
L’importanza di una informazione libera e indipendente per contrastare fake news e propaganda politica. Come combattere disinformazione, complotti e odio online. La controinformazione alternativa in ambito politico, economico e medico scientifico
La libertà di espressione e una informazione libera, affidabile e imparziale sono alla base della democrazia e della buona politica. Lo abbiamo sempre saputo ma durante la pandemia il problema della disinformazione è emerso in tutta la sua gravità. Se vincono fake news e propaganda strumentale viene meno la consapevolezza personale e la capacità di scegliere il proprio bene e quello degli altri.
Il concetto di informazione libera corre parallelo a quello di affidabilità delle notizie, completamente stravolto da internet. Sui social le news sono disintermediate dagli editori, arrivano dal basso in modo più o meno naturale, prive di critica o addirittura di aderenza con i fatti reali. Eppure le fake news veicolano milioni di click che possono avere un valore fattuale agli occhi dei navigatori più sprovveduti.
Indice
- Informazione libera online
- L’era della disinformazione
- Notizie su Google News
- Fake news e cervello
- Disinformazione e odio online
- Social e complotti
- Bot contro notizie false
- Informazione e propaganda
- Contro informazione libera
Informazione libera online
Le società democratiche più evolute hanno sempre invocato a gran voce la possibilità di avere una informazione libera svincolata da logiche strumentali. Da una parte c’è il mondo nella sua complessità e dall’altra un lavoro di consapevolezza dei cittadini che richiede impegno, disciplina e studio. Una lavoro di costruzione di valori personali che a partire da genitori, insegnanti, amici, si completa con esperienze, viaggi, la lettura di libri e notizie sul mondo che ci circonda.
É l’informazione libera a formare opinioni, magari anche sbagliate, ma in qualche modo fondate. Oggi le grandi agenzie stampa internazionali dettano i temi quotidiani, poi sul web ognuno è libero di dire ciò che pensa in ogni momento della giornata e magari di avere un seguito di migliaia o milioni di persone. Il problema è che i social favoriscono il positivo scambio di opinioni e fatti reali, ma anche di falsità.
I contenuti su internet sono spesso disintermediati, non esiste una catena di controllo che dal direttore editoriale arriva fino all’ultimo dei giornalisti. Più che sull’affidabilità delle notizie il potere persuasivo dei nuovi media basa la sua forza sull’emotività delle persone. Sta al lettore costruirsi una propria opinione consapevole basata sui fatti reali per non cadere vittima di fake news create anche da finti utenti e software.
Il concetto di informazione libera su internet non è semplice perchè chi gestisce la disinformazione può contare sulla collaborazione di falsi bot, follower e influencer non sempre autonomi. Chi lancia campagne controverse destabilizza l’opinione pubblica approfittando di un sistema online con regole e norme non chiare o aggirabili. Ma oltre a regolamentare internet servirebbe alfabetizzare gli utenti perchè pochi sanno davvero come funzionano gli algoritmi dei social media con conseguenze pericolose.
L’era della disinformazione
Uno dei grandi problemi della democrazia è la disinformazione che mina la fiducia delle persone ostacolando la risoluzione di problemi in politica, affari, tecnologia, scienza e sanità. Chi può avere interesse nel diffondere notizie false? Ovviamente i regimi autoritari o i governi, ma anche imprese e aziende che combattono in modo scorretto i concorrenti, ad esempio screditando scoperte scientifiche che possono rallentare i loro interessi.
Secondo il Reuters Institute di Oxford i navigatori sono consapevoli dell’importanza di una informazione libera, affidabile e imparziale. Il 7% della popolazione ignora i media tradizionali perchè pensa siano solo ed esclusivamente pilotati dai grandi interessi. Nel sottolineare come le persone siano meno fiduciose dei media tradizionali, l’Edelman Trust Barometer dice però che solo 1 lettore su 4 controlla la fonte da cui proviene una notizia e il 57% la condivide sui social semplicemente guardando il titolo, senza neppure leggerla.
Per l’Osservatorio scienza tecnologia e società realizzato da Observa, anche agli italiani sono abbastanza consapevoli dell’esistenza di notizie false e tendenziose non supportate da fatti. L’87% si mostra generalmente scettico, mentre esiste una vera sfiducia su notizie in ambito medico sanitario (75%) o scientifico (63%). Il 19% dei navigatori online sostiene che su certi argomenti dovrebbero esprimersi solo gli specialisti, poi però cerca su Google News e si abbandona a commenti di ogni tipo.
Notizie su Google News
Per trovare conferma alle proprie tesi, di qualunque natura esse siano, c’è chi si affida a Google News, come se questo servizio fosse infallibile o facesse parte di gruppo editoriale in grado di garantire sempre e comunque l’affidabilità delle notizie. Malgrado gli sforzi di Google nel garantire la massima qualità editoriale delle fonti, in realtà è un semplice collettore di notizie, scelte attraverso sofisticati algoritmi di machine learning e riassunte sulla pagina web principale del servizio e della relativa App.
Come nel caso di una normale ricerca sui motori, non sono esseri umani a selezionare gli articoli, ma crawler automatici che scansionano la rete per trovare informazioni tra milioni di siti. Google News non paga gli editori che pubblicano notizie originali, ma essere nei suoi elenchi serve a raggiungere un pubblico più ampio.
Blog, riviste, quotidiani grandi e piccoli dispongono di un apposito servizio attraverso cui segnalare la propria fonte. Per i lettori il vantaggio è trovare in un unico luogo molte notizie categorizzate per argomenti. Come sempre sta a discrezione degli utenti stabilire quale siano le migliori fonti di informazione libera, anche se Google cerca di dare maggior peso alle testate più importanti e affidabili.
Fake news e cervello
In certi casi fake news e disinformazione possono alimentare il panico, come è successo con il Coronavirus, dove si è parlato addirittura di infodemic. Sia che si tratti di vaccini o di altre informazioni, il cervello dell’uomo sembra volere credere alle notizie false. Secondo gli scienziati esiste una spiegazione evoluzionistica che va oltre le ‘camere dell’eco’ create dagli algoritmi che sui social polarizzano le convinzioni.
Il punto è che una notizia, anche quando è chiaramente falsa, segna la percezione umana più che la sua smentita o correzione. Questa ‘miopia metacognitiva‘ é sempre servita all’uomo per scappare dai pericoli e salvarsi anche in caso di falsi allarmi. Secondo uno nuovo studio dell’Università del Kansas il problema diventa molto evidente quando gli articoli riguardano direttamente la salute. Più le persone sono coinvolte da ciò che leggono, meno valutano le credenziali dell’autore e l’attendibilità della fonte di notizie.
Quando si è molto interessati all’argomento, si crede più facilmente alle cose che girano in rete e si condividono indipendentemente dal fatto che siano più o meno credibili. Chi ha minore esperienza nell’uso dei social e della tecnologia cade più spesso in questo errore. Poi ovviamente c’è chi condivide fake news in cattiva fede o per interessi personali. A questo punto il legislatore dovrebbe intervenire?
Le opinioni sono contrastanti perchè in un sistema che garantisce libertà di espressione, ogni limitazione alla informazione libera diventa una censura. Per contrastare le notizie false di pura propaganda servirebbe una governace dei social comune ben difficile da sviluppare. Facebook ad esempio ha sospeso gli account di alcuni politici e attraverso il counterspeech cerca di stimolare una maggiore consapevolezza e responsabilità degli utenti.
Disinformazione e odio online
Nell’era di internet la qualità delle notizie è più importante della quantità per non cadere nel tranello delle fake news che spopolano in rete su argomenti che riguardano tecnologia, scienza medicina e ovviamente politica. Essere semplicemente contro o negare i problemi non rende nessuno migliore e ha ben poco di rivoluzionario. L’adesione incondizionata a gruppi o idee, spesso alimentate da sentimenti anti sistema o dalla voglia di rivalsa, non porta a nulla.
La disinformazione su internet sembra invece fatta apposta per polarizzare le opinioni fino a diffondere rabbia e ostilità attraverso il cosiddetto hate speech. I meccanismi di questo sentimento, da sempre parte della natura umana, sono ben spiegati nel libro “La mente ostile” di Milena Santerini (Cortina Editore). Sul web individualismo e depressione sociale creano fenomeni estremi di odio online che dispone di mezzi sofisticati per espandersi.
Il fenomeno degli haters può colpire ogni genere di persona e argomento veicolato da vari motivi: provocazione, sfida, ideologia. Alla base c’è comunque un modo distorto di leggere le informazioni. La comunicazione di massa e l’utilizzo dei social possono amplificare questi fenomeni a cui contribuiscono la facile reperibilità di fake news sui motori di ricerca. Spesso ai navigatori basta che Google mostri un contenuto o una notizia in prima pagina per ritenerlo vero e affidabile.
La velocità con cui si cercano notizie online non aiuta a verificare la correttezza delle informazioni e il cosiddetto multitasking, che fa leggere notizie insieme allo svolgimento di altre attività, non aiuta a comprendere la complessità del mondo. Questa maggiore superficialità di analisi produce minore riflessività e maggiore aggressività istintiva. Quando tutto ciò ha una rilevanza anche economica (incremento di click), si crea un grave problema per la democrazia.
Social e complotti
Del fenomeno della disinformazione sul web fanno parte le trame complottiste che nascono e si diffondono sui social network. Uno studio intitolato ‘The echo chamber effect on social media‘ pubblicato su Pnas, spiega come il ruolo di Facebook e Twitter sia alla base di molte teorie cospiratorie che infiammano e dividono la popolazione su fronti contrapposti. I complotti sono sempre esistiti nella storia, ma quelli che si generano sul web sono frutto di una semplificazione in cui cadono gruppi di persone alla ricerca di un nemico comune.
Il complottismo non cerca soluzioni ed é un fenomeno irrazionale che si alimenta di indignazione ed emotività, spesso scatenata dalla cattiva informazione. Ancora una volta gli algoritmi dei social favoriscono questi processi dato che sono progettati per unire persone in gruppi che la pensano allo stesso modo, cui suggeriscono contenuti e notizie simili che di fatto eliminano qualsiasi contraddittorio.
Analizzando 100 milioni di messaggi sulle maggiori piattaforme online, gli studiosi hanno scoperto che i partecipanti alle discussioni è come se entrassero in ‘bolle di persone‘ con ideologie tutte uguali. La mancanza di un dialogo costruttivo e le polarizzazioni non fanno altro che avvelenare il clima politico e sociale e non hanno nulla a che vedere con una sana informazione libera e indipendente.
Bot contro le notizie false
Fake news sotto forma di notizie del tutto infondate e complotti possono essere diffusi in modo molto efficace su internet e sui social. Secondo uno studio dell’Agcom, garante delle comunicazioni, le notizie fasulle che circolano in rete sono circa l’1% su un totale di diverse decine di milioni. In Italia ci sono percentuali molto più alte che riguardano le fake su scienza, tecnologia, cronaca e spettacolo.
Non importa se le fake news includano verità o falsità e nemmeno se vengano commentate in modo positivo o negativo. Propagandosi in modo virale attraverso la rete come ‘meme’ per milioni di volte, possono comunque generare interesse o creare dibattiti pubblici e scontri politici. Chi li promuove ha finalità politiche, ideologiche o economiche, con problemi evidenti sul piano della tenuta democratica delle nazioni.
Scienziati informatici ma anche neuroscienziati e sociologi di tutto il mondo stanno lavorando con Google, Facebook e Twitter nel tentativo di combattere le fake news in rete che in oltre il 10% dei casi sono generati da utenti falsi, software e bot. Il progetto Toffee (Tool for fighting fakes) della scuola universitaria Imt di Lucca in collaborazione con il Cnr, ad esempio utilizza anti-bot e algoritmi basati sull’intelligenza artificiale in grado di apprendere e intercettare gli incubatori di notizie false.
Informazione e propaganda
La libertà in democrazia è un fatto di conoscenza che non prevede tifo da stadio ma sana consapevolezza. L’informazione libera gioca un ruolo fondamentale, ma non è sempre facile sapersi destreggiare nel traffico di notizie e fake se non si sviluppa una certa consapevolezza basata sulla conoscenza. L’Italia é agli ultimi posti in Europa come numero di laureati, mentre il 65% delle persone non leggono libri.
Dato che gli editori di ogni genere e livello sono coinvolti nelle dinamiche sociali, é abbastanza facile che una informazione poco libera sia utilizzata come mezzo di propaganda politica. I grandi quotidiani presentano i fatti reali o sono manipolati e gestiti dalle grandi lobby di potere? Ognuno è libero di pensare come crede e magari di leggere più giornali, cercando più verità e le interpretazioni delle notizie anche sui quotidiani internazionali.
Come abbiamo visto nel mondo dei nuovi media esistono molte alternative alla distribuzione di contenuti tradizionale, più o meno sicure e affidabili. La cosiddetta controinformazione italiana ed internazionale ad esempio dovrebbe avere l’obiettivo, a volte non perseguito fino in fondo dai media mainstream, di basarsi sui fatti, più che sulle opinioni o sulle convinzioni personali, politiche, etiche o religiose.
Contro informazione libera
La contro informazione italiana ed internazionale riesce ad andare oltre gli schemi battendosi per una informazione libera a qualsiasi livello, o si limita a pura contestazione o peggio a dare notizie poco credibili? Come sempre sta al lettore discernere verità e falsità tra notizie, appelli, boicottaggi, campagne, petizioni, approfondimenti e dossier.
Le opinioni personali si costruiscono giorno dopo giorno studiando e informandosi su più fonti di ogni genere, il più possibile attendibili. Per chi vuole saperne di più ecco una guida ragionata ad una serie di siti e portali che rappresentano una visione alternativa o offrono notizie taciute in ambito politico, sociale, economico ed ambientale. L’elenco di questi siti di controinformazione è casuale e non c’è nessuna priorità sulla qualità dei contenuti.
Internazionale Un giornale che pubblica online ogni giorno notizie interessanti a volte taciute o poco enfatizzate provenienti da tutto il mondo. Esiste anche la versione cartacea in edicola ogni settimana
Misteri D’Italia Archivio storico giornalistico per chi desidera saperne di più e fare luce sulle vicende più oscure della storia dell’Italia repubblicana
Jacopo Fo Tra i siti più visitati di informazione libera indipendente con articoli, notizie, commenti e blog per informarsi davvero su molti argomenti
Terre di mezzo Versione online del giornale di strada presente sui temi della partecipazione sociale, impegno civile con articoli, servizi e inchieste originali
Terre Libere Produce, archivia e diffonde liberamente inchieste e ricerche su temi cari alla controinformazione come immigrazione, antimafie, economia globale, pace e ambiente
Censurati Un sito contro i miti del nostro tempo a favore del valore delle piccole cose quotidiane semplici ed autentiche. Un monito per ricordare i valori di uguaglianza, solidarietà e dignità
Promiseland Punto di riferimento del vivere etico e vegano, un sito di controinformazione che contiene articoli su salute e ecologia, commercio equo e solidale
Altreconomia Un mensile di controinformazione che vuole dare visibilità ad iniziative, aziende ed eventi per natura sobri, equi, sostenibili e solidali
Vita Sito ufficiale del settimanale centrato sul no profit con una controinformazione che spazia dai temi d’attualità alle tematiche sostenute dalle organizzazioni sociali
Alternet Uno dei maggiori siti controinformazione al mondo, dal 1997 offre articoli basato su centinaia di fonti e mezzi indipendenti tra ambiente, diritti umani, libertà civili, giustizia sociale, media, salute
Dissent Magazine Articoli su politica Usa ed europea, è una rivista trimestrale di politica e di idee nata nel 1954 e diventata uno dei principali giornali intellettuali d’America
The Ecologist Parla di questioni che riguardano l’ambiente a partire dallo sviluppo scientifico e tecnologico fino agli impatti della globalizzazione su sviluppo economico, lavoro e salute
Opendemocracy Piattaforma di contro informazione libera indipendente globale che analizza questioni sociali e politiche basate su libertà, giustizia e democrazia
Columbia Journalism Rivista riconosciuta per la sua capacità di monitorare e appurare come vere le informazioni di stampa e media in tutte le sue forme