
L’impatto ambientale dell’uomo che consuma risorse della terra, inquina e riduce le biodiversità mettendo a rischio gli esseri viventi con malattie e cambiamenti climatici. Qual è l’impronta ecologica delle attività umane e come risolvere questi problemi?
L’impatto ambientale dell’uomo è un tema sempre più importante poiché le attività umane stanno causando danni importanti alla terra e alla sua biodiversità. Le attività industriali, l’agricoltura intensiva, la deforestazione e le varie forme di inquinamento sono solo alcune delle conseguenze principali di stili di vita insostenibili. L’effetto serra, il cambiamento climatico e la perdita di habitat sono alcune dei problemi più evidenti che vanno risolti in fretta.
L’impatto delle attività umane sull’ambiente è una questione sempre più importante che riguarda tutti. In America, Europa, Cina e Africa, le attività umane hanno causato significativi cambiamenti nell’ecosistema e stanno mettendo a rischio la sopravvivenza di molte specie animali e vegetali. Analizziamo questi problemi per capire l’impronta ecologica delle attività umane e le soluzioni da adottare per un nuovo sviluppo sostenibile.
Indice
- Impatto ambientale uomo
- Impronta ecologica
- Consumo risorse umano
- Impatto ambientale nazioni
- Impatto umano su inquinamento
- Impatto uomo sul clima
Impatto ambientale uomo
Nella storia dell’uomo l’evoluzione industriale e tecnologica ha portato conquiste importanti. L’età media negli ultimi cento anni è aumentata in modo considerevole, sono state debellate molte malattie e le persone godono sicuramente di maggior benessere economico rispetto ai tempi antichi in cui si faticava a trovare qualcosa da mangiare. Il prezzo del progresso economico sociale però è molto alto e lo sta pagando la terra.
L’impatto dell’uomo sull’ambiente di attività come agricoltura, allevamento, estrazione mineraria e industria causano una serie di problemi sempre maggiori. L’utilizzo eccessivo di combustibili fossili per la produzione di energia e il funzionamento dei trasporti ha contribuito all’aumento delle emissioni di CO2 e ad un aumento del riscaldamento globale. I cambiamenti climatici producono fenomeni incontrollati che mettono a rischio la vita delle persone.
Le deforestazioni sempre maggiori per far spazio ad aree coltivabili, industriali e civili comportano la perdita di habitat per molte specie animali e vegetali. Inoltre contribuiscono all’aumento delle emissioni e alla riduzione della capacità di assorbimento di anidride carbonica. L’inquinamento dell’aria e dell’acqua causato dall’uomo produce malattie, diminuisce la fertilità umana e ha un impatto negativo sull’ecosistema.
Per contrastare l’impatto ambientale, è importante adottare pratiche sostenibili e promuovere lo sviluppo sostenibile. Significa utilizzare fonti di energia rinnovabili e conservare le biodiversità adottandp di pratiche agricole sostenibili per ridurre l’inquinamento. Allo stesso tempo è importante sensibilizzare la popolazione sull’importanza della protezione dell’ambiente e delle risorse naturali comunicando una nuova cultura ambientalista fatta di rispetto delle risorse e consumo consapevole.
Impronta ecologica
Molti studiosi stanno facendo ricerche sull’impatto ambientale dell’uomo, provenienti da diverse discipline come l’ecologia, la biologia, l’ingegneria ambientale, la geografia e la chimica. Ricercatori e scienziati in tutto il mondo stanno lavorando per comprendere meglio come le attività umane stiano influenzando il nostro pianeta e come possiamo proteggere l’ambiente per le generazioni future.
Grazie ai loro studi oggi è possibile calcolare l’impatto delle attività umane con l’impronta ecologica e la biocapacità. L’impronta ecologica è un indicatore importante perché ci permette di capire quanto stiamo utilizzando risorse naturali per di valutare l’impatto di ogni nostra produzione e movimento sull’ambiente. La biocapacità è la capacità del nostro pianeta di produrre risorse naturali e assorbire i rifiuti, ovvero la quantità di terra e acqua che abbiamo a disposizione per produrre cibo, legname, fibre e altre risorse.
Se l’impronta ecologica è superiore alla biocapacità, significa che stiamo utilizzando più risorse di quante ne siano disponibili e che stiamo causando un impatto negativo sull’ambiente. Per ridurre l’impronta ecologica, è importante adottare stili di vita sostenibili e investire in tecnologie e fonti di energia rinnovabili, promuovere la conservazione delle risorse naturali e la riduzione dei rifiuti, in modo da utilizzare risorse in modo più efficiente.
Esistono anche sistemi per scoprire la propria impronta di carbonio, ovvero l’emissione di CO2 causata dal proprio stile di vita. Eevie è una applicazione che analizza lo stile di vita mostrando come ridurre l’impatto ambientale e magari a ridurre il costo delle bollette energetiche. E’ pensato anche per le aziende che vogliano compensare le emissioni con progetti green che possano contribuire a diminuire il carbonio ad esempo con la piantagione di alberi.
Consumo risorse umano
La società moderna è basata sul consumo di massa fin dal momento in cui gli europei hanno cominciato a colonizzare il mondo. Indurre il bisogno di cose nelle popolazioni indigene era lo scopo dei coloni ed è lo scopo del capitalismo che da Europa e America è giunto fino in Cina e India. Da una parte ci sono i paesi ricchi che acquistano a prezzi bassi prodotti, beni e servizi che spesso arrivano da paesi poveri, che producono a fronte di qualsiasi costo ambientale.
La metà della plastica complessiva esistente sulla terra è stata prodotta negli ultimi 15 anni e a questi ritmi raddoppierà entro il 2050. Otto milioni di tonnellate di rifiuti plastici finiscono nel mare con un tempo di decomposizione di 400 anni. Oltre un milione di chilometri quadrati di foreste sono andati distrutti negli corsi vent’anni, il 17% della foresta amazzonica negli ultimi 50 anni.
Un milione di specie viventi sulle otto esistenti sulla terra rischiano l’estinzione a causa dell’uomo ma gli stili di vita di ogni singola persona quanto influiscono sull’ambiente? Ognuno ha una ‘impronta ecologica’ che misura la quantità di C02 prodotta dai comportamenti e che può essere calcolata sul sito Carbonfootprint. E’ sufficiente compilare le abitudini di consumo nei settori di moda, alimentazione, viaggi, trasporti per conoscere l’impatto della famiglia sull’ambiente.
Il risultato di un consumo indiscriminato è una crescita economica senza limiti e senso, con vestiti nuovi indossati mediamente solo sei volte. L’alternativa non può essere il minimalismo o la decrescita felice. Se tutti possiamo impegnarci nel consumo consapevole, è necessario che l’aumento della ricchezza sia compatibile con la diminuzione dell’utilizzo di combustibili fossili, materie prime, materiali sintetici e chimici che causano inquinamento e malattie.
Impatto ambientale nazioni
L’impatto delle attività umane sull’ambiente è una questione sempre più importante a livello globale. In America l’espansione delle attività industriali e la crescente urbanizzazione hanno portato alla deforestazione di grandi aree di foresta pluviale e all’inquinamento delle acque e dell’aria. L’aumento delle emissioni di gas serra causato dalle attività umane sta contribuendo al cambiamento climatico e all’innalzamento del livello del mare.
In Europa l’impatto dell’uomo ha causato una significativa perdita di biodiversità per animali e vegetali. L’agricoltura intensiva e l’urbanizzazione hanno ridotto le aree naturali, mentre l’inquinamento delle acque e dell’aria hanno un impatto negativo sulla salute umana e sull’ecosistema. In Africa agricoltura intensiva, deforestazione ed espansione delle infrastrutture hanno causato maggiore desertificazione.
La Cina con i suoi 1,3 miliardi di persone ha dovuto aspettare di diventare la maggior potenza inquinante del mondo per rendersi conto che così non poteva andare avanti. Quando la cappa di smog ricopre Pechino le maschere protettive non bastano. Chiudono le scuole e gli agricoltori della regione entrano in crisi per mancanza di luce solare. Ma non è solo l’aria a preoccupare i cinesi, la catena ecologica coinvolge in particolare acqua e cibo.
L’inquinamento in Cina minaccia ormai l’80% della popolazione: 320 milioni di contadini non dispongono di acqua potabile e 190 milioni bevono acqua inquinata. Oggi la Cina è ancora il maggior consumatore mondiale di carbone responsabile del 50% dell’inquinamento ma dal 2013 il consumo sta calando ma il governo cinese ha investito circa 360 miliardi di dollari su progetti in energie rinnovabili, dal solare all’eolico.
La lotta all’inquinamento in Cina va di pari passo ai progetti di rimboschimento. Dopo un recente passato in cui l’allevamento intensivo di bestiame ha causato vaste distruzioni ambientali ed erosione del suolo. Attualmente l’area totale coperta da alberi in Cina è di 7,2 milioni di ettari: l’aumento registrato rispetto agli anni precedenti è del 28,7%. Non si tratta solo di fermare le auto per brevi periodi, la formula del governo cinese riguarda tutto l’apparato produttivo: meno inquini, più guadagni.
Impatto umano su inquinamento
L’inquinamento dell’aria in tutte le sue forme preoccupa sempre più la popolazione, ne mette a rischio la salute o la vita. Non a caso tra i maggiori rischi percepiti dalle persone, secondo una nuova ricerca realizzata da Episteme, ci sono il cambiamento climatico e ambientale. Secondo uno studio Ipsos l’81 per cento degli italiani è preoccupato per i danni prodotti dagli eventi estremi metereologici collegati al riscaldamento globale e nel 71% dei casi è consapevole si tratti di fenomeni senza precedenti.
Il 93% degli italiani è consapevole che esistano cause umane all’aumento di temperatura. Tre italiani su quattro collegano i rischi del clima alla salute con l’aumento di problemi di insonnia, spossatezza, malattie respiratorie e oncologiche. Sanno perfettamente che la questione dipende dai comportamenti individuali (50% degli intervistati), piuttosto che da industrie (30%) o istituzioni pubbliche (13%).
Avere distrutto metà delle foreste del mondo eliminando 3 miliardi di alberi e costruito oltre 8 mila dighe modificando il corso del 60% dei fiumi, ha un prezzo. La perdita delle biodiversità che corre parallela all’aumento di CO2 nell’atmosfera, che oltre a causare la crisi climatica modifica le relazioni tra uomo e animali alla base della zoonosi, fenomeno con cui i virus si trasmttono all’uomo.
Deforestazione, allevamento intensivo, sviluppo urbano e traffico di merci sempre maggiore favoriscono epidemie e pandemie. La distruzione degli ambienti naturali e gli sconvolgimenti climatici che ne derivano sono il presupposto per creare squilibri nelle forme viventi e in virus, batteri e microorganismi con cui da sempre conviviamo. Molti studiosi collegano la pandemia da Coronavirus allo sfruttamento di risorse della terra indiscriminato.
Impatto uomo sul clima
I cambiamenti climatici sono fenomeni meteorologici estremi che stanno sconvolgendo le dinamiche sociali del pianeta. Fluttuazioni di temperatura sulla terra sono sempre avvenute ma in periodi lunghi di decine o centinaia di migliaia di anni. Variazioni del clima terrestre in periodi più brevi possono essere avvenuti in seguito a vulcani o all’impatto di ateroidi e meteoriti. Il problema è quando la causa principale del riscaldamento diventa l’uomo che con i processi industriali produce CO2 che scatena l’effetto serra.
Secondo studi della Nasa e del National Geographic, proprio per cause umane nell’era industriale dalla fine del secolo scorso la temperatura media è cresciuta di quasi 1 grado. Gli oceani, che si sono alzati di 20 cm, sono più caldi di 0,2 gradi, mentre l’acidità è cresciuta del 30%. Ogni anno 400 miliardi di ghiaccio si sciolgono dai ghiacciai del pianeta e dal 1993 al 2016 Groenlandia e Antardite hanno perso rispettivamente 286 e 127 miliardi di tonnellate di ghiaccio.
I governi di tutto il mondo sono obbligati a fare qualcosa prendendo in seria considerazione gli allarmi degli scienziati evidenziati dal Gruppo Intergovernativo sui cambiamenti climatici delle nazioni unite. Come mostra questo video siamo ad un punto in cui è troppo tardi per attuare mezze misure o peggio per ignorare gli allarmi degli scienziati.