Influencer e blogger sono molto ricercati dalle aziende per scopi di marketing. Avere una passione e pubblicare contenuti e video che attraggono follower è un lavoro. Per diventare trendsetter e ambassador di marchi famosi come si fa e quanto si guadagna?

L’influencer marketing riguarda sempre più da vicino la nostra società. Dalla moda al lusso, dai videogiochi per arrivare ai viaggi, è un fenomeno che coinvolge prodotti e servizi ma anche cultura e stili di vita. Le aziende cercano blogger e videomaker appassionati ed esperti che osservano, criticano e soprattutto interpretano le mode del momento scrivendo quotidianamente articoli e pubblicando video su social media e blog personali.

Da quando la Ferragni su Instagram ha decine di milioni di follower, fare l’influencer è diventato un lavoro a tutti gli effetti, con tanto di corso di laurea triennale. Oggi tutto è collegato al marketing e non ha nulla a che vedere con la figura un pò naif e improvvisata degli inizi basata esclusivamente su una passione autentica. Mentre le grandi imprese coltivano influencer in casa come ambassador del marchio, come si fanno a monetizzare le passioni?

Indice

Significato di influencer

Gli influencer sono persone che hanno una certa influenza in un determinato argomento. Nati come fashion blogger, si sono trasformari col tempo in veri creatori di trend che si occupano principalmente di pubblicare contenuti come immagini, video e testi sui maggiori social network come Instagram o sui blog personali. Il loro gusto e stile inconfondibile in ogni campo si trasforma in marchio condiviso dai follower.

L’idea di creare blog di moda per veicolare stili e fare marketing è nata in America. Con gli smartphone fotografarsi e farsi vedere online è diventata una vera e propria mania per milioni di ragazzi e ragazze, a cominciare dalle modelle che creano nuove tendenze anticipando i tempi. La loro influenza sui consumatori vale oro, specialmente per il mercato dell’abbigliamento e degli accessori. C’è chi ha un pubblico fedele di migliaia o milioni di persone che cliccano su ogni post pubblicato.

Gli influencer nella moda sono diventati una fonte di ispirazione continua anche per i designer dei grandi stilisti sempre alla ricerca di novità. Nelle sfilate più prestigiose fashion blogger ed influencer hanno preso il posto riservato a giornalisti ed esperti del settore. La loro partecipazione è ben voluta e caldeggiata ovunque perchè la loro fama aiuta a promuovere prodotti con un modello di consumo basato sul vissuto personale, senza apparente pubblicità diretta invasiva.

Gli influencer più famosi vanno comunque oltre il mercato della moda fino ad avere un ruolo in ogni genere di prodotto, servizio, film, disco o museo. Nel 2021 le Gallerie degli Uffizi di Firenze hanno superato il Colosseo per visitatori grazie ai post su TikTok di Chiara Ferragni. Si tratta quindi di un sistema che muove l’economia, che secondo una ricerca di EMarketer riguarda già il 75% delle aziende americane per un giro d’affari di 10 miliardi, che le stime considerano possa arrivare a 85 miliardi nel 2028.

Fare l’influencer come lavoro

Se i soldi ci sono, fare l’influencer come lavoro non è un gioco, ma è una attività molto impegnativa che richiede passione, tempo e organizzazione. Solitamente si parte dal creare e gestire un sito web o una pagina social che necessita di continui aggiornamenti e di strategie che lo rendano visibile a quanti più utenti possibile. Si tratta delle stesse strategie di Seo (search engine optimization) e di acquisto di follower che affrontano tutti i portali o siti di ecommerce.

Per questo motivo gli influencer più famosi si avvalgono di programmatori ed esperti di strategie di marketing online che si occupano esclusivamente del sistema migliore per veicolare i contenuti sui social. Questo aspetto, forse ancora più importante della stessa produzione di contenuti originali, serve ad aumentare il livello di credibilità e fidelizzare utenti e follower in un vero e proprio gioco di ruolo tra immagini e commenti.

Basti pensare al settore delle vacanze, dove gli influencer travel blogger hanno sostituito il racconto degli amici. Le interminabili serate a guardare diapositive sono state sostituite da tutorial di appassionati professionisti del turismo, in grado di suggerire le località migliori e più attraenti per ogni tipo di pubblico. La differenza è che il travel blogger non viaggia solo per passione, dato che viaggiando si guadagna da vivere.

Come diventare influencer

Tutti possono diventare influencer parlando di moda, turismo, musica o tecnologia o di qualsiasi altra cosa presentandosi al pubblico con uno stile personale. La prima cosa da fare è acquistare un dominio web a proprio nome, avviare un blog su una piattaforma di hosting e in parallelo un profilo social con contenuti inediti. Servono pazienza, tenacia e creatività. Contenuti e articoli devono essere lunghi e curati.

L’appetibilità degli influencer sul mercato degli inserzionisti la fanno credibilità, numero di follower e loro età. Le regole per fare successo anche in questo campo non sono nuove. Un libro del 1984 dello psicologo americano Robert B. Cialdini parlava delle armi della persuasione: reciprocità, impegno, prova sociale e autorità. L’influencer autentico può tentare di promuovere stili di vita alternativi, meglio se a cominciare da una autentica passione. Importante è avere un target di riferimento.

Gli utenti preferiti dalle aziende sono giovani tra i 25 e i 35 anni, maggiormente attivi sul web, già dotati di finanze personali e voglia di spendere. Chiunque li intercetti scatenando curiosità sui prodotti e desiderio di possesso, ha un ingaggio assicurato. All’inizio è meglio rimanere fuori dalle regole commerciali, senza rincorrere lo sponsor di turno per non perdere credibilità. Pubblico e soldi non arriveranno nell’immediato, ma se si trova una nicchia giusta il risultato è assicurato.

Quanto guadagna un influencer?

Le agenzie di intermediazione hanno un vero e proprio listino prezzi diviso in tre livelli a seconda del numero di follower: micro, macro e mega. Ognuno ha determinate caratteristiche, le stesse che determinano la politica di marketing che ormai le aziende di tutto il mondo adottano. I micro influencer hanno tra i 500 e i 10.000, sono persone creative specializzate in un determinato settore, capaci di catalizzare un pubblico motivato e consapevole.

I macro influencer sono seguiti da un minimo di 10.000 al milione di persone. Il livello massimo è quello dei mega influencer, personaggi popolari in tutto il mondo che raccolgono milioni di consensi e provvigioni. A seconda dei follower i guadagni possono cambiare a seconda del numero di post pubblicati su Instagram o Facebook. In media in America i prezzi si aggirano tra 2.000 e 5.000 dollari ogni post, anche i fashion blogger con milioni di followers possono incassare cifre attorno ai 30.000 dollari e anche molto di più.

Le tariffe sono oramai regolate e alla luce del sole, dato che i post promossi dagli influncer devono essere contrassegnati per legge con #ad, #promo o #spon. I prezzi degli influencer in questi anni sono molto aumentati tanto che alcune aziende famose formano personaggi internamente per promuovere le proprie collezioni. Ciò provoca una certa sfiducia da parte dei consumatori che comunque difficilmente mollano i loro benamini di riferimento.

Attrarre utenti e follower

Un influencer deve pensare come un marchio aziendale e avere una strategia di comunicazione che non deve mai cambiare. Le immagini e i video sono fondamentali, si interpongono con il testo pronto a raccontare in maniera semplice e diretta emozioni e pensieri. Avere un blog di successo su cui condividere contenuti coltivando relazioni e contatti serve a fare crescere i follower che sui social che devono essere molti, anzi moltissimi. In questo campo oltre al target del pubblico contano i numeri.

Il successo di un influencer si misura in click che arrivano anche conoscendo le strategie Seo (search engine optimization) che consentono di scrivere gli articoli in modo da arrivare in cima ai motori di ricerca e di sapere quando e come pubblicare post sui social network. Per aumentare il pubblico potrebbe essere necessario anche investire soldi per farsi pubblicità veicolando utenti sul proprio sito con Google Adwords o altri sistemi.

Un altro sistema per arrivare agli utenti in modo preciso sono le newletter, delle email da inviare con cadenza regolare che contengono le ultime novità. Per avere la mailing list con le email degli utenti si deve prevedere un apposito forma di iscrizione volontaria, magari proponendo qualcosa gratis come approfondimenti, guide o altro. Ottenere molti utenti significa fare gli editori online, ma non è che l’inizio di una attività che comprende fotografie, testi, grafica, marketing, graphic design, pubbliche relazioni, sviluppo web, video e si spera anche aspetti economici.

Nomi di influencer famosi

Chiara Ferragni è tra le più famose influencer al mondo. Un brand cominciato dal blog The Blonde Salad, fino al profilo Instagram per arrivare ad un negozio online di idee per un look di tendenza. Chiara Biasi, Eleonora Carisi e Veronica Ferrario vantano anch’esse numerosi follower. Alle tematiche della moda affiancano la dimensione del viaggio, prodotti di bellezza, casa, notizie ed eventi.

Tra le influencer straniere vanno forte Susie Lau che nel 2006 ha creato una sorta di magazine sul mondo della moda. Poi ci sono Song of Style curato da Aimee Song che descrive con video e immagini la giornata tipo di una donna blogger a partire dal risveglio fino alla sera. Happily Gray di Mary Seng è alle prese con la definizione di un stile personale ricercato. Brillano i colori pastello blog di Sincerely Jules che punta sulla fiducia in se stessa cercando di trasmetterla alle altre donne.

Gabrielle Gregg di GabiFresh mostra con orgoglio i suoi numeri oversize. Molto chic è la presentazione di Nicole Warne nel suo Gary Pepper Girl che si trasforma in vero e proprio diario di moda per Danielle Bernstein nel suo We Wore What ‘s. La lista potrebbe proseguire, ognuno può seguire il tipo di blog che più si avvicina al proprio modo di vivere, dai modelli curvily e chi è avanti con gli anni ma non con lo spirito.

Consigli per influencer

Oggi il mercato degli influencer è molto affollato e in futuro per resistere al calo di fiducia di aziende e follower sarà sempre più importante distinguersi, essere autentici e non seguire le mode, dedicarsi al proprio pubblico, cercare di capire cosa vuole e soddisfarlo. Per farsi conoscere meglio iniziare con Instagram, è il modo più immediato per coinvolgere possibili follower. Produrre contenuti originali di qualità aggiornati quotidianamente rimane di fondamentale importanza.

Scegliere i marchi da sponsorizzare e di cui parlare è fondamentale. Le aziende oggi sembrano preferire micro influencer che non hanno grandi numeri ma mostrano sincerità senza inganni in piccole nicchie di mercato. Si tratta di scegliere in base a una propria linea editoriale alla quale è bene rimanere fedeli, pena la perdita di credibilità. I blogger più famosi sono persone con una forte personalità che si presentano per quello che sono, senza inutili maschere. Come sempre anche in questo lavoro vince la spontaneità e la passione.

Nel futuro sarà sempre più difficile e inutile ricorrere a trucchi perchè le aziende possono verificare il peso reale degli influencer attraverso piattaforme come Hotsuite che forniscono una metrica completa dei tassi di engagement. Tra i servizi di verifica che trasformano l’arte degli influencer in scienza precisa ci sono i servizi offerti da Buzzole che consente di misurare le performance delle campagne di marketing.

Nel frattempo, oltre al corso di laurea triennale in scienza della comunicazione di cui abbiamo già parlato, ci sono scuole come Stardust che alle porte di Milano coltiva una nuova generazione di creator. Oppure agenzie come One shot che offre un servizio in grado di valorizzare la creatività e l’entusiasmo dei talenti proponendo i creator direttamente alle aziende interessate nei vari settori del mercato.

Mamme blogger di moda

Fare la mamma oggi non è semplice tra mille impegni, casa, lavoro, famiglia e il rischio è di perdere il controllo. Dove trovare aiuto? Per le donne divise tra bambini, casa, lavoro e famiglia, internet è anche un punto d’appoggio, uno strumento utile a non isolarsi per scambiarsi idee, ma non solo. Le aziende hanno scoperto l’importanza delle mamme influencer che attraverso social, forum e community danno consigli e fanno tendenza.

Su Facebook, forum e blog c’è un mondo popolato di donne e mamme blogger che si raccontano confrontandosi su diversi temi legati all’ecologia, al sociale, alla cucina, alla creatività, al mondo del lavoro. Insomma ognuna parte dalla propria esperienza di vita, magari complicata e non priva di problemi, per rilanciare spaziando verso nuovi orizzonti. Queste donne esprimono una intensità di vita tale da diventare testimonial ideali delle nuove tendenze della società.

Le mamme come influencer marketing sono perfette e in continua ascesa nella comunicazione. Come ben sanno gli esperti il passaparola può decretare il successo o meno di un prodotto sul mercato. Su internet c’è di tutto: profili social, blog e video YouTube di mamme che danno consigli su gravidanza, allattamento, svezzamento del bambino, che spiegano come rientrare dalla maternità e mettersi informa con articoli e community in cui parlano di servizi e recensiscono prodotti.

Le mamme influencer in America scrivono libri e sono testimonial influenti di radio e televisione. Tra tutte le aziende sul mercato la Disney è stata una delle prime a fiutare l’occasione di sfruttare l’influenza delle mamme nella comunicazione sociale, ma lo stesso approccio viene sempre più utilizzato per promuovere prodotti che non riguardano solo la casa o la famiglia, ma un nuovo ruolo delle donne che diventa stile di vita.

Travel blogger di successo

Per gli influencer i viaggi sono un mondo pieno di idee. Viaggiare, visitare, assaggiare, provare e soprattutto raccontare una vacanza può essere una professione. Basta dare un’occhiata sul web per rendersi conto della varietà di proposte. Addio alle agenzie turistiche, ormai i viaggi quasi tutti li organizzano da soli online seguendo le indicazioni di portali e siti di viaggi, lasciandosi guidare dal proprio istinto ma anche e soprattutto guardando immagini e ascoltando i racconti di chi c’è già stato.

Un bravo travel blogger arriva a guadagnare anche 10 mila euro al mese. La strada certo non è facile perchè come in ogni aspetto che riguarda il marketing bisogna costruirsi un pubblico. Per far questo servono capacità e conoscenze specifiche del settore dei viaggi ma anche e soprattutto del mondo online. Prima di tutto bisogna aprire un blog rivolgendosi ad un professionista o utilizzando una delle piattaforme esistenti gratuite per creare blog.

Un influencer di viaggi deve creare contenuti utili con suggerimenti e consigli di viaggio, informazioni dettagliate su cibi tipici delle zone visitate, cosa fare o dove alloggiare e molto altro ancora. Il tutto condito con fotografie, video e con uno stile narrativo interessante e magari divertente. La chiave per diventare un travel blogger di successo è avere passione e comunicarla, scegliendo mete magari uniche e impressionanti. I risultati online non arrivano mai per caso: serve molto impegno, professionalità e tantissime ore di lavoro.

Influencer marketing per bambini

Come per gli adulti esistono anche influencer per bambini gestiti da mamme che non hanno problemi a condividere foto e vita dei figli. Attraverso i baby protagonisti mirano a creare un vero e proprio stile di vita attorno ad un marchio. Lo scopo è influenzare le scelte nell’acquisto di abbigliamento, scarpe e molto altro creando un sistema di valori fatto di eventi speciali, spettacoli, sfilate e novità. Un mondo dei sogni parallelo alla realtà che dalle riviste patinate arriva su internet.

È facile influenzare le menti fresche e ricettive dei bambini che osservano e immagazzinano tutto. Lo sanno bene gli addetti ai lavori attenti alle mode del momento. La moda bambino è tra le voci più attive del marketing, insieme ai servizi dedicati alla prima infanzia e under 14. Come negare ai propri figli un paio di scarpe ultimo modello o un vestito costoso che tanto desiderano? I meccanismi psicologici sono noti e oggi i ragazzini possono addirittura diventare protagonisti a dettare le regole del marketing.

Lo dimostrano gli oltre 150 mila gli affezionati follower di Gavin Duh, diventato un’icona nel mondo della moda. Anno 2010, faccia sveglia e ciuffo fluente è riuscito a catalizzare oltre 20mila persone anche su Facebook condividendo fotografie e video delle sue giornate. Impossibile non innamorarsi anche di Farouk James star su Istagram con oltre 250mila followers, forse per via dei suoi capelli ricci davvero spettacolari. Su YouTube dispensa consigli di ogni genere coadiuvato dalla madre Bonnie fin dall’età di nove mesi.

La versione femminile di questi baby fenomeni dell’influencer marketing è Rylee, seguita da oltre 100 mila followers, che già a tre anni si prestava come testimonial per la mamma Kelly Murray, illustratrice e graphic designer amante della moda bambino. Tra gli influencer più famosi tra i bambini c’è anche chi si gestisce per proprio conto, senza aiuti come Haileigh, che dall’età di sette anni gestisce un account personale da 120 mila followers.

Granfluencer, largo agli anziani

Il fenomeno degli influencer è talmente grande che non può che riguardare ogni fascia di pubblico, dai bambini, passando da adulti fino agli anziani. Se la terza età era ancora un settore immune da fenomeni di marketing online, saranno stati i nipoti ad indicare la strada giusta per diventare nonni protagonisti del web. Il fenomeno dei granfluencer (da grannies, nonni) non può che seguire quello della Graynassaince, in cui si vede la terza età acquistare sempre più peso nella società.

Il numero di anziani crescente e la voglia di rimanere attivi spiega la nascita di blog di moda famosi come Advanced Style, e fenomeni mediatici con protagonisti i nonni di Taiwan che su Instagram hanno oltre 600 mila follower. In Italia Nonna Licia ha oltre centomila follower e scrive libri, mentre Giovanna Capobianco va forte anche su Tik Tok grazie ad uno slang toscano ciociaro e ai costumi con cui ama travestirsi. Altri senior come nonna Maria pubblicano ricette su Youtube (ricettedellenonne) raggiungendo numeri di visualizzazioni da vere star.

Quale futuro per gli influencer?

Nell’influencer marketing girano cifre stratosferiche ma siamo sicuri che la capacità di influenzare il pubblico eillorosuccessopossa continuare anche nei prossimi anni? Secondo una ricerca del Wall Street Journal i like sui post pubblicati su Instagram sono calati dal 5% al 3,5% nell’ultimo anno per una serie di motivi. Innanzitutto è finita l’epoca della pura passione e c’è chi esagera con le sponsorizzazioni.

Inoltre c’è chi per guadagnare di più trucca i numeri dei seguaci tanto che esiste un vero e proprio mercato di utenti e click falsi impossibile da ignorare. Poi il campo di prodotti da pubblicizzare è diventato molto vasto, forse troppo. Dopo moda, viaggi e prodotti per bambini, esistono influencer anche per i medicinali. Le case farmaceutiche si rivolgono sempre più spesso a chi è in grado di influenzare il pubblico con spot o attraverso i social.

Non si tratta di parlaredi medicine per curare curare gravi malattie, ma di farmaci da banco, integratori alimentari e apparecchi elettromedicali. Tra prodotti omeopatici e soluzioni fai da te per curare fastidi e mali di stagione, c’è anche chi pubblicizza prodotti cosmetici, diete dimagranti e molto altro. Insomma esiste qualche problema a livello etico e non solo, dato che il pubblico dei social è spesso molto giovane e influenzabile.

Se in Francia le case farmaceutiche sono obbligate a chiarire le convenzioni con gli influencer, in Italia esiste una disciplina del ministero della salute, che però si può aggirare se i medicinali non vengono proposti nei contenuti in modo attivo. Tra contenuti pubblicitari e redazionali pagati dalle aziende, sul web funziona sempre di più la cosiddetta “esposizione silenziosa” che nei film viene chiamata “product placement”. Non è altro che pubblicità occulta: fidarsi è bene, non fidarsi è meglio.