Storia delle marche di moto giapponesi più famose e di quelle minori di oggi e ieri. Come Yamaha, Honda, Suzuki e Kawasaki hanno lasciato un’impronta nell’industria delle due ruote, offrendo modelli innovativi di alta qualità e con prestazioni eccezionali

Le moto giapponesi hanno una lunga storia di eccellenza nel settore motociclistico. Marchi come Honda, Yamaha, Kawasaki e Suzuki sono famosi per affidabilità, prestazioni, tecnologia e design. Le marche giapponesi hanno conquistato un posto di rilievo nell’industria motociclistica internazionale grazie alla loro dedizione alla qualità e alla continua ricerca di miglioramenti dal punto di vista delle caratteristiche meccaniche, tecniche, delle prestazioni e del design.

Le moto giapponesi sono ancora oggi tra le più apprezzate e diffuse al mondo, grazie alla loro qualità, affidabilità e innovazione. Ma come è nata la passione dei giapponesi per le due ruote? Quali sono le marche che hanno fatto la storia e quali sono i modelli più famosi e rappresentativi di questo settore? In questo articolo cercheremo di rispondere a queste domande, ripercorrendo la storia delle moto giapponesi dalle origini ai giorni nostri.

Indice

Storia moto giapponesi

La storia delle moto giapponesi inizia nel 1909, quando Shozo Kawasaki fonda la Kawasaki Heavy Industries, una società che produceva navi, treni e motori aeronautici. Nel 1924, la Kawasaki realizza il suo primo motore per motociclette, ma solo nel 1954 inizia a produrre le sue prime motociclette, sfruttando l’esperienza acquisita nel campo dell’aviazione.

Nel frattempo, nel 1926 nasce la Honda Motor Company, fondata da Soichiro Honda, un appassionato di meccanica che inizia a costruire biciclette con motore ausiliario. Nel 1949 la Honda lancia la sua prima vera motocicletta, la Dream D-Type, che aveva un motore da 98 cc e una potenza di 3 CV. Da allora diventa una delle aziende leader nel settore delle moto giapponesi, sia per il mercato interno che per quello internazionale.

Nel 1935 nasce la Yamaha Motor Corporation, una divisione della Yamaha Corporation, nota per la produzione di strumenti musicali. L’azienda inizia a produrre moto dopo la seconda guerra mondiale, quando il governo giapponese chiede alle industrie di diversificare la loro produzione per favorire la ricostruzione del paese. La prima motocicletta della Yamaha è la YA-1, una monocilindrica da 125 cc ispirata alla DKW RT 125 tedesca.

Nel 1937 nasce la Suzuki Motor Corporation, fondata da Michio Suzuki, un ingegnere che produceva macchine da cucire. La Suzuki inizia a produrre moto dopo la guerra, seguendo l’esempio della Yamaha. Il primo modello della Suzuki è la Power Free, una bicicletta con motore ausiliario da 36 cc che poteva essere guidata anche a pedali o solo a motore.

Moto giapponesi in Italia

Dopo la seconda guerra mondiale l’utilizzo delle motociclette si diffonde, a cominciare dagli Stati Uniti, come simbolo di spirito libero e ribelle. Mentre in Europa dal 1946 hanno successo modelli di scooter più piccoli ed economici come la Vespa, le moto giapponesi vendono già milioni di esemplari in tutto il mondo. I motorini Honda da 50cc sono utilizzati in Giappone per il trasporto commerciale e le consegne a domicilio.

Il marchio Honda, fondato nel 1948, deve il suo successo al motore A-Type 50cc a due tempi, soprannominato Bata-Bata per il suo suono. Ma il successo delle moto giapponesi in Italia inizia negli anni ’60, quando sul mercato arrivano mezzi del sol levante a basso prezzo ma molto avanzati dal punto di vista tecnico e meccanico. A quel punto le blasonate moto italiane ed europee hanno devono fare i conti con un concorrente in più.

Un incremento ulteriore delle vendite di moto giapponesi si ha quando cominciano a vincere gare nel campionato mondiale di motociclismo. Il Giappone diventa il più grande produttore di motociclette al mondo. Oggi in Giappone si costruiscono circa 50 milioni di motocicli, il 45% del mercato mondiale. Nei mercati europei e americani si vendono più motociclette di medie e grandi dimensioni, ma la quota maggiore è costituita da motorini piccoli ed economici venduti nel mercato asiatico e nelle economie emergenti.

Le moto giapponesi di media e grandi cilindrata prodotte da Yamaha, Kawasaki, Honda o Suzuki dominano da molti anni anche le gare di MotoGP con design e tecnologie da corsa avanzate. All’appassionato motociclista da strada ovviamente non servono simili prestazioni per viaggiare la domenica con la fidanzata, ma i modelli iconici come la Ninja e la KLR Kawasaki o la Honda CB500 sono entrati nell’immaginario collettivo ancora prima della Yamaha è YZF-R6 di Valentino Rossi.

Marche moto giapponesi

Le moto giapponesi rappresentano una lunga storia di innovazioni e ancora oggi stupiscono per forme e caratteristiche innovative i visitatori dell’Eicma, fiera di settore che raccoglie tutti gli ultimi modelli. Comode da guidare, affidabili, divertenti, sicure e con grandi prestazioni. Sono mezzi ideali e maneggevoli per chi ha appena iniziato a guidare ma anche motociclette versatili, agili, veloci e scattanti per chi ama la guida sportiva e l’avventura con un comfort ai massimi livelli.

Sui siti online delle case motociclistiche giapponesi oltre ai nuovi modelli viene descritto il loro passato prestigioso e la propria storia su strada e pista. Immagini, caratteristiche tecniche e prove su strada possono aiutare nella scelta di una moto giapponese.

Honda Honda, la principale azienda produttrice di moto al mondo, ha una lunga storia che risale al 1948. Con un’ampia gamma di moto e scooter, Honda è un punto di riferimento per l’affidabilità e l’innovazione nel settore delle due ruote

Yamaha Yamaha è la seconda azienda più grande nella produzione di moto e scooter a livello globale. Fondata nel 1955, Yamaha ha una solida reputazione per la qualità dei suoi veicoli motorizzati ed è nota per il suo coinvolgimento nelle competizioni motociclistiche, supportando il famoso pilota Valentino Rossi

Suzuki Fondata nel 1909, Suzuki è un marchio giapponese che produce moto, automobili e motori per barche. Riconosciuta per la sua presenza nelle competizioni motociclistiche su pista, ha ottenuto numerosi successi e ha vinto tre titoli nella classe 500

Kawasaki Oltre alla produzione di moto, Kawasaki è una rinomata industria giapponese che offre una vasta gamma di prodotti, tra cui veicoli fuoristrada, trattori, treni, robot industriali e velivoli militari. È nota per la sua ricerca di equilibrio tra potenza e agilità nelle sue moto

Modelli di motociclette famose

Le quattro marche di moto giapponesi più famose e importanti hanno contribuito in modo significativo allo sviluppo e alla diffusione delle moto nel mondo, grazie alla loro capacità di innovare e di adattarsi alle esigenze dei vari mercati. La Honda è stata la prima marca giapponese a sfidare le case europee e americane nel campo delle competizioni sportive.

Negli anni ’50 e ’60, la Honda domina il campionato mondiale di motociclismo con piloti come Mike Hailwood, Jim Redman e Giacomo Agostini. La Honda è anche nota per aver creato modelli storici come la CB750 Four del 1969, considerata la prima superbike della storia; la Gold Wing del 1974, una delle moto più famose per i viaggi a lunga distanza; e la CBR900RR Fireblade del 1992, una delle moto più leggere e potenti della sua categoria.

La Yamaha è stata la prima marca giapponese a introdurre il motore a due tempi nelle moto da strada, grazie al modello RD350 del 1973. La Yamaha è anche famosa per aver creato modelli come la XT500 del 1975, una delle prime moto da enduro; la V-Max del 1985, una delle moto più veloci e potenti del mondo; e la R1 del 1998, una delle moto più avanzate dal punto di vista tecnologico.

La Suzuki è stata la prima marca giapponese a lanciare una moto con motore turbo, la XN85 del 1982. La Suzuki è anche conosciuta per aver creato modelli come la GSX-R750 del 1985, una delle prime moto da corsa omologate per la strada; la Hayabusa del 1999, una delle moto più veloci del mondo; e la V-Strom del 2002, una delle moto più versatili e adatte per il turismo.

La Kawasaki è stata la prima marca giapponese a produrre una moto con motore a sei cilindri, la Z1300 del 1978. La Kawasaki è anche celebre per aver creato modelli come la Z1 del 1972, una delle prime moto con motore a quattro cilindri; la Ninja ZX-10R del 2004, una delle moto più performanti e aggressive della sua categoria; e la Z1000 del 2003, una delle moto più stilose e caratteristiche del segmento naked.

Altre marche giapponesi

Oltre alle quattro grandi marche di moto giapponesi, ce ne sono altre che meritano di essere ricordate, anche se hanno avuto meno successo o sono scomparse dal mercato. Queste aziende hanno contribuito alla diversità e all’evoluzione dell’industria delle due ruote in Giappone. Sebbene non siano così conosciute hanno contribuito alla storia portando la propria unicità nel panorama motociclistico.

Una di queste marche è Meguro, fondata nel 1937 e successivamente acquisita dalla Kawasaki nel 1964. La Meguro era nota per aver prodotto modelli ispirati alle moto inglesi, come la Meguro Z7 del 1958, una fedele copia della BSA A7.

Un’altra marca degna di menzione è Bridgestone, fondata nel 1931 come produttore di pneumatici e attiva nel settore delle moto dal 1958 al 1971. La Bridgestone era famosa per aver prodotto modelli con motore a due tempi di alta qualità, come la Bridgestone GTR350 del 1967.

La Tohatsu, fondata nel 1922 come produttore di motori marini, ha anche avuto una breve avventura nel settore delle moto dal 1950 al 1964. La Tohatsu era conosciuta per aver prodotto modelli con motore a due tempi di piccola cilindrata, come la Tohatsu Runpet Sport CA2 del 1962.

La Daihatsu, fondata nel 1907 come produttore di motori a combustione interna, ha brevemente incursione nel settore delle moto dal 1957 al 1966. La Daihatsu era nota per aver prodotto modelli con motore a quattro tempi di bassa cilindrata, come la Daihatsu Hi-Jet S65 del 1964.

Infine, la Fuji Heavy Industries (FHI), fondata nel 1953 come produttore di aeroplani, si è avventurata nel settore delle moto dal 1958 al 1968. La FHI era famosa per aver prodotto modelli con motore a due tempi di media cilindrata, come la FHI Rabbit S-202 del 1964.