Le disuguaglianze economiche sono una delle sfide più urgenti del nostro tempo. Il divario tra ricchi e poveri é sempre più grande ovunque con gravi conseguenze sul piano sociale e politico. Quali sono le cause e le soluzioni per migliorare la vita di tutti?

Le disuguaglianze economiche e sociali sono un grande problema irrisolto della società contemporanea. La distribuzione ineguale di risorse materiali di reddito e ricchezza comporta grandi disparità di opportunità e diritti nelle popolazioni del mondo ma anche in Italia. Pochi ricchi e potenti vivono tra lussi sfrenati mentre aumentano i poveri che faticano ad arrivare a fine mese o vivono in condizioni di povertà assoluta.

La disuguaglianza economica ha conseguenze molto negative su salute, istruzione, occupazione e benessere mentale dei membri più deboli della società. Senza speranze sul futuro si possono sviluppare forti tensioni sociali strumentalizzate dalla politica. In questo articolo analizzeremo in cosa consiste il divario tra ricchi e poveri, le causa delle disparità, da dove proviene la ricchezza e come ridurre le disuguaglianze con un capitalismo sostenibile.

Indice

Disuguaglianze economiche

La disuguaglianza economica è un parametro che misura la solidità delle nazioni sulla base di reddito personale, salario retributivo e ricchezza delle persone. Il divario tra ricchi e poveri provoca molte conseguenze sul piano culturale, sociale e sanitaro che spesso dipendono esclusivamente dal luogo in cui si nasce. La crisi economica indotta dalla pandemia ha peggiorato le situazioni di povertà, mentre gli accumuli di capitali da parte di pochi vengono favoriti ovunque.

Lo 0,004% della popolazione mondiale detiene il 13% della ricchezza complessiva. La ricchezza dei più ricchi secondo il World Ultra Wealth Report, non aumenta solo in America o in Europa, ma soprattutto in Africa, America Latina e Sud Est Asiatico. In Africa ci sono 16 miliardari e 358 milioni di persone che vivono in condizioni di estrema povertà, mentre in Sudafrica o nella Repubblica Domenicana i salari minimi mensili sono spesso inferiori ai 50 dollari.

4 miliardi di persone vivono con meno di 6,70 dollari al giorno, il 22% della popolazione mondiale vive con 1,25 dollari al giorno e il 40% con 2 dollari. Secondo i rapporti di Oxfam, agenzia internazionale non governativa fondata nel 1945, la situazione negli ultimi decenni sta decisamente peggiorando. Durante il dopoguerra la ricostruzione aveva permesso di ridistribuire la ricchezza, ma dal 1980 c’è stata una inversione di tendenza.

Oggi l’1% degli abitanti della terra hanno più soldi di tutto i restanti. Nel mondo ci sono circa 62 Paperoni, di cui 53 uomini, che hanno più risorse economiche di metà della popolazione mondiale più povera. Durante la pandemia i 10 uomini più ricchi hanno raddoppiato la loro ricchezza a fronte di un 99% di popolazione mondiale che l’ha diminuita e di 163 milioni di persone cadute in povertà. Ma quali cause e conseguenze hanno queste disuguaglianze?

Incremento demografico e disuguaglianze

La disuguaglianza economica ha una origine demografica. La tendenza con cui la popolazione umana aumenta è impressionante: nel 2100 o anche prima saremo in 10 miliardi. Negli ultimi 12 anni sulla terra sono nate 1 miliardo di persone in più. In passato le cose andavano ben diversamente. Nel 1800 c’erano 1 miliardo di persone, nel 1930 erano 2 miliardi, poi 3 miliardi nel 1960, 4 miliardi nel 1974 , 5 miliardi nel 1987 e nel 1999 6 miliardi.

Di questo passo nel 2045 gli abitanti della terra saranno 9 miliardi. Ogni secondo nascono 5 persone e ne muoiono 2, per una media di 180 persone in più sulla terra ogni minuto. La speranza di vita sta crescendo esponenzialmente in tutto il mondo, dai 59 anni del 1960 fino agli attuali 69 anni. L’Europa è l’unico continente con natalità negativa, con 1,6 figli per donna, contro i 5,7 della Nigeria che a fine secolo supererà gli Stati Uniti e forse la Cina, superata anche dall’India.

Le popolazioni si stanno spostando dalle aree rurali povere a quelle fortemente industrializzate, dal 2008 le più abitate. Se nel 1975 nel mondo c’erano 3 città con oltre 10 milioni di abitanti, oggi ci sono 21 mega metropoli. Presto il 70% della gente vivrà in aree urbane e ciò produce altri scompensi a livello economico e sociale. Il 5% della popolazione consuma il 23% dell’energia prodotta al mondo, il 13% non dispone di acqua potabile e il 39% non ha adeguati servizi sanitari. Il 10% della popolazione più ricca ha un impatto ambientale pari al restante 55%.

Divario tra ricchi e poveri

Le persone più ricche del mondo secondo le classifiche di Bloomberg dispongono di beni e patrimoni per 1.760 miliardi di dollari. I cinque più ricchi della terra hanno una ricchezza personale che viaggia attorno ai 100 miliardi di dollari. Dal 2010 la loro ricchezza è aumentata del 44% (oltre 500 miliardi di dollari) ed è destinata ad aumentare del 39% nei prossimi anni. Allo stesso tempo alla metà dei più poveri mancano al saldo 1.000 miliardi di dollari (-41%).

Dall’inizio del secolo i più ricchi hanno aumentato la ricchezza del 50% contro l’1% dei più poveri. Gli ultimi dati Ocse sull’America sottolineano come il 5% delle famiglie americane più ricche possieda il 62,5% di tutta la ricchezza nazionale. Quanto a numero di miliardari d’altronde gli Stati Uniti sono al primo posto, seguiti dalla Germania, mentre le città con il maggior numero di ultra ricchi sono New York e Londra. Secondo i dati Eurostat anche in Italia le disuguaglianze economiche sono peggiorate.

Il 10% di italiani possiede il 25% della ricchezza totale, mentre al 10% dei più poveri va solo il 2% dei redditi totali. Secondo l’Istat in una situazione di povertà assoluta vivono 5 milioni di italiani, il 7% della popolazione. A rischio povertà sono oltre 16 milioni di persone, il 27,3% con un reddito inferiore al 60% della media nazionale. Un lavoratore su otto percepisce uno stipendio insufficiente a garantire un tenore di vita normale e i giovani guadagnano meno rispetto alla media europea.

Provenienza della ricchezza

Se le disuguaglianze economiche aumentano, quali origine ha la ricchezza? Dipende. Per fare soldi possono contare il talento e l’impegno, ma anche altre dinamiche che non hanno nulla a che vedere con il merito personale. Tanti ricchi hanno parzialmente o completamente ereditato il proprio status economico. Secondo una ricerca della Banca d’Italia il 17% dei miliardari ha ereditato completamente le proprie fortune, contro un 68% che si è fatto da solo. La percentuale di miliardari eredi maschili è del 13%, contro il 48% di donne ultra ricche.

All’incremento della ricchezza familiare contribuisce il fatto che gli investimenti dei più ricchi siano sempre favoriti dalle logiche del mercato finanziario. Un gruppo di economisti italiani ha scoperto che alla base dei rapporti di forza economici delle famiglie c’è anche un diverso trattamento di banche e gestori che privilegiano i rendimenti dei grandi patrimoni. Sì tratta di un gap di circa il 3% che si auto alimenta in modo esponenziale nei decenni e nelle generazioni, alimentando le disuguaglianze economiche anche nelle nazioni più evolute.

Secondo le ultime stime al mondo ci sarebbero oltre 200 mila persone con un patrimonio di oltre 30 milioni di dollari. Si tratta di 183.810 uomini e 27.465 donne, con una età media tra i 59 anni e 57 anni, che complessivamente dispongono di 30.000 miliardi di dollari. Come spendono questi soldi? 40 miliardi di dollari in auto, 23 miliardi in aerei privati, 22 miliardi in yacht e 8 miliardi in vino e bevande alcoliche e vizi var. Senza considerare, viaggi, beni ecc. per un totale di circa 1,1 milioni spesi ogni anno.

Ricchi a bordo di yacht e poveri senza cibo e medicine: gli effetti di questa enorme disparità e concentrazione di ricchezza nelle mani di pochi sono sotto gli occhi di tutti. Le conseguenze delle disuguaglianze economiche e sociali invece sono politiche. Sviluppano distorsioni nelle relazioni tra potere economico e politico, favoriscono logiche clientelari, leggi e regolamenti che aumentano ancora di più le disfunzioni del mercato a beneficio dei più ricchi.

Conseguenze disuguaglianze economiche

Le disuguaglianze economiche contengono il germe che crea conflitti, rivolte, disordini che riguardano ogni parte del mondo. All’aumento della criminalità e della discriminazione sociale si aggiungono la nascita di nuove forme di povertà. Le popolazioni più povere sono anche più sottoposte alla furia dei cambiamenti climatici causate dalle emissioni dell’uomo di cui contribuiscono solo per il 10%.

Oltre agli effetti complessivi sulla popolazione, nei paesi in cui le disuguaglianze economiche sono maggiori, c’è anche un maggior divario tra uomini e donne in termini di reddito, salute, partecipazione politica, istruzione. Solo l’1% dei vaccini contro i Covid ha raggiunto i paesi a basso reddito. Non c’è settore in cui le disuguaglianze non facciano sentire il loro peso.

Dall’industria estrattiva che favorisce guadagni enormi nelle mani di pochi, al settore finanziario sempre favorevole alle fasce più ricche della popolazione. Nell’abbigliamento si delocalizza la produzione producendo una concorrenza al ribasso nei paesi più poveri per  ampliare i margini di guadagno. Ne consegue il dominio delle grandi imprese che diventando monopoli arrivando a fissare i prezzi e a condizionare la vita delle persone.

Uno studio della Banca d’Italia sottolinea come in situazioni familiari svantaggiate economicamente l’abbandono scolastico sia molto più elevato e favorisca ulteriore disoccupazione, povertà ed esclusione sociale. Oltre al grado di istruzione, la ricchezza personale e la possibilità di trovare lavoro oggi é favorita da una eredità che non riguarda solo il contesto economico, ma anche le relazioni sociali. A preoccupare è lo stop del cosiddetto ascensore sociale, ovvero la possibilità di riscatto delle classi sociali meno abbienti.

Esiste un capitalismo sostenibile?

Le disuguaglianze economiche pongono questioni etiche, ambientali, sociali che nessun essere sulla terra può ignorare. Come affrontare e risolvere le sempre maggiori dispartà sociali? Due secoli fa tutti erano molto più poveri, da allora c’è chi ha aumentato la ricchezza di trenta volte, come la Svezia, e chi molto meno. Se il capitalismo ha favorito la prosperità di un numero sempre maggiore di persone, il liberismo ha anche prodotto le storture attuali.

I cittadini sono invitati a consumare sempre di più, e se si indebitano troppo, la salvezza sembra l’aumento del debito pubblico. Per fare ripartire l’economia si tagliano le tasse: i grandi capitali risparmiano, mentre i lavoratori delle classi medie e povere hanno pochi benefici. Nel frattempo sono 7.600 i miliardi di dollari occultati in paradisi fiscali offshore, soldi che non hanno nessun ricaduta sulla società e non contribuiscono in alcun modo al benessere collettivo.

Disuguaglianze economiche significano anche condizioni di vita peggiori in termini di aspettativa di vita, salute, istruzione, possibilità di viaggiare, di gestire il tempo libero, coltivare passioni e vivere in modo intelligente. Il concetto di finanza etica comprende tutte le tematiche affrontate in questo articolo, a partire dalle disparità economiche fino a quelle di tenuta della società da un punto di vista sanitario o ambientale.

Una crescita economica indiscriminata non è più sostenibile ed è necessario riorganizzare i processi produttivi e distributivi sfruttando la tecnologia e le nuove opportunità offerte dall’intelligenza artificiale. Oggi al 90% delle popolazioni in difficoltà va solo il 10% della spesa in ricerca scientifica. Se politici e industriali sono obbligati ad affrontare le nuove sfide per un futuro più sostenibile, ai singoli cittadini spetta il compito di informarsi, partecipare alla vita pubblica ma anche di vivere e consumare in modo più consapevole.

Come ridurre le disuguaglianze

Come si possono ridurre le disuguaglianze economiche e sociali? Innazitutto migliorando l’accesso all’istruzione, offrendo borse di studio e altri programmi di supporto finanziario per aiutare gli studenti a coprire i costi della scuola. Gli individui con una formazione scolastica migliore hanno maggiori possibilità di ottenere un lavoro ben remunerato, migliorando il tenore di vita e la partecipazione alla vita pubblica.

La partecipazione attiva dei cittadini è un fattore chiave nella riduzione delle disuguaglianze economiche e sociali. Quando le persone partecipano attivamente alla vita pubblica, hanno maggiori possibilità di far sentire la loro voce e di influenzare le politica. L’istruzione e la cultura aiutano le persone a sviluppare le competenze necessarie per partecipare attivamente alla società e alle istituzioni democratiche.

Una buona politica dovrebbe creare un sistema fiscale equo e progressivo in modo che le risorse finanziarie possano essere ridistribuite attraverso programmi sociali, come l’assistenza sanitaria, l’istruzione e l’accesso alle opportunità di lavoro. Migliorare la distribuzione delle risorse economiche consente di garantire programmi di assistenza sociale e politiche volte a garantire un accesso equo alle opportunità.

Ciò riguarda anche la parità di genere. Le donne sono spesso svantaggiate nell’accesso all’istruzione, all’occupazione e alle opportunità di sviluppo. Parità di genere significa garantire che le donne abbiano gli stessi diritti e le stesse opportunità degli uomini a livello di istruzione, eliminando le discriminazioni nel mondo del lavoro e adottando politiche che consentano alle donne di conciliare lavoro e famiglia.

L’accesso ai servizi sanitari è un altro fattore chiave nella riduzione delle disuguaglianze economiche e sociali. Gli individui che possono accedere ai servizi sanitari hanno maggiori possibilità di rimanere in buona salute, di lavorare in modo produttivo e di avre una visione più serena e consapevole della realtà che si riflette sulla qualità della vita e sulle aspettative per il futuro.