
Chi ha inventato le emoji, qual è il loro significato ed evoluzione? Usare emoticon e simboli pittografici è un vero modo di comunicare per scrivere messaggi su chat e social. Le nuove faccine divertenti superano qualsiasi barriera di linguaggio ed età
Se nel Metaverso saranno gli avatar a confrontarsi, esiste già un modo per comunicare in tutto il mondo reale. Si chiamano emoji i simboli pittografici semplici ed immediati che vanno oltre parole, lingue, culture ed età. Un vero e proprio linguaggio diffuso su smartphone, email e sistemi di messaggistica. Oramai non esiste concetto o parola che non si possa tradurre con un simbolo o una faccina.
Emoji ed emoticon più che una involuzione del linguaggio scritto sono una sua estensione ed evoluzione. Divenute popolari in Giappone, le icone si sono poi diffuse negli Stati Uniti e nel resto del mondo grazie all’avvento degli smartphone, diventando un linguaggio contemporaneo consolidato. C’è chi le lo chiama alfabeto illustrato, giochino divertente, figurine, pittogrammi digitali, iconcine: ecco la loro storia.
Indice
Emoji ed emoticon
Nell’evoluzione del linguaggio digitale che segue la tecnologia prima arrivano gli emoticon e poi le emoji. I primi utilizzano la punteggiatura standards e i secondi sono pittogrammi creati ed interpretati dal computer. Se la faccina sorridente dello smiley fu registrata nel 1971 dal giornalista francese Franklin Loufrani, fu un informatico americano della Carnegie Mellon University nel 1982 il primo a rappresentare felicità e tristezza con 🙂 e 🙁
Emoji è un termine composto giapponese che si traduce come “immagine carattere”. La loro invenzione risale al 1999 quando il grafico Shigetaka Kurita della compagnia telefonica giapponese Ntt Docomo cominciò ad utilizzare piccoli quadratini in formato 12×12 pixel per offrire una infografica più semplice. Inizialmente i suoi pittogrammi vennero usati su servizi meteo e poi per comunicare emozioni su messaggi ed email.
Inizialmente si crearono 179 emoji che si mostrarono un modo veloce e intuitivo di comunicare utilizzando i messaggi sui telefonini. Apple ne comprese la forza e li inserí nel sistema operativo iOs dell’iPhone, prima in Giappone e poi nel 2011 con iOS5 in tutto il mondo. Nel 2013 il linguaggio dei simboli arrivò anche sui telefoni Android. Fu poi Facebook ad introdurre la possibilità di rispondere ai commenti con cinque icone: cuore, faccina divertita, arrabbiata, stupita e piagnucolante.
Significato emoji più usate
Attraverso lo standard unicode le emoji sono state successivamente uniformate al tutte le piattaforme e sistemi operativi. Quelle ufficiali rilasciate dal consorzio unicode oggi sono oltre 3 mila, mentre 5 miliardi è il numero di emoji inviate ogni giorno su Facebook. Per scoprire nuovi simboli e il loro significato esiste l’emojipedia suddivisa in categorie, mentre con lo strumento gratuito l’Emojitalianobot è possibile costruire un dizionario italiano a faccine.
Se le emoticon sono oramai una realtà consolidata, i miglioramenti dei simboli dal punto di vista grafico continuano. Ogni volta si tratta di interpretare e riflettere i cambiamenti tipici del nostro tempo in fatto di genere, razza e molto altro. La faccina più utilizzata su Twitter e Facebook è il volto con le lacrime di gioia. Seguono il cuore rosso, gli occhi del cuore che sorridono e il volto che bacia e sorride.
Gli utenti fanno attenzione ad inviare emoji dal significato certo per evitare fraintendimenti in particolare tra colleghi di lavoro ma anche sui siti di incontro. Spesso due o più emoji vengono inviate insieme, come ad esempio il cuore con una faccina sorridente o che manda un bacio. Secondo una ricerca di Samsung gli italiani sembrano particolarmente affezionati alla faccina che manda un bacio e al pollice alzato.
Tra le emoji più usate dagli italiani ci sono le emoji sportive con ai primi posti il pallone da calcio, basket e pallavolo seguiti dal sollevatori di pesi e dal nuotatore. In America vanno quelle degli sport più seguiti come football e baseball. Molto usate anche quelle del cibo e legate alle feste comandate o di compleanno, con torte e brindisi con spumante e champagne inviate attraverso whatsapp tra amici e parenti.
Al cinema e nei musei
L’importanza delle emoji é trasversale a tutti i settori delle attività umane tale da ispirare un Emoji Movie, un film animato uscito nel 2017 con le faccine contenute nei messaggi protagoniste. E che le emoji facciano parte a tutti gli effetti della nostra società sul piano culturale lo dimostra anche la mostra permanente al MoMa di New York che ospita il set originale di 176 simboli figurativi Made in Japan.
I curatori di uno dei più famosi musei d’arte del mondo, da sempre interessati ai fenomeni di evoluzione culturale, credono che le emoji siano un fenomeno di arte e design senza tempo. Attraverso una installazione il visitatore può confrontare vecchi simboli pixellati con quelli attuali grazie a un sistema di animazione grafica che evidenzia i continui aggiornamenti tra polemiche (sostituzione del simbolo pistola) e nuove rappresentazioni all’insegna del multiculturalismo.
Il New York Time ha dedicato all’argomento un ampio articolo in cui osservare più da vicino il significato degli emoji nella versione originale. Alcune figurano come semplici simboli nel pieno della propria evoluzione pronti a dettare suggerimenti interessanti per la comunicazione moderna. Dal semplice smile si passa alle più moderne faccine rotonde gialle con tanto di occhi e bocca capaci di sbalordire, ammiccare e anche dispiacersi.
Nuovi simboli per il futuro
Ogni anno si introducono nuove emoji per dare l’opportunità a chi le usa di esprimersi con maggiore diversità. Non c’è solo il progresso tecnologico a guidare la trasformazione dei simboli grafici, ma anche quello economico e culturale. Gli emoji sono ideogrammi sempre pronti a rappresentare un’idea da comunicare e anche dal punto di vista del marketing per le aziende e sono un modo rapido e diretto per arrivare al consumatore.
Se un hamburger suggerisce l’idea di un fast food e una scarpa con il tacco evoca un negozio di abbigliamento per signora, dall’altra parte si introducono variazioni nel colore della pelle, coppie miste, soggetti in carrozzina, cibi, bevande e nuovi oggetti simboli di culture diverse. I nuovi simboli sono scelti con una procedura abbastanza complessa che segue rigorosi standard, dato le emoji non possono essere modificate nè personalizzate.
Tutto parte dai disegni di icone elaborati da esperti in comunicazione che fanno capo all’Unicode Consortium, l’ente internazionale che si occupa di mettere insieme e uniformare i caratteri adattandoli a sistemi differenti. Dopo studi e approvazioni i nuovi simboli vengono ufficializzati e condivisi su una piattaforma comune da cui i vari brand ricavano una loro versione che deve essere molto simile all’originale.
Il fenomeno delle emoji è talmente importante in tutto il mondo che esiste una apposita giornata mondiale, il 17 luglio. La scelta della data si rifà al disegnino che identifica l’icona calendario. Nuove o vecchie che siano, può essere interessante capire in questo video come il linguaggio dei simboli si sia evoluto nel tempo insieme a tutto il resto.