La dipendenza da cellulare e internet è una patologia con effetti anche gravi per bambini, ragazzi e adulti. Sintomi di burnout tecnologico e hikikomori, effetti e rimedi per usare lo smartphone in modo consapevole. Come disintossicarsi dalla tecnologia?

La dipendenza da cellulare o da internet interessa un numero di persone sempre maggiore tanto da essere diventata un vero e proprio caso di medicina neuro psichiatrica. L’uso dello smartphone è oramai parte delle nostre giornate, ma è facile perderne il controllo. Basta farsi un giro in metropolitana, per la strada o nelle sale d’aspetto: ovunque le persone sono ricurve a digitare sul telefono, sempre connesse.

La smania di condividere sui social o mandare messaggi in attesa di like non lascia un attimo di tregua e la noia non esiste più. La tecnologia si sta prendendo le nostre vite? Se disconnettersi da internet al mondo d’oggi è impossibile, si tratta di capire quali siano i pericoli della dipendenza da cellulare che possono colpire bambini, ragazzi e adulti con conseguenze che vanno dall’isolamento sociale a gravi forme depressive.

Indice

Abusare della tecnologia

Tutti abbiamo in tasca smartphone super potenti sempre connessi che in ogni ora del giorno ci offrono contenuti. Notizie, informazioni, video, musica, oppure email, notifiche o messaggi ci stimolano ad essere aggiornati su tutto: fatti di cronaca, politica, sport o sulla vita dei nostri amici sui social. In più la possibilità di condividere momenti di vita quotidiana e stili di vita sui social ci fa sentire vivi. Forse troppo.

Dipendenza da cellulare in persone che controllano lo smartphone

Dare una occhiata allo smartphone ci fa interagire con gli altri e sentire sempre al centro del mondo e più produttivi al lavoro, nello studio o nel tempo libero. Con un semplice tocco è possibile interagire con gli amici e allontanare lo spettro della solitudine, sempre e ovunque. Ma la sensazione gratificante di avere in tasca un dispositivo che contiene e accompagna le nostre esperienze in ogni istante, può essere molto pericolosa. Non ci rendiamo neanche più conto, ma oramai una qualche forma di dipendenza da cellulare e internet coinvolge tutti.

Davanti ad uno schermo sempre attivo e ricco di stimoli è facile perdere la misura, la dimensione del tempo svanisce insieme all’attenzione. Quante volte al giorno controlliamo lo smartphone come fossimo in preda ad una vera e propria patologia psicologica? Nel mondo del lavoro le cose non cambiano. Ci sono imprenditori e manager che non staccano mai la spina arrivando a lavorare 16 ore al giorno rischiando il burnout per stress da lavoro.

Cos’è la dipendenza da cellulare

Il problema della dipendenza da cellulare non riguarda certo solo l’Italia, ma tutto il mondo, dove ormai ci sono più schede telefoniche (8 miliardi) che persone (7,7 miliardi). Il punto è che mandare messaggi, fotografie, giocare o cliccare su siti online ha un costo, pima di tutto in termini di tempo. E’ stato calcolato che un ragazzo di 18 anni abbia già passato 13 mila ore davanti allo schermo di uno smartphone e uno su 4 abbia sviluppato qualche forma di dipendenza o ansia da batteria scarica o mancanza di campo.

Se non siamo consapevoli dei rischi di questo prodigioso dispositivo portatile che teniamo in tasca e ci segue ovunque, è bene dare un occhio al breve cortometraggio intitolato life smartphone. Realizzato dal giovane studente cinese Xie Chenglin, ci avverte sui pericoli che corriamo affidandoci troppo alla tecnologia e di come il telefono si stia impadronendo delle nostre vite. Profilandoci e studiando ogni nostra mossa che finisce nelle mani della multinazionale di turno attraverso app, navigatori e quant’altro.

Altro che centralismo della civiltà dei consumi. Non c’è ostacolo, torta, bimbo, passione, dramma, incidente che possa fermare lo smanettatore folle, il selfista di turno, l’invasato ricurvo sul suo smartphone. Quasi ad avvertirci che oramai l’uomo è incapace di alzare lo sguardo da un contenitore di vita certamente molto utile, ma che se non stiamo attenti rischia di togliercela.

Sintomi dipendenza da cellulare

Quando il normale utilizzo della tecnologia diventa abuso? E’ necessaro prestare attenzione ad una serie di segnali e comportamenti. I sintomi della dipendenza da cellulare tipici sono il controllo ripetuto della posta elettronica, una voglia di connessione smodata a qualsiasi ora del giorno o della notte, ore passate in chat. Si prova un senso di malessere e agitazione se non si resta connessi a internet per un periodo di tempo che tende sempre più ad aumentare, fino ad arrivare ad episodi di isolamento.

Si tratta di sintomi molto comuni. Secondo alcune ricerche svolte in America, la metà delle persone controlla il proprio smartphone diverse volte all’ora, l’11% controlla le notifiche dei social ogni pochi minuti. Circa il 30% lo utilizza quando è alla guida di un auto aumentando esponenzialmente il rischio di incidenti. Ma non ci sono solo gli incidenti a farne un pericolo: la smartphone addiction causa una serie di problemi psicologici e relazionali più o meno gravi, a cominciare dal chiudersi in casa.

Bambini e adolescenti sono particolarmente a rischio di dipendenza da cellulare, spesso per cattive abitudini indotte dai genitori. Non pensate che i vostri figli siano immuni dal fascino che gli adulti provano per le loro tavolette luminose. Non sono un buon esempio padri e madri costantemente attaccati allo smartphone. Come sottolinea il progetto Pronti, Partenza, Via promosso da Save the Children in vari quartieri italiani, l’abuso della tecnologia mina da vicino la salute di milioni di ragazzi diffondendo cattivi stili di vita e una pericolosa sedentarietà.

Dipendenza cellulare nei ragazzi

Secondo uno studio realizzato dall’università Bocconi con l’associazione Impara Digitale, i ragazzi sono scarsamente educati all’utilizzo corretto dei dispositivi elettronici. Il 30% riceve uno smartphone già a 6 anni, il 5,5% addirittura prima dei 5 anni, mentre a 12 anni ne dispongono circa il 90% dei ragazzi. La percezione del fenomeno della dipendenza da cellulare nei genitori è quasi sempre distorta e parziale.

Pochi genitori vietano il cellulare (famosi i casi di Bill Gates e Steve Jobs), altri cercano di scendere a patti nell’utilizzo, sminuendone il problema. Per vergogna o emulazione lo regalano ai figli per non escluderli dai gruppi nelle chat. Alla fine tutti ce l’hanno o lo desiderano fortemente. Già alle scuole primarie il 23% dei bambini lo usa di nascosto per copiare, chattare o giocare. Per non parlare dell’utilizzo nelle ore notturne in camera da letto per comunicare con amici, ascoltare musica, navigare online o guardare video.

Utilizzare lo smartphone prima di dormire è dannoso da un punto di vista psicologico e fisiologico, perchè i ragazzi sottoposti agli stimoli luminosi e visivi faticano ad addormentarsi e rimangono agitati. Eppure il 52% dei genitori accettano che i figli portino lo smartphone in camera da letto, magari con la scusa di un utilizzo per lo studio, ovviamente non vera. Il risultato è che i figli a scuola il giorno dopo sono stanchi, irrequieti e possono sviluppare mal di testa, ansia e disturbi dell’umore.

Utilizzo cellulare dei bambini

Un capitolo a parte merita l’utilizzo della tecnologia da parte dei minori. Sempre più spesso i dispositivi elettronici sono utilizzati come baby sitter. Contrariamente a ciò che pensano alcuni genitori, un bambino che a 5 anni che impara ad usare uno smartphone, non è un genio. E’ un piccolo che non imparara a usare le mani e ad interagire con il mondo. Se volete un bimbo felice fategli suonare uno strumento e spegnete lo smartphone. Ma quali sono i rischi per i bambini ed esiste una dipendenza da cellulare anche per i più piccoli?

L’utilizzo della tecnologia nei bambini è stata studiata da psicologi e pediatri di tutto il mondo. Le regole sono chiare: i bambini non dovrebbero usare smartphone e tablet prima dei 5 anni per le conseguenze a livello neurologico, psicologico e mentale. E’ necessario limitare comunque ad un’ora il periodo massimo di utilizzo in compagnia dei genitori fino agli 8 anni e non si deve usare il cellulare come calmante per i bambini irrequieti. Le capacità di attenzione, così come il rendimento scolastico e la socialità, potrebbe altrimenti venire compromesse, insieme allo sviluppo fisico scorretto dovuto alla postura.

In realtà secondo le statistiche l’80% dei bambini di età inferiore agli 8 anni interagisce con tablet e smartphone, mentre già bambini di 2 anni guardano video su YouTube attraverso dispositivi elettronici. Solitamente lo smartphone viene regalato attorno ai 12 anni, ma la pandemia e le lezioni a distanza hanno costretto molti genitori ad anticipare l’uso del cellulare, non senza preoccupazioni del tutto fondate. Più che la dipendenza da cellulare fa paura però la possibilità di essere bersaglio di bullismo online o di entrare in contatto con persone o video non idonei.

Effetti cellulare sul cervello

I genitori fanno bene a temere l’attività dei figli online relativamente alla sicurezza informatica. Dovrebbero però essere anche preoccupati delle trasformazioni che l’utilizzo dei dispositivi elettronici provoca nel cervello di adolescenti o bambini in anni di rapide trasformazioni biologiche. Secondo uno studio della Western Sidney University, dopo alcuni anni di uso intensivo dei dispositivi elettronici molte funzioni cerebrali vengono diminuite, in particolare il modo in cui le informazioni vengono elaborate e ricordate.

Avere informazioni sempre accessibili sui motori di ricerca provoca una vera propra mutazione della connettività funzionale. Per i ricercatori della Tohoku University di Sendai in Giappone, con troppo internet si riducono intere zone del cervello legate alla gestione di attenzione, linguaggio, emozioni e meccanismi di ricompensa che possono ridurre le prestazioni scolastiche dei bambini. Non esistono solo conseguenze neurologiche su neuroni e sinapsi. In generale  l’effetto più evidente dell’abuso di smartphone è avere meno tempo per vita reale.

Conseguenze abuso smartphone

Controllare ogni minuto lo smartphone rende difficile l’impegnarsi nelle proprie passioni, ma anche avere rapporti umani gratificanti e socializzare con gli altri. Spesso dimentichiamo il valore del tempo, il nostro. Siamo sicuri che sia necessario vederlo scorrere così, tra un post e l’altro? Basta calcolare quanti minuti o ore passiamo inutilmente ogni giorno su internet. La concentrazione sul lavoro e nello studio diminuisce, in particolar modo nell’adolescenza, momento in cui questa capacità dovrebbe aumentare.

Sparisce anche la possibilità del cervello di fare pause, ovvero di annoiarsi, utile a livello psicologico. Per gli adulti il problema è lavorare troppo. Lo smartphone è un ottimo compagno di lavoro per controllare email, scrivere e parlare con i colleghi. Ma in questo modo non si stacca mai e si è sempre disponibili sia che si tratti di lavoro dipendente che autonomo. Il nostro cervello non è fatto per fare continue esperienze multitasking e non fa bene. Secondo uno studio realizzato in Inghilterra dalla University of Derby, il 51% degli intervistati soffre di ansia tecnologica estrema quando è privato del proprio cellulare. I parametri di pressione sanguigna aumentano come quando si provano sentimenti di paura e sgradevolezza.

Tra gli effetti dell’abuso tecnologico l’insonnia è tra i più frequenti, in parte per gli effetti della luce blu dei dispositivi. Anche controllare notifiche, email e notizie dell’ultim’ora, prima di andare a dormire, non rende facile addormentarsi e fare buoni sogni. Eppure il 40% delle persone non si allontana dal proprio smartphone nemmeno di notte. Infine guardando troppe ore al giorni gli schermi elettronici si diventa miopi perchè l’occhio viene abituato a mettere a fuoco da vicino e perde la capacità di adattarsi alla vista di oggetti lontani

Retomania e internet dipendenza

Effetti simili dalla dipendenza da cellulare sono quelli causati dalla retomania, o anche Internet Addiction Disorder (I.A.D.). Si tratta di un fenomeno che sta dilagando in tutto il mondo, soprattutto tra i giovani, che preferiscono isolarsi e passare giornate intere davanti al computer con il rischio di arrivare a confondere reale con virtuale e vero dal falso. Ormai quasi tutto è lecito sulla rete, cambiare identità, viaggiare, giocare, interagire con più persone e così via, ma attenzione a non abusare.

La Sipps (Societa’ Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale) si è detta preoccupata per il dilagare della cosìdetta retomania o internet dipendenza tra gli adolescenti impegnanti a tessere relazioni virtuali e svagarsi rimanendo connessi alla rete che si trasforma così in un luogo rassicurante e ovattato. Qualche precisazione è comunque d’obbligo: è l’abuso a creare squilibri e naturalmente i soggetti più a rischio sono da ricercarsi tra chi già soffre di un equilibrio emotivo precario, soprattutto gli adolescenti impegnati nella difficile fase evolutiva.

Disturbi dell’umore da internet

La Missouri University of Science and Technology ha realizzato una ricerca sulla corrispondenza tra le modalità di utilizzo del web e i disturbi dell’umore arrivando ad una chiara conclusione: troppo internet fa male. Stare tante ore al giorno davanti a smartphone e computer ha serie conseguenze negative per il corpo e la mente. I dati raccolti in un mese di analisi tra 216 studenti universitari hanno mostrato una correlazione statisticamente significativa tra le modalità di utilizzo di Internet e la presenza di sintomi depressivi.

I disturbi dell’umore dipendono da una serie di fattori come durata di collegamento, utilizzo di reti peer to peer, chat, numero di mail spedite. Inoltre sono correlati ad un uso prolungato di internet, magari protratto fino a tarda notte, in attività di shopping, nella visione di video online, frequentazione di social network, siti di gioco d’azzardo o sulla salute. L’uso eccessivo di internet rischia di sostituire forme di interazione e socializzazione reale, portando ad un aumento dell’isolamento sociale tipico degli Hikikomori.

Esposizione ai social e anoressia

Secondo gli psicologi non è solo la tecnologia a scatenare la tendenza all’isolamento, ma piuttosto una crisi di valori che colpisce persone particolarmente sensibili agli stimoli esterni. Solitamente viene colpito da queste sindromi chi ha bassa resilienza, ovvero non ha la capacità di superare i momenti di crisi. Non si tratta di bambini o adolescenti straviziati, ma piuttosto di persone capaci e sempre andate bene a scuola, che improvvisamente si rendono conto di non saper far fronte alle difficoltà della vita per arrivare sui gradini più alti della società.

Le giovani ragazze che oramai già a 13 anni hanno più account sui vari social online, inoltre vivrebbero una vera e propria ansia da prestazione nella ricezione dei like che porterebbe una serie di problemi psicologici anche gravi. Uno studio australiano pubblicato su International Journal of eating disorder, afferma che la ricerca di consenso relativamente alle proprie immagini pubblicate sui social comporterta l’aumento esponenziale di fenomeni di anoressia, comportamenti alimentari scorretti e sedute extra di allenamento fisico. Tutto per esibire un corpo corrispondente ai modelli alla moda.

Nei casi più gravi si arriva a ragazzi che non escono più di casa, non vanno a scuola o al lavoro. L’unico legame con l’esterno avviene attraverso gli schermi di internet degli smartphone da cui non si staccano mai. Secondo le ultime stime questo comportamento va diffondendosi preoccupantemente in ogni parte del mondo, dagli Stati Uniti alla Cina fino ad arrivare in Europa e in Italia, a cominciare dalla scuola media. I cosiddetti Hikikomori sono spesso giovani di classe sociale media o elevata dai 15 ai 40 anni, che si isolano completamente dal mondo.

Hikikomori e isolamento sociale

Gli Hikikomori sono un fenomeno dell’adolescenza di autoreclusione arrivato in Giappone negli anni ’80 con il boom dei dispositivi elettronici e internet. Questi giovani si ritirano dalla società non per giorni o settimane, ma addirittura per alcuni mesi o anni, favorendo l’insorgere di disturbi come ansia o depressione. In Giappone sono coinvolte in qusta patologia mezzo milione di persone che viene considerato alla stregua di un disturbo mentale. I primi casi in Italia sono comparsi una decina di anni fa e secondo alcune stime il fenomeno colpisce circa 100 mila persone tra adolescenti e giovani adulti.

Si tratta di adolescenti che non studiano o disoccupati dediti all’uso indiscriminato di computer e smartphone. Privati della connessione non vogliono comunque uscire di casa, rifiutano la competizione con gli altri e si sentono sempre in pericolo. Eliminato internet si rifugiano nei videogiochi, leggono fumetti, guardano film e programmi sportivi. Depressione e ansia sembrano essere alla base del comportamento, ma giocano anche influenze culturali e sociali come l’essere stati esposti a situazioni di stress nel lavoro o nella vita.

Il ritiro sociale acuto rischia di colpire due ragazzi su mille, ma a cosa è dovuto? Secondo gli esperti del settore stare troppe ore davanti al computer può diventare pericoloso per un adolescente. Con l’andare del tempo la situazione può sclerotizzare e diventare patologica se non interviene un adulto. La maggior parte dei fenomeni legati all’Hikikomori deriva infatti da forti pressioni a scuola o sul mondo del lavoro. Traumi per episodi di bullismo a scuola, molestie sul lavoro, o qualcosa di cui vergognarsi o che fa sentire le persone non all’altezza delle aspettative sociali.

Rimedi dipendenza da cellulare

Come liberarsi dalla dipendenza da cellulare o da internet? Esperti e psicologi negano l’utilità delle misure restrittive. Il controllo dei contenuti online può servire, ma a fare la differenza per scongiurare pericoli e comportamenti a rischio è avere un buon dialogo con i figli. Il telefono va spento un’ora prima di dormire dando modo al cervello di rigenerarsi e rilassarsi da stimoli visivi, sonori ed emozionali. Non dormire vicini al telefono ma lasciarlo in un’altra stanza, naturalmente spento. Eventualmente abilitare solo sveglie o notifiche e chiamate eccezionali provenienti da figli o genitori anziani.

Non accendere lo smartphone appena svegli. Controllare le notifiche subito o dopo mezz’ora che ci si alza dal letto non cambia nulla, ma consente di trascorre i primi momenti del mattino con i figli o il partner in modo più sereno e rilassato. Autolimitarsi nel controllare le notifiche: anche se si è particolarmente attivi sui social è inutile dare un’occhiata al proprio smartphone ogni minuto. Salvare la sanità mentale e aumentare la produttività è più importante. Basta impegnarsi facendo trascorrere almeno una o due ore tra una occhiata e l’altra. Oppure darsi scadenze fisse, ad esempio prima di cena.

Per liberarsi dalla dipendenza da smartphone è molto importate creare delle zone off limits e momenti in cui assolutamente ci si libera dalla tecnologia. A letto e non solo per dormire, quando si mangia, si gioca o mentre si guarda la tv. Riscoprire i contatto umani reali è fondamentale. Avere 1000 amici su Facebook non corrisponde nemmeno lontanamente a incontrare una sola persona nella vita reale. Inviarsi messaggi in chat con un amico non è come passare una sera in un locale davanti ad una birra. Guardare un video su YouTube o Netflix non è come andare al cinema.

Prevenire è meglio che curare

Prevenire la dipendenza da cellulare e i comportamenti degli hikikomori è ancora più importante del curare i sintomi. Più esperienze nel mondo reale fanno i bambini e gli adolescenti e meno avranno bisogno di fuggire nel mondo virtuale. E’ bene motivare i ragazzi con obiettivi reali graduali e raggiungibili, aumentare la consapevolezza su problemi della vita e parlare di ogni cosa, trovando insieme ai figli soluzioni possibili ad ogni problema. I genitori devono stare attenti a non intervenire in modo sbagliato e a non fare ricadere troppe aspettative sui figli.

La dipendenza da cellulare e internet e l’auto esclusione sociale può avere anche cause psicologiche naturali e culturali soggettive differenti per ogni paziente. Come fenomeno relativamente recente non ha una sola terapia raccomandata in tutti i casi. Gli aiuti degli psicoterapeuti sono mirati al reintegrarsi nella società. Per permettere alle persone di riprendere contatto con la vita reale possono servire sedute di terapia di gruppo che nel caso di adolescenti devono riguardare anche i genitori. Il percorso di reinserimento può partire dai videogiochi di gruppo. Dei rapporti inizialmente virtuali possono poi trasformarsi in motivi di incontro nella vita reale.

Disconnettersi da internet

Disconnettersi da internet è il primo passo da compiere per stare meglio e ritrovare il benessere per chi è colpito da burnout tecnologico. Può essere utile dimenticare il carica batterie o scegliere una località di vacanza con poco campo. Oltre a staccare completamente la spina, bisogna tornare a connettersi con sè stessi e con gli altri tornando ad assaporare la consapevolezza delle piccoli grandi cose della vita reale. Può servire fare sport, camminare e meditare, ma soprattutto avere rapporti con persone vere.

Connettersi con gli altri significa cominciare nel ritrovare relazioni vere, in particolare con amici e familiari con cui condividere esperienze. Per uscire dalla zona di confort ci si può impegnare in attività di volontariato mettendosi in ascolto di estranei e persone completamente differenti da noi. Se fare da soli può essere complicato, in vendita ci sono libri e studi che non solo raccontano i benefici dello staccare la spina, ma aiutano a farlo con consigli pratici.

In America esistono anche veri e propri allenatori del benessere che attraverso un approccio olistico aiutano a vivere meglio o a lavorare meglio. A dimostrazione di quanto ciò sia vero, ci sono importanti aziende americane che ottengono un rendimento dei dipendenti molto più elevato incentivandoli a a socializzare con i colleghi chiudendo tutte le connessioni almeno per qualche ora alla settimana.

Disintossicarsi con la tecnologia

Se la tecnologia è la causa della dipendenza da cellulare e internet, può aiutare anche a uscirne. Il Light Phone ed è un telefono che non vuole sostituire lo smartphone, ma diventare la sua estensione. L’idea è di due amici, un artista e un design americani che in un’epoca di gioia del meno hanno pensato di togliere e ridurre all’osso, senza rinnegare l’evoluzione, anzi. L’importante è fuggire dalla tentazione di connessione allontanando la dipendenza da smartphone.

Il Light Phone sembra un normale telefono con una batteria che dura circa 20 ore. Si usa solo per fare e ricevere chiamate che vengono inoltrate dallo smartphone originale tramite una semplice applicazione. Niente messaggi social, fotografie, ricerche su internet Il vantaggio è avere più tempo per se stessi. Si può mettere nel portafoglio dato che le dimensioni sono quelle di una carta di credito e il peso si aggira sui 38,5 grammi. Il design è curato nei minimi particolari, moderno, essenziale e pulito non ha nulla da invidiare ai più moderni dispositivi. Non è resistente all’acqua e costa circa 150 dollari.

Il suo scopo è togliere la dipendenza da cellulare, utilizzandolo il meno possibile per fare brevi telefonate. Anche i suoi progettisti non hanno dubbi: per vivere meglio bisogna sempre allontanarsi fisicamente dallo smartphone ogni volta che è possibile se non esiste la reale necessità di essere connessi. Questo telefono sicuramente riduce le distrazioni, ma non è l’unica soluzione. Se cercate una attività alternativa leggere più libri può essere l’attività giusta per stare bene. In attesa che il Light Phone diventi la nuova tendenza sostenibile, se non per l’ambiente, per il cervello, c’è chi studia altre soluzioni.

Usare tecnologia con equilibrio

L’uomo è vissuto milioni di anni senza l’ausilio di dispositivi che in qualche modo ne sostituiscono le funzioni. Per non cadere nella dipendenza da cellulare e internet, con tutti i problemi che ne conseguono a livello mentale e non solo, è fondamentale sapere trovare un equilibrio con la tecnologia. Il web e i social rappresentano anche un modello di sviluppo sociale centralizzato che studiosi come Gert Lovink, fondatore dell’Institute of network culture e autore di numerosi libri sulla rete, definiscono come capitalismo della sorveglianza.

Siamo tutti collegati ad una architettura di piattaforme sociali che in qualche modo subiamo e che ci fanno sentire in trappola e infelici. L’intelligenza artificiale sta modificando il mondo ancora di più. In peggio o in meglio dipende dai punti di vista, ma certo indietro non si torna: l’unica soluzione è la consapevolezza e l’alfabetizzazione dei cittadini. Ne sono consapevoli anche le società come Google che si stanno impegnando affinchè le persone affrontino questa vera e propria rivoluzione dell’uomo preservando il benessere.

Digital Wellbeing ha una serie di applicazioni e servizi gratuiti utili a mantenere il controllo dei comportamenti online in modo che le abitudini tecnologiche non sfocino in dipendenze. E’ possibile ad esempio controllare la frequenza di utilizzo delle app, il numero di notifiche ricevute sullo smartphone e verificare quante volte usiamo il telefono al giorno. Sfruttare la tecnologia senza allontanarsi dalla vita reale deve essere l’obiettivo primario di tutti.