ciminiere che inquinano aria

Gli effetti dell’inquinamento dell’aria sulla salute sono allarmanti e i dati di molte città in Italia e nel mondo sono pessimi. Quali sono le cause dello smog, come migliorare la qualità di ciò che respiriamo con interventi strutturali e i piccoli rimedi personali

L’inquinamento dell’aria è un grande problema irrisolto a livello mondiale. Quando pioggia e vento si fanno desiderare e il meteo presenta condizioni stabili, il problema dello smog emerge in tutta la sua gravità in molte città italiane. Gli studi sottolinenano come la qualità dell’aria che respiriamo dipenda in larga parte da stili e modelli di vita oramai insostenibili per natura, ambiente e uomo.

Non sempre i cittadini sono pronti ad accettare le misure e rimedi attuati da sindaci e amministratori contro lo smog, ma se conoscessero le conseguenze dell’inquinamento dell’aria su salute e aspettativa di vita, non esiterebbero a cambiare abitudini. La relazione tra cattiva qualità dell’aria e malattie è scientificamente provata specie in bambini e anziani: non c’è più tempo da perdere per trovare soluzioni.

Indice

Cause inquinamento dell’aria

L’inquinamento dell’aria è un problema in Italia ed in ogni parte del pianeta. Oltre alle attività umane ha anche cause naturali come cambiamenti climatici, tempeste che trasportano polvere, fenomeni siccitosi, mancanza di vento oppure eruzioni vulcaniche. I gas normalmente rilasciati dai processi dell’uomo allungano la lista di fonti inquinanti. Ciò che di cattivo respiriamo nelle città dipende in larga misura da stili di vita sempre più insostenibili.

L’uomo è la principale causa di inquinamento atmosferico che può migliorare o peggiorare a seconda di meteo, caratteristiche urbane, industriali e agricole delle città. L’utilizzo indiscriminato di mezzi di trasporto inefficienti alimentati con combustibili fossili benzina e diesel è tra i responsabili dell’emissione di particolato fine (Pm2.5) insieme a riscaldamento domestico, processi industriali e combustione di legna.

Le polveri sottili sono emesse da attività industriali che rilasciano fumi tossici, centrali elettriche alimentate a carbone e dai gas dovuti allo smaltimento dei rifiuti. Peggiorano la qualità dell’aria anche le attività agricole, gli allevamenti intensivi e l’uso di insetticidi, pesticidi e fertilizzanti. Ci sono poi le attività domestiche con l’utilizzo di vernici e sostanze tossiche di varia natura contenute nei prodotti per la casa. Il Pm10 è dovuto a processi meccanici industriali e ancora alle automobili (freni, pneumatici ecc).

Secondo la ricerca Counting the costs of industrial pollution pubblicata dall’European Environment Agency, l’inquinamento dell’aria non fa solo strage di vite umane ma anche di risorse economiche. La stima dei danni economici e dei costi sociali causati nel 2017 dalle emissioni industriali, tenendo conto delle conseguenze collaterali dannose su salute umana, ambiente e clima, solo in Europa è tra i 277 e i 433 miliardi di euro.

Inquinamento aria in Italia

Cosa respiriamo nelle città italiane? Leggendo i dati sull’inquinamento dell’aria di Roma, Milano, Verona e Torino c’è poco da stare tranquilli. Molte città italiane superano in pochi mesi i limiti sicurezza annuali imposti dalla Unione Europea per la concentrazione di polveri inquinanti. Purtroppo ogni anno la storia si ripete nei periodi in cui domina l’alta pressione e non ci sono precipitazioni eppure nessuno sembra in grado di affrontare seriamente la situazione.

Il report di Legambiente Mal’aria edizione speciale certifica una situazione pessima dei livelli di polveri sottili e biossido di azoto. Le pagelle sulla qualità dell’aria stilata in base a 5 anni di osservazioni in 97 città danno solo al 15% dei centri urbani la sufficienza. Gravemente insufficienti con zero in pagella sono Como, Milano, Palermo, Roma e Torino. Fanno meglio Sassari, Macerata, Enna, Campobasso Catanzaro, Nuoro, Verbania, Grosseto e Viterbo.

Il livello di Pm10 scende sotto la soglia consigliata dall’Oms solo nel 20% delle città italiane, quello di Pm2,5 solo nel 6%. Nella classifica delle città europee con l’aria migliore redatta dall’EEA molte città italiane occupano gli ultimi posti. Le immagini satellitari scattate all’inizio dell’epidemia di Covid hanno evidenziato come la riduzione di traffico ed attività abbiano fatto diminuire notevolmente il livello di emissioni in pianura padana.

Questa teoria però non trova conferma nei dati rilevati da Arpa Lombardia (Agenzia regionale per la protezione ambientale), in particolare relativamente alle polveri sottili. Malgrado una diminuizione del traffico di auto e aerei dell’80% a cui è corrisposto un calo dei consumi elettrici del 30% e dei riscaldamenti in negozi e uffici del 70%, l’andamento del Pm10 non ha subito un tracollo così evidente.

L’impatto del lockdown sulla qualità dell’aria è stato inferiore alle aspettative in particolare per quanto riguarda il Pm10 secondario che rappresenta una percentuale tra il 40 e il 60% sul totale, ed è quello che si crea in atmosfera a seguito della reazione chimiche degli inquinanti. L’ammoniaca ad esempio è rimasta invariata e di poco è calato il biossido di azoto. Oltre ad un futuro di auto elettriche, per migliorare l’aria arebbero quindi da ridurre gli allevamenti e i riscaldamenti da stufe a pellet e camini a legna.

Inquinamento aria e salute

L’inquinamento dell’aria a lungo andare quanto compromette la salute? Secondo i più recenti studi la cattiva qualità  di ciò che respiriamo è il più grande assassino globale e causa ogni anno oltre 66 mila decessi solo in Italia, 467 mila in tutta Europa e 8 milioni nel mondo. Un articolo pubblicato sull’European Respiratory Journal sostiene che l’inquinamento dell’aria sia tra le più gravi minacce per la salute dei cittadini europei.

Si calcolano 8,6 mesi di aspettativa di vita persa in Europa a causa dello smog nelle grandi città per malattie respiratorie, problemi cardiaci e tumori. Secondo l’Organizzazione Mondiale della sanità oltre il 92% di persone nel mondo respira aria inquinata. Nella metà delle 1600 città analizzate nello studio ci sono valori di particolato (PM) al di sopra dei limiti di sicurezza, in particolare nelle regioni più povere del Sud-Est asiatico e del Pacifico occidentale.

Secondo le ultimissime ricerche dell’Agenzia europea per l’ambiente realizzate tra il 2000 e il 2014 in oltre 400 città, anche l’85% dei cittadini europei che vive nei centri urbani respira elementi dannosi per la salute come Pm 2.5, diossido di azoto e particolato. Sul pianeta 235 milioni di persone soffrono di asma e sono circa 3 milioni i decessi causati della BPCO, la broncopneumopatia cronica ostruttiva.

Le malattie croniche nei grandi centri urbani si registrano in una misura superiore dal 19% al 54% rispetto a chi vive fuori città. Gli agenti inquinanti sono più dannosi in estate e con temperature elevate, tanto che nella stagione calda i decessi a seguito di malattie respiratorie croniche sono molto più elevati. L’esposizione allo smog favorisce anche danni alla pelle. Allergie e dermatiti sono sempre più frequenti. La pelle subisce un precoce invecchiamento perchè intacca il collagene favorendo le macchie scure.

Correlazione smog malattie

Secondo i medici smog, polveri sottili e ozono favoriscono l’insorgenza di patologie e peggiorano problemi cardiaci e varie infiammazioni delle vie aeree potenziando l’azione degli allergeni inalati. Un recente studio dell’Università Cattolica Policlinico Gemelli di Roma ha stabilito una diretta conseguenza tra aria inquinata e infarto in soggetti predisposti poichè lo smog produce una infiammazione cronica all’endotelio che riveste internamente i vasi del cuore.

l rischio di contrarre un infarto in chi è affetto da ischemia miocardica cronica e vive in zone molto inquinate dal traffico automobilistico salirebbe addirittura di 11 volte. Il fumo di sigaretta attivo o passivo non può che peggiorare le cose. Anche gli agenti patogeni come il Coronavirus si diffondono maggiormente proprio a causa dell’inquinamento dell’aria ed effetti ancora maggiori sono a carico di chi soffre di problemi respiratori

Secondo ricerche svolte in Italia e nel resto d’Europa a cominciare dal 1985, la diffusione dei casi di malattie respiratorie negli ultimi 30 anni è raddoppiata. Riniti, asma e altre malattie respiratorie allergiche sono riscontrate principalmente tra chi vive nelle aree urbane e respira NO2, PM10 e anitride solforosa prodotta da riscaldamento e gas di scarico delle automobili. Solo in Italia ci sono 3 milioni di persone asmatiche, di cui i bambini rappresentano un buon 10%.

Tra i bambini piccoli preoccupa l’aumento di patologie come tosse e asma. Uno studio realizzato in Inghilterra dall’università di Cardiff su 8 milioni di neonati ha correlato l’effetto dei singoli inquinanti alla mortalità infantile. Il rischio di morte prematura cresce tra il 20 e il 40% fino al ventottesimo giorno di vita e tra il 30 e il 50% fino al primo anno di età. Una ricerca dell’università di Leicester ha rilevato come l’inquinamento da traffico in gravidanza provochi un ritardo nello sviluppo dei polmoni.

Conseguenze su occhi e cervello

L’inquinamento dell’aria purtroppo non danneggia solo pelle, polmoni e apparato cardiocircolatorio, ma anche gli occhi e il cervello. Le polveri sottili contenute nello smog vengono assorbite anche dalla mucosa congiuntiva oculare modificando la naturale lubrificazione dell’occhio. Anche in questo caso i bambini per motivi di altezza sono i più colpiti dallo smog dovuto al traffico veicolare.

Uno studio del British Medical Journal realizzato a Dehli, una delle città più inquinate al mondo, negli ultimi anni ha riscontrato un aumento di casi di disturbi corneali nei bambini del 40%. Gli occhi che si infiammano e possono lacrimare ed essere soggetti a prurito anche senza presenza di corpi estranei. Il consiglio degli esperti è quello di non uscire di casa con i figli piccoli nelle ore di massima concentrazione o di utilizzare passeggini con un supporto particolarmente alto.

L’effetto dell’inquinamento dell’aria sul cervello descritto dall’esperta di sanità pubblica María Neira è ancora più devastante. I diecimila litri di aria al giorno che respiriamo contengono sostanze chimiche che alla lunga vengono assorbite dal sangue e determinano il cattivo funzionamento di tutti i nostri principali organi vitali, influendo su sistema nervoso centrale e cervello. Ciò avviene fin da neonati attraverso la placenta e si pensa possa avere effetti negativi sui processi cognitivi dei bambini, causare autismo, deficit di attenzione e iperattività.

Inquinamento aria e Coronavirus

Gli studiosi si sono chiesti se l’inquinamento dell’aria abbia un qualche ruolo anche nel peggiorare o veicolare pandemie come quelle del Coronavirus. La prima ipotesi, fatta sulla base di studi realizzati con epidemie come la Sars che ha colpito alcune zone del pianeta nel 2003, è che le persone che respirano aria cattiva siano più esposte e meno in grado di reagire agli effetti di infezioni come quella del Covid19. I dati dicono che c’è un incremento di casi gravi dell’84.

Secondo un’altra ricerca realizzate dalla Sima (Società Italiana di medicina ambientale), le particelle di Pm10 giocano un ruolo fondamentale anche come vettori di virus e contaminanti chimici e biologici. Una ulteriore conferma viene da uno studio condotto da vari ricercatori italiani che dimostra come le polveri sottili possano aumentare del doppio la mortalità. Questo spiega la veloce diffusione del Coronavirus nella pianura padana, da sempre zona a rischio per le malattie respiratorie e come la diffusione del contagi sia stata minore in altre zone dell’Italia.

L’effetto a lungo termine dell’inquinamento dell’aria in relazione alla letalità del Covid 19 è stato monitorato anche negli Stati Uniti dall’Università di Havard. Lo studio dopo avere analizzato dati accolti in circa 3.000 contee negli Stati Uniti dove vive il 98% della popolazione, sostiene che la minaccia dei virus è sicuramente maggiore dove l’aria è inquinata. In particolare basterebbe respirare un microgrammo in più di particolato ultrasottile di pm 2,5 perchè il tasso il tasso di mortalità dovuto al coronavirus cresca del 15%.

Difendersi dall’inquinamento

Cosa fare per limitare i danni da inquinamento dell’aria? Ecco alcuni tra i consigli più diffusi degli esperti per cercare di ridurre l’impatto delle sostanze inquinanti. Correre o andare in bicicletta così come camminare o fare qualsiasi attività aerobica migliora la forma fisica e la capacità di smaltire le scorie del nostro organismo. Ma un areosol di smog potrebbe vanificare ogni beneficio.

Bambini e anziani sono più esposti alle conseguenze dell’inquinamento atmosferico, insieme alle persone che già soffrono di patologie respiratorie. Proprio queste categorie dovrebbero evitare di frequentare scuole e di vivere in abitazioni vicino a strade trafficate. I bambini piccoli dovrebbero essere trasportati in passeggini alti o nel marsupio e dovrebbero essere sottoposti a lavaggio nasale la sera. In casa è utile ventilare le camere nelle ore notturne.

Si dovrebbe quindi evitare di passeggiare durante le ore più trafficate, così come di fare sport. E’ da verificare l’adozione di piante antismog in grado di migliorare l’assorbimento delle polvere sottili e di altri agenti inquinanti. Chi soffre di patologie respiratorie o cardiache deve fare ancora più attenzione per evitare l’aggravarsi della situazione ad esempio utilizzando mascherine quando si trova nel traffico automobilistico e utilizzando purificatori di aria in casa.

Purificare l’aria in casa

Per controllare l’inquinamento atmosferico di uffici e scuole esistono sistemi come Fybra, che attraverso speciali sensori controlla anidride carbonica, temperatura e umidità suggerendo il momento migliore per aprire le finestre, areare gli ambienti e richiuderle evitando sprechi di calore ed energia.  Nuvap è un altro sistema per monitorare e valutare la qualità dell’aria negli ambienti di lavoro.

Per conoscere la qualità dell’aria in casa esistono anche apparecchi come l’Helty Home Coacth che fornisce dei suggerimenti per creare un ambiente più sano. Tramite una apposita App per smartphone si possono controllare umidità, temperatura e livelli di CO2. Non sono certo la soluzione dei problemi di inquinamento dell’aria ma possono essere utili per chi soffre d’asma. Qualcosa in più lo propongono i ventilconvettori per depurare l’aria.

Aermec ha sviluppato dei sistemi per l’igiene dell’aria in ambienti chiusi che funziona sul principio della ionizzazione. La bolognese Beghelli ha installato nelle classi di un liceo di Bari Sanificaria Beghelli utilizza raggi ultravioletti per aspirare l’aria ed emetterla purificata da virus e batteri, mentre Dyson Purifier sono una serie di purificatori che oltre a catturare virus e altre particelle inquinanti piccole fino a 0,1 micron, mantengono una temperatura ideale nella stanza.

Rimedi inquinamento globali

La qualità dell’aria delle città negli ultimi decenni è migliorata ma ciò non ci libera dal problema. Ci sono studi che dimostrano come la sfida dello smog nelle città deve essere affrontata in due direzioni: la riduzione del traffico veicolare, specie a gasolio e quella delle fonti di riscaldamento da combustibile fossile che producono particelle inquinanti di piccolo diametro. In questo settore c’è ancora molto da fare, non solo limitando stufe, camini o legna delle pizzerie.

Per ridurre l’inquinamento atmosferico si devono cambiare gli stili di vita, consumare in modo consapevole e utilizzare meno oggetti, non consumare cibo in eccesso, favorire il riciclo in ogni settore. Stati Uniti, Cina, India ed Europa si devono impegnaree nel trovare soluzioni cominciando ad abbassare i valori limite per gli inquinanti atmosferici ampiamente superiori a quelli raccomandati dall’OMS. Va in questa direzione una direttiva approvata dal parlamento europeo che fissa nuovi limiti entro il 2030.

Produrre energia inquina e quindi si dovrebbe incentivare l’utilizzo di fonti rinnovabili come l’energia solare, eolica e geotermica, sia a livello industriale che privato. Tutti dovrebbero provare anche a risparmiare energia, innanzitutto spegnendo dispositivi e luci quando non vengono utilizzati. Solo gli apparecchi di casa in standby costano fino a 250 euro all’anno, equivalenti all’energia fornita da 8 centrali termoelettriche.

Le particelle ultrafini dei veicoli a motore sono tra le maggiori cause di inquinamento dell’aria e le più dannose, insieme al riscaldamento domestico. Ma non si risolve il problema limitando il traffico due giorni all’anno o mettendo un pedaggio d’ingresso nei centri città. In pochi lasciano l’auto in box e vanno al lavoro a piedi, in bici o in tram. Per convincere le persone forse basterebbe mettere qualche autobus in più, rendere i trasporti pubblici efficienti e soprattutto informare: respirando male si possono perdere oltre 8 mesi di vita.

Limitare traffico cittadino

La pianura padana e le regioni di Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto figurano tra le zone più inquinate del mondo. Il livello di Pm10 fuorilegge riguarda il 67% delle città italiane per le particolari condizioni climatiche e l’elevato traffico di auto. Nelle città italiane siamo arrivati ad un punto di non ritorno e sono state adottate alcune nuove regole che limitano l’utilizzo delle auto diesel.

Dato che la maggioranza dei cittadini usa l’auto per piccoli spostamenti inferiori ai 2,5 km, per disincentivare l’uso delle auto e favorire la bicicletta, e mezzi di trasporto alternativi come i monopattini e servizi pubblici, alcune città hanno anche limitato l’ingresso in centro imponendo pedaggi dal costo abbastanza elevato. I residenti hanno alcune agevolazioni e un numero limitato di pass gratuiti mentre sono esentati dal pagamento bici, moto e motorini.

Londra ha introdotto lo stesso criterio nel 2003 per un’area di 20 Km, ma offrendo uno sconto del 90% ai residenti. Stoccolma ha una congestion charge estesa su 47 Km quadrati e il prezzo medio per entrare in auto è di 2 euro. Infine la Germania ha forme di limitazione del traffico più o meno estese in 71 città. A Tokjo c’è un’auto ogni due famiglie e non due ogni famiglia come in Italia; solo il 6% degli abitanti usa l’auto tutti i giorni, mentre il 75% usa i mezzi pubblici contro il 20% di Roma.

Secondo gli esperti servirebbero misure ancora più drastiche per incoraggiare le persone a usare i trasporti pubblici. La mobilità sostenibile oggi presenta nuove tecnologie e servizi per viaggiare con un minore impatto sull’ambiente. Se auto elettriche, biciclette e scooter elettrici  costano troppo, esistono servizi di car sharing o car pooling con cui condividere l’auto risparmiando energia e denaro.

Multare auto con motore acceso

Tra gli altri rimedi per diminuire l’inquinamento dell’aria in alcune città è vietato lasciare il motore acceso mentre la macchina è parcheggiata. Lo sanno bene le mamme e i papà: quante volte capita di passare vicino ad auto ferme con il motore acceso in estate o inverno con gli scarichi che puntano direttamente nel naso dei bimbi? Un comportamento che in molte città europee non è permesso e duramente sanzionato. Ma per quale motivo si dovrebbe tenere acceso il motore in sosta con quello che costa la benzina?

Molti automobilisti hanno questa abitudine, forse per attivare il riscaldamento o l’aria condizionata. Sta di fatto che a Madrid chi infrange questa norma senza alcun valido motivo viene multato con 100 euro. La misura è solo una delle 70 prese dall’amministrazione cittadina per diminuire le emissioni di inquinanti e non riguarda veicoli elettrici, ibridi, polizia e ambulanze. Madrid non è l’unica città a mobilitarsi in questo senso: a Londra il sindaco Boris Johnson ha imposto ai guidatori in sosta un tempo massimo di 60 secondi con il motore acceso pena una multa di circa 50 euro.

E in Italia? Anche da noi il codice della strada prevede che il motore venga spento una volta che l’auto è ferma in sosta. Lo dice il paragrafo 7 bis dell’articolo 157 del Codice della strada, dedicato specialmente a chi in estate tiene acceso il motore per l’aria condizionata o in inverno per il riscaldamento. Chi infrange la regola rischia una multa salata, ma nel paese dell’auto in sosta in doppia fila è difficile che qualcuno l’abbia mai presa sul serio.

Cemento mangia smog

Una soluzione all’inquinamento dell’aria nelle città potrebbe arrivare dal basso. Si chiama TX Active la sostanza rivoluzionaria che introdotta nei prodotti cementizi sarebbe in grado di abbattere gli agenti inquinanti emessi dal traffico veicolare. La definizione più appropriata per il TX Active è di eco rivestimento, proprio per sottolineare il concetto di copertura ‘assorbi e mangia smog’ adatto sia per l’asfalto nelle strade che sulle pareti degli edifici.

Prodotto dopo 10 anni di ricerca dal Gruppo Italcementi è capace di assorbire, fagocitare e quindi ridurre l’inquinamento soprattutto nelle grande città metropolitane. La paternità della scoperta è da attribuire al professor Luigi Cassar e tutto parte dal biossido di titanio che con semplici reazioni chimiche, riduce le sostanze inquinanti tossiche presenti nell’aria che respiriamo come per esempio i gas da combustione più comuni.

Gli studiosi ipotizzano per una città come Milano una riduzione di circa il 50% di monossido di carbonio di l’anidride solforosa se si potesse rivestire di TX Active almeno il 15% delle superfici degli edifici presenti. Dopo i primi esperimenti e la nomination degli European Inventor Award 2014 non resta che aspettare i nuovi sviluppi della lotta all’inquinamento.