Cos’è l’hip hop dal punto di vista musicale, culturale e sociale? La storia della musica rap e trap in America e il suo successo in Italia. Perchè questi generi piacciono ai giovani: rapper e trapper hanno preso il posto dei cantanti pop rock nelle classifiche di ascolto

La musica hip hop, rap e trap spopola nelle classifiche dei maggiori servizi di streaming e i video dei rapper sono tra i più cliccati del web. Quali sono i motivi del successo di un genere che apparentemente non fa della bellezza la sua arte? I giovani che ascoltano musica con lo smartphone li amano per quello che dicono, per come si vestono, per come si muovono o c’è dell’altro? Si tratta di una moda passeggera o di qualcosa che riguarda in modo profondo l’evoluzione e il ruolo della musica nella società contemporanea?

Il fenomeno dell’hip hop può essere analizzato sotto vari punti di vista. Innanzitutto bisogna partire dai numeri per capire l’effettiva portata di una rivoluzione musicale, per poi analizzare le caratteristiche del linguaggio. Perchè il rap e la trap sono diventati così famosi e per cosa si differenziano? Oltre ai nomi accattivanti dei rapper e alla malcelata noia di vivere dei trapper, tipica di una adolescenza travagliata vissuta in una fase storica complicata, in questo articolo cercheremo di comprendere il significato di questi generi dal punto di vista artistico, culturale e sociale.

Indice

Origini hip hop e rap

C’è chi fa risalire la nascita del movimento hip hop al 1973, quando durante una festa privata nel Bronx, a New York, il dj giamaicano Kool Herc si mise a mixare musica in modo totalmente originale e mai visto prima. In pratica per fare ballare la gente utilizzò un mixer e due vinili posti sui due piatti diversi. Lasciando cadere la puntina nel punto preciso riusciva a collegare canzoni funky senza mai interrompere il ritmo.

Il Rap arriva dopo qualche anno, quando un cantante, inizialmente chiamato MC (Master of Ceremonies) comincia a parlare su una base looppata a cui si aggiunge il tipico effetto dello scratch. Dal significato delle iniziali, Rock Against Polices o Rhytm and Poetry si comprende come si tratti di una musica che nasce nei ghetti afro americani. Da genere di nicchia e movimento di protesta e controcultura nato nelle periferie, con gli anni l’hip hop diventa sempre più commerciale, nel vero senso del termine.

Smessa la protesta ribelle è rimasta la capacità dei rapper di influenzare il mainstream musicale anche nel pop e rock, conquistando folle di ragazzini e adulti. L’hip hop può essere anche suonato su basi funky e r&b e non a caso arriva in Italia con Jovanotti per poi essere interpretato da artisti come Articolo 31, Caparezza, Salmo e Fabri Fibbra. Un genere di grande successo internazionale fino a quando si affaccia un nuovo genere: la trap.

Dal rap alla trap

La trap nasce all’incirca a metà anni ’90 tra gli artisti hip hop di Atlanta. La parola deriva da trap house, appartamenti abbandonati, quelli dove vivono gli spacciatori. Come nel rap i testi parlano di disagio e sofferenza, ma nei trapper emerge molto chiaramente il legame con le droghe che rappresentano una vera “trappola”. Le basi musicali della trap sono anche molto diverse rispetto al rap. Utilizzano per lo più sonorità artificiali, ritmi aggressivi con ticchettio veloce di charleston, armonie e melodie ridotte al lumicino e sonorità cariche di frequenze basse.

I produttori della trap per creare le basi dei brani non usano samples e groove di batteria reali, ma suoni sintetici che provengono dalla Tr 808 Roland, una batteria elettronica venduta negli anni ’80. Questo strumento analogico si trova a basso prezzo nei magazzini musicali e diventa il marchio che definisce un sound caratteristico di un’epoca. Un pò lo stesso ruolo avuto dalla chitarra distorta degli anni ’60 o dalle tastiere musicali negli anni ’80. I trapper utilizzano anche in modo massiccio l’autotune, un programma che oltre ad eliminare le stonature, dà una caratteristica sonorità metallica alla voce.

Ritmiche elettroniche e voci robotiche contribuiscono a creare un sound riconoscibile che funziona, tanto che alcuni produttori di Atlanta, come Metro Boomin, vengono ingaggiati dalle più grandi star del pop. Quando Beyonce, Rihanna e Miley Cyrus decidono di arrangiare le loro canzoni in questo modo, il genere si diffonde in tutto il mondo per essere declamato in maniera diversa dall’America, all’Inghilterra fino alla Giamaica o all’Italia, imponendosi sul mercato discografico.

Hip hop meglio del rock

Fin dal 2017 l’hip hop ha superato il rock nelle classifiche di vendita in America. L’onda lunga è arrivata poi in Italia e oggi, tra i singoli più scaricati e ascoltati, ci sono molti nomi di trapper che già i trentenni stentano a riconoscere. Il pubblico del rap è più eterogeneo per età rispetto alla trap che è un genere più amato da ragazzi e adolescenti. Sfera Ebbasta, Achille Lauro, Ghali e Dark Polo Gang sono alcuni trapper italiani che hanno avuto grande successo.

Se analizziamo il successo della trap da un punto di vista della qualità del linguaggio musicale non possiamo che rimanere delusi. Spesso è una musica minimale con arrangiamenti ridotti al lumicino, un ritmo cadenzato in 4/4 e non c’è quasi nessuna armonia o melodia. Tutto può girare attorno ad un solo accordo e sembrare davvero monotono per chi è cresciuto con nelle orecchie Pino Daniele. Ma questo sound basta e avanza per teenager che non hanno mai ascoltato una nota di jazz o musica classica e a cui i cantautori classici sembrano appartenere all’era giurassica.

Eppure sono proprio i giovani a comandare il mercato e le classifiche su Spotify. Gli stessi ragazzini e ragazzine che negli anni ’60 determinavano le tendenze della discografia mettendo i gettoni nel juke box per ascoltare i Beatles, oggi sono dotati di smartphone sempre collegati ai servizi di streaming e fruiscono di contenuti disintermediati che scelgono col passaparola. Piuttosto che ascoltare sofisticati artisti o star del pop patinato come Lady Gaga o Madonna, preferiscono immedesimarsi in artisti hip hop, rap o trap dalle storie complicate ma sicuramente dall’apparenza più sincera.

Rap e trap in classifica

Ma davvero il rap e la trap italiana di Salmo, Ghali, Coez piuttosto che Capo Plaza, Gemitaiz e Tedua ha preso il posto delle canzoni di Ligabue, Pausini e Ramazzotti o Elisa? Guardando più da vicino le classifiche si nota che l’hip hop va forte specialmente nei singoli. Cantanti rap come Caparezza, Guè Pequeno conquistano il pubblico anche con i loro album, ma sono pochi i rapper a vendere album interi.

Nella trap vanno forte i singoli che comprendono sia ascolti gratis che a pagamento. Infatti per stilare le classifiche si considera l’equazione 1 download digitale = 130 ascolti in streaming. É il pubblico più giovane ad ascoltare musica liberamente tutto il giorno senza acquistare o scaricare album. In questo modo si aprono le porte ad una nuova generazione di rapper che però non riescono ad aggiudicarsi certificazioni d’oro e platino.

Il rap italiano non è però da considerare solo come fenomeno di nicchia circoscritto ad un pubblico di adolescenti. In realtà la vendita di musica hip hop cresce in tutto il mondo a discapito del pop. In particolari le star femminili più ricche al mondo sembrano soffrire la nuova era, superate in classifica dai rapper anche negli Stati Uniti. Secondo la top ten di Nielsen Music, quest’anno i cantanti rap hanno occupato il 24% del consumo musicale contro il 21% del pop e il 12% del rock.

L’hip hop americano conquista 5 dei primi 10 posti anche su Billboard, ma è nello streaming dove il fenomeno risulta ancora più accentuato. 20 dei 25 brani più ascoltati su Spotify, Apple Music e gli altri servizi on demand sono del genere R & B / hip-hop. Nomi di rapper come Kendrick Lamar, Migos, Childish Gambino e Lil Uzi Vert hanno superato tutte le pop star maschili. Resistono solo Ed Sheeran e Bruno Mars, ma delle famose star femminili come Lady Gaga, Taylor Swift, Katy Perry, Miley Cyrus non c’è quasi traccia al top delle classifiche.

Perchè l’hip hop piace?

Perché l’hip hop ed in particolare la trap piace tanto ai giovani se dal punto di vista musicale é tutto sommato povera e chiunque con un minimo di gusto e cultura musicale può trovare i brani dei trapper addirittura inascoltabili? Inutile negare come i tre elementi che fanno della musica un’arte universale (ritmo, melodia e armonia) specialmente nella trap siano ridotti all’osso, quasi umiliati da basi pseudo elettroniche anni ’80. Che dire delle voci metalliche realizzate con l’autotune che consentono a chiunque senza un minimo di preparazione musicale o vocale di incidere un disco?

Il punto è che il motivo del successo dell’hip hop non è da ricercarsi nella ricerca di bellezza. Rapper o trapper si vestono e gesticolano come fanno tutti sulle panchine del parco e cantano testi di un reale vissuto tutti i giorni dagli adolescenti. Hanno modi diretti, semplici, magari banali o brutali, ma rappresentano in modo autentico timori, dubbi, incertezze, disagi e la voglia di riscatto dei giovani. E’ una rabbia probabilmente indotta da genitori assenti, che devono affrontare mille problemi in famiglia e sul lavoro.

Adulti sempre più insicuri sul proprio futuro, insoddisfatti della vita e in crisi da un punto di vista economico, sociale e valoriale. Crisi che sui social si trasforma in rabbiosa sincerità tra conflitti di classe e razza alimentati dalle crescenti disparità economiche e sociali. In questo contesto la pop star bianca che balla col vestito scintillante sul palco rischia di non fare più presa sul pubblico. Dalle periferie degradate del mondo intero fino alle scuole bene del centro dove oramai accade di tutto, il rap o la trap sono la colonna sonora perfetta di questi tempi difficili.

Artisti e cultura hip hop

L’hip hop è lo specchio di tempi in cui la musica, da linguaggio dei suoni, è diventata estetica di vita ma sopratutto creatore di identità personale. Gli artisti più che cantare o saper suonare impongono nuovi stili, mode e modalità comportamentali, sono marchi di fabbrica che creano mode nei campi dell’abbigliamento e di ogni genere di prodotto. Sono influencer perfetti per una industria discografica che ha la capacità di imporli sul mercato per sfruttarne economicamente l’immagine, dato che non si vendono più dischi e con lo streaming i guadagni dei musicisti sono molto bassi.

Il fenomeno della musica hip hop rap o trap è quindi qualcosa che va ben oltre le note. Come tutte le forme artistiche, culturali e sociali dell’epoca moderna, non basta un modo per comunicare le emozioni, ma ci sono tanti linguaggi che concorronno a creare contenuti all’interno di un movimento. Le forme di comunicazione dell’hip hop si estendono all’arte alla danza. A cominciare dai testi delle canzoni fino al modo di vestire, questa cultura di strada è in continuo fermento attraverso contest ed eventi che dall’America coinvolgono tutto il resto del mondo sia sul piano musicale e artistico che su quello commerciale.

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Graffiti Un sito dedicato ai writers di tutto il mondo, artisti urbani che amano realizzare le loro opere su muri urbani

At149st Si possono vedere le opere dei più famosi writers newyorkesi a documentare la storia del movimento hip hop

Ruolo dei produttori trap

Un aspetto apparentemente secondario del mondo hip hop e trap è il ruolo dei produttori musicali. E’ finita l’era dei cantautori che sapevano suonare la chitarra, il pianoforte o uno strumento attraverso il quale componevano canzoni, si accompagnavano sul palco e magari registravano dischi. Oggi i nuovi artisti hanno un buon rapporto con la tecnologia e la musica elettronica, ma spesso hanno la necessità di avere un amico capace di assemblare testi, loop e musiche.

Dato che oggi uno studio di registrazione casalingo è alla portata di tutte le tasche, è nata una nuova generazione di produttori musicali capaci di suonare uno strumento e di arrangiare brani utilizzando il computer e tutti gli strumenti offerti dalla tecnologia. Se il ruolo del produttore solitamente era di secondo piano, nella trap il loro nome può essere conosciuto quanto e come quello degli artisti.

Tra i produttori di trap più famosi ci sono Dardust che ha collaborato anche con molti artisti del pop, o Charlie Charles, che da Soldi di Mahmood alle collaborazioni con Sfera Ebbasta e Fabri Fibra non manca di comparire sui dischi col proprio nome. Autori, arrangiatori, registi, o esperti di video design e social, sono personaggi curiosi e attenti alle nuove tendenze. Speciali sarti della musica capaci di costruire un abito su misura ai cantanti in cerca di fama.

L’estetica della trap

Spesso mi chiedono con fare ironico o provocatorio: “cosa ne pensi della trap?”. Anche se da sempre uso l’elettronica per produrre musica di ogni genere e amo la sperimentazione, é vero, a volte non posso che provare un certo stupore davanti al successo di certe canzoni che nulla hanno di armonico. Sarà che da una vita studio le armonie dei grandi compositori e ancora mi stupisco per le geniali impalcature di Bach, i voli improvvisati di John Coltrane e non smetto di emozionarmi per una voce vellutata della Bossanova o per il senso profondo di una canzone d’autore.

Nella trap invece a volte sembra che tutto ciò che riguarda il concetto di bellezza nella musica, e quindi di ricerca consapevole di un senso estetico profondo, venga negato, disconosciuto, ignorato. Un pò come non credere alla bellezza della natura, o non avere occhi per guardarla. Ma è una storia che si ripete. Finito il concetto di arte classica, i canoni del bello sono stati sempre stravolti per comunicare nuove emozioni, andare contro un sistema di valori, o semplicemente per vendere a chi non aveva gli strumenti per apprezzare il bello.

La realtà del mercato dell’arte contemporanea è tutt’ora un mix di queste cose, ma non è escluso che alla fine il linguaggio artistico possa trarne qualche beneficio ed evolversi. Allo stesso modo non serve a nulla scandalizzarsi per una musica non musicale dall’alto di una presunta superiorità estetica o addirittura morale. Saranno i nostri figli, nipoti e pronipoti a stabilire se hip hop, rap e trap abbiano un qualche valore artistico o siano solo un fenomeno passeggero alla moda veicolato da un mercato vorace e superficiale. Scopriremo solo tra quattrocento anni se qualcuno si sederà sulla poltrona la sera ad ascoltare Sfera Ebbasta come io oggi ascolto Bach.