rumori o con cattiva musica e ad alto volume. Come scegliere cosa ascoltare? Quando i bambini nascono non hanno nessun tipo di preferenza o preconcetto nei confronti dei generi musicali. Le preferenze musicali dei neonati sono neutre e il loro gusti musicali si formano dopo esclusivamente in relazione alle abitudini di ascolto dell’ambiente in cui vivono.
Oltre alle abitudini familiari, una buona educazione musicale e lo studio della musica dovrebbe essere una regola base della scuola. Spesso invece studiare musica è considerato qualcosa di superfluo, dimenticando il ruolo fondamentale dei suoni nel costruire l’identità di un bambino, dal periodo prenatale all’adolescenza. Se la scuola è assente, avvicinare i bambini alla musica è compito delle iniziative personali delle famiglie.
I genitori a volte fanno tentativi lodevoli, ma spesso i figli vanno ai corsi di musica controvoglia, vivendo l’impegno come un obbligo. Senza un contesto familiare capace di trasmettere passione e con l’educazione scolastica assente, bisogna avere la fortuna di trovare un bravo maestro in grado di trasmettere consapevolezza dell’ascolto, passione e conoscenza su un linguaggio musicale che parte dai grandi compositori del passato per evolversi al jazz fino al pop e alle forme moderne.
Bambini e musica classica
La verità è che i bambini possono ascoltare di tutto: canzonette, jazz o classica. Ma se consideriamo le note come una tavolozza di colori, la musica classica scritta tra il XVII e il XX secolo è il punto più alto del linguaggio musicale. Questo genere è considerato una forma d’arte elevata e raffinata, perchè è caratterizzato da una struttura armonica, melodica e ritmica complessa e da una ricchezza di sfumature espressive ineguagliabili.
L’ascolto della musica classica richiede una certa preparazione culturale per essere apprezzata appieno, ma può essere anche accessibile e piacevole per tutti, soprattutto per i bambini, che hanno una naturale predisposizione all’ascolto e alla curiosità. Sicuramente ascoltarla sviluppa diverse abilità cognitive, come l’attenzione, la concentrazione, il ragionamento logico matematico, il linguaggio e la creatività.
La musica classica stimola le aree cerebrali coinvolte in questi processi, favorendo le connessioni neurali e la plasticità cerebrale. Inoltre ha un effetto calmante e rilassante sui bambini, contribuendo a regolare le loro emozioni e a migliorare il loro umore. Può anche favorire il legame affettivo tra i genitori e i figli, creando momenti di condivisione e di intimità. Ma quali vantaggi reali hanno i bambini che ascoltano o suonano musica classica?
Benefici della musica classica
Ascoltare musica classica durante la gravidanza può avere effetti positivi sia sulla madre che sul bambino, ridurre lo stress, aumentare il benessere emotivo e facilitare il contatto tra i due. Alcuni studi hanno dimostrato che i neonati che la ascoltano regolarmente mostrano una maggiore attività cerebrale rispetto a quelli che non lo fanno, soprattutto nelle aree coinvolte nel linguaggio e nella memoria. Ma crescendo cosa succede?
Risponde una ricerca dell’Istituto di Istruzione (UIE) dell’Università di Londra. Lo studio, sviluppato in collaborazione con Apollo Music, ha coinvolto 4.500 bambini tra i 6 e i 10 anni di 26 scuole primarie elementari per un totale di oltre 22 mila giovani. L’esperimento di è svolto attraverso concerti e lezioni in cui i bambini sono stati impegnati a sperimentare diversi strumenti e concetti musicali basati sulle opere di compositori classici famosi come Mozart, Beethoven e Mendelssohn, Ravel o Shostakovich.
Dopo il periodo di training musicale, gli insegnanti hanno verificato nei bambini delle elementari un effettivo miglioramento delle capacità di ascolto e delle competenze musicali. Insieme c’è stato un rafforzamento dei livelli di concentrazione, aspirazione, autodisciplina e delle abilità personali e sociali. I giovani alunni che hanno imparato a suonare strumenti come pianoforte, flauto o violino, hanno mostrato anche maggiore autonomia e consapevolezza di sè.
Educare i bambini all’ascolto
Non tutta la musica classica è adatta ai bambini, soprattutto ai più piccoli. Alcuni brani possono essere troppo complessi, intensi o drammatici per il loro gusto e per la loro sensibilità. Per scegliere le opere più adatte ai bambini, bisogna tenere conto di alcuni criteri come semplicità, varietà, emozione e familiarità. All’inizio i brani devono essere facili da seguire e da ricordare, con una melodia chiara e orecchiabile, un ritmo regolare e una durata breve.
I brani devono offrire una gamma di suoni diversi, che stimolino l’udito e la fantasia dei bambini, con strumenti musicali, voci umane, effetti sonori e rumori naturali. Devono trasmettere emozioni positive e serene, che rassicurino e divertano i bambini, come gioia, tenerezza, curiosità e umorismo. I brani devono anche essere legati alla cultura e alla tradizione dei bambini, in modo da creare un senso di appartenenza e identificazione. Ci sono musiche che riprendono le melodie delle ninne nanne, delle filastrocche o delle canzoni popolari.
Per fare apprezzare la musica classica ai bambini, non basta farla ascoltare in modo passivo e occasionale. Bisogna invece coinvolgerli in modo attivo e regolare, creando delle occasioni specifiche per rendere l’ascolto parte integrante della vita quotidiana. Per esempio si può ascoltare al mattino per svegliarsi con energia e buonumore, durante il gioco per stimolare la creatività e l’esplorazione, prima di dormire per rilassarsi e conciliare il sonno.
La musica classica richiede un certo grado di attenzione e di silenzio per essere apprezzata al meglio. Si può quindi creare un ambiente confortevole e tranquillo, dove i bambini possano ascoltarla senza distrazioni o interferenze. Si può anche usare una luce soffusa, dei cuscini o delle coperte per rendere l’atmosfera più accogliente e intima. Anche interagire con la musica può essere un pretesto per divertire e stimolare i ragazzi.
I genitori dovrebbero cantare la melodia con i figli, imitare gli strumenti musicali con la voce o con il corpo, ballare seguendo il ritmo, inventare delle storie ispirate alla musica o ai personaggi che la hanno composta. Si può anche chiedere ai bambini cosa provano o cosa immaginano mentre ascoltano un’opera, per favorire lo sviluppo del linguaggio e dell’espressione emotiva.
Concerti e laboratori per bambini
La passione dei bambini per la musica classica o di altri generi può essere incentivata con corsi o maestri privati, ma anche portando i figli ai concerti. La Scala di Milano offre agevolazioni per gli under 30 e spettacoli con biglietti a prezzo contenuto. La rassegna Grandi Spettacoli per i Piccoli con opere e concerti sinfonici per le scuole ha ottenuto grande successo. I Piccoli Pomeriggi Musicali organizzano fiabe musicali con giovani esecutori dai 7 ai 17 anni provenienti dal Conservatorio di Milano e da altre scuole e accademie.
Torino dedica ai più piccoli gli Atelierbebè e ‘Note in gioco’ organizzati dall’Unione Musicale onlus di Torino presso il Teatro Vittoria. Si tratta di divertenti laboratori per bambini dai 0 ai 36 mesi che stimolano e sviluppano attraverso il gioco, l’esperienza tattile e interattività la naturale attitudine alla musica classica presente fin dai primi giorni di vita. Il Teatro Regio di Torino segue da molti anni le scuole con programmi di didattica e incentiva la presenza di famiglie ai concerti con prezzi contenuti.
Guardando all’estero i Berliner Philharmoniker hanno un completo programma rivolto a famiglie, asili, scuole per educare all’ascolto, scoprire il potere aggregante della musica e incentivare i giovani talenti. L’attenzione è orientata all’aspetto del gioco e al coinvolgimento emotivo in un ambiente informale in cui è possibile avvicinarsi ai musicisti e toccare gli strumenti. Il canto corale è una delle forme più dirette di espressione musicale. Alla pratica con lo strumento e all’uso della voce si affiancano progetti creativi capaci di coinvolgere diversi approcci alla musica.
Libri di musica per bambini
La musica classica per i bambini non dev’essere un limite ma un punto di partenza per scoprire altri generi musicali e culture. Avere delle basi musicali salde e conoscere il linguaggio dei suoni aiuta ad ascoltare in modo consapevole tutti i generi come il jazz, il rock, il pop, il folk o il rap. Per stimolare l’interesse può servire anche leggere libri che raccontano le biografie dei grandi compositori o mostrare immagini dei luoghi dove i musicisti hanno vissuto e scritto le loro opere.
I geni della musica sono persone normali, molto più di quanto si possa immaginare. La loro magia è frutto di passione ed entusiasmo, lavoro e curiosità per la musica e per la vita stessa. Oltre ai concerti e alla pratica strumentale, la lettura di libri di musica per bambini può cambiare la diffusa convinzione che i grandi compositori classici siano personaggi austeri e noiosi. Secondo le statistiche i giovani sono buoni lettori: perchè non approfittarne?
Steven Isserlis, violoncellista e scrittore inglese di fama mondiale, ama scrivere e suonare musica classica per bambini. Recentemente per i ragazzi ha scritto un divertente libro tradotto in italiano con il curioso titolo ‘Perché Beethoven lanciò lo stufato‘ (Curci). Oltre a Beethoven i protagonisti delle pagine scandite dallo humor inglese da Isserlis sono Bach, Mozart, Schumann, Brahms e Stravinsky.
Ogni capitolo è diviso in tre parti: un ritratto del compositore; una descrizione della sua musica con una guida ai brani che potrebbero risultare adatti per un primo ascolto; una breve biografia con alcuni episodi salienti e magari curiosi. Infine c’è un glossario semiserio dei principali termini musicali, come sonata, orchestra o percussioni. Ma questo libro è solo un esempio tra i tanti libri di musica che regalano a bambini e ragazzi nuovi orizzonti di bellezza.