
La storia del compact disc e il ruolo dei cd musicali nell’era dello streaming. Invenzione e importanza di un supporto che ha portato nelle case di tutto il mondo la musica dei grandi artisti e che ancora oggi utilizzano in tanti malgrado la fine spesso annunciata
Nessuno parla più di compact disc eppure sono ancora venduti e ascoltati per svariati motivi, non ultimo una maggiore qualità audio. Chiusi i negozi di cd musicali, negli store online c’è sempre un’ampia scelta di album di ogni genere musicale tra compilation, nuove uscite, colonne sonore e molto altro. Qual è l’importanza dei cd nella storia e qualche ruolo hanno in un mercato musicale dominato dallo streaming?
I compact disc fanno parte della schiera di supporti musicali fisici di cui da molti anni si annuncia la fine. In effetti nell’era degli smartphone e della musica liquida possedere album di canzoni non è più necessario. I dati di mercato e il ricordo della pirateria concorrono a chiudere i cd musicali nel cassetto o a parlarne come glorioso cimelio del passato. Ma come insegnano i dischi in vinile, è possibile che le cose vadano un pò diversamente?
Indice
- Storia compact disc
- Compact disc della Sony
- Mercato dei cd musicali
- Compact disc streaming vinile
- Futuro dei cd musicali
- Vendita cd audio online
Storia compact disc
La storia dei compact disc ha un nome e cognome: Norio Ohga. Pur non essendone l’inventore, é considerato l’artefice di una delle più grandi rivoluzioni nell’ascolto di musica e opere classiche o jazz delle recenti generazioni. Proprio la sua passione per la musica lo ha portato a lavorare alla Sony, di cui é stato presidente (1982-1995), direttore generale fino al 2000 e consulente senior fino alla sua scomparsa all’età di 81 anni.
Grazie al suo intuito i compact disc sono stati sviluppati così come li conosciamo, a cominciare dalle dimensioni. Il diametro di 12 cm ad esempio è dovuto alla necessità di avere un supporto in grado di memorizzare tutta la Nona Sinfonia di Beethoven, che dura 75 minuti. Ma chi era questo intraprendente giovanotto giapponese che sognava di diventare cantante d’opera e che alla fine divenne presidente della Sony?
Norio Ohga, laureato alla Tokyo National University of Fine Arts and Music e alla Berlino University of the Arts, fu reclutato dalla Sony, che allora si chiamava Tokyo Tsushin Kogyo KK, nota anche come Totsuko, come consulente nel 1950. La dirigenza della società fu colpita da una lettera che scrisse di suo pugno in cui lamentava la bassa qualità del suono dei registratori a nastro. Appena assunto cercò un sistema che risolvesse il problema.
Compact disc della Sony
Divenuto presidente della Sony nel 1982, Norio Ohga favorì lo sviluppo dei cd musicali che riteneva superiori ai vinile per praticità e soprattutto qualità del suono. Gli studi sui compact disc, cominciati nel 1970 e condotti dall’inventore Jack Russel, per qualche motivo vennero ignorati per molti anni e furono finalizzati dalla Sony. Il primo lettore di compact disc, l’iconico Sony CDP-101, uscì nel 1982 in Giappone e in America nel 1983 al prezzo di 1000 dollari.
Grazie ad un accordo con la Philips il formato da 120 mm di diametro con audio a risoluzione di 16 bit e 44,1 kHz divenne il nuovo standard del mercato discografico. In soli cinque anni le vendite di compact disc superarono i dischi in vinile diventando per vari decenni il modo preferito per ascoltare musica. I lettori di cd entrarono in tutte le case del mondo aprendo la strada ad un fiorente mercato di impianti stereo hi-fi. Con la stessa tecnologia furono sviluppati altri supporti per il settore dell’intrattenimento, come cd rom, dvd per il cinema e i videogiochi.
Norio Ohga trasformò la Sony da azienda leader del settore elettronico a multinazionale dell’intrattenimento globale credendo fosse necessario sfruttare al massimo il talento delle persone, un pò come fanno i direttori d’orchestra con i musicisti. Se diventare un direttore d’orchestra era un suo sogno giovanile, alla fine salì davvero sul podio in un evento di beneficenza organizzato dalla Sony. In quell’occasione ebbe modo di fare molto più di un click sul tasto play di un cd, conducendo la Metropolitan Opera Orchestra di New York.
Dei venti album iniziali disponibili al momento del lancio del compact disc nel 1983, il disco Brothers in Arms dei Dire Straits del 1985 fu probabilmente la molla che convinse anche i più refrattari ad abbandonare i vinile. I cd musicali presero il volo fino a quando ai primi anni ’90 di diffusero i CD-R (Compact Disc Recordable). Malgrado inizialmente il loro costo era elevato e simile agli album originali, preparò la strada al declino dei compact disc che si compì con l’avvento degli mp3 registrabili sui CD-RW con il processo di masterizzazione con pc. L’avvento di Napster e del file sharing nel 1999 fece il resto aprendo la crisi della musica che tutti conosciamo.
Mercato dei cd musicali
Se guardiamo ai numeri del Global Music report, l’annuale rapporto sul mercato discografico stilato dalla Federazione Internazionale della discografia, lo streaming oggi rappresenta oltre metà delle entrate della musica registrata. Finita la smania di mp3 e canzoni gratis, la pandemia ha contribuito a fare crescere gli abbonamenti alle piattaforme di streaming a pagamento con percentuali a doppia cifra. I ricavi dalla musica fisica nel frattempo continuano a calare di qualche punto percentuale, ma non c’è un vero e proprio tracollo dei compact disc, anzi.
Buona parte del fatturato dei supporti fisici è rappresentato ancora dalla vendita di cd musicali, mentre la vendita di vinili rappresenta solo una quota malgrado tutto il gran parlare del boom degli ultimi anni. I calo di vendite dei compact disc inoltre non riguarda tutti i paesi. In America secondo i dati di Mrc Data sarebbero addirittura in aumento, mentre in Giappone si vendono ancora moltissimi cd musicali. 6000 negozi di dischi vendono album ad un prezzo minimo, fissato da una legge entrata in vigore nel 1953, che varia tra 23 e 28 dollari.
I giapponesi amano tanto i cd musicali non per patriottismo verso la Sony o qualità dell’offerta. Le vendite sono spinte da album di musica pop realizzata da boy band e girls band. Le case discografiche hanno mantenuto il pubblico over 30 delle idol groups offrendo cd e merchandising, edizioni limitate, b-sides e dvd. Le confezioni degli album spesso includono anche biglietti di concerti, coupon per incontrare direttamente gli artisti e offrono la possibilità di votare i proprio idoli ai concorsi annuali. Quando gli idoli invecchiano, il pubblico più adulto e con maggiori capacità di spesa, li segue.
Compact disc streaming vinile
Streaming e vinile sono le due facce del mercato musicale in crescita seppur con fatturati molto diversi. Le due modalità di ascolto sono lontane anni luce dal punto di vista tecnologico e hanno conquistato il pubblico grazie all’evoluzione tecnologica e a scelte economico finanziarie. Della musica liquida si esalta il fatto che costi poco o sia disponibile gratis, anche se avere eliminato il supporto fisico ha ridotto incredibilmente la percezione del valore della musica.
Se gli scarsi guadagni di artisti ed etichette non interessano a nessuno, c’è da dire che lo streaming non è riuscito nemmeno nell’intento di sconfiggere la pirateria e anche la qualità audio é peggiore. La gratutità insieme alla facilità d’uso hanno però incontrato i favori del pubblico. Il vinile ha dalla sua parte i nostalgici del recuperato stile vintage. Quando si tratta di consumo i giudizi sono veicolati da fattori soggettivi ma anche da comunicazione, moda, innovazione, stili di vita, tendenze e ovviamente dai soldi, che anche nel mondo della musica comandano su tutto.
Indipentemente da come andrà il mercato e da cosa pensino i discografici, però esistono alcuni motivi che fanno ritenere i cd musicali ancora migliori rispetto allo streaming e al vinile. Il primo riguarda gli artisti, che con la musica on demand guadagnano poco o nulla. Cantautori, musicisti, editori ed etichette discografiche incassano royalties enormemente più alte vendendo compact disc. Nessuno lo dice mai, ma la creatività ha un costo e deve essere remunerata altrimenti i giudizi qualitativi lascia il posto al numero di click sui social.
L’effetto nostalgia è un altro aspetto del fenomeno. Se la musica ha a che vedere con la personalità e crea identità, compact disc, vinile e musicassette aggiungono valore all’esperienza d’ascolto di cui difficilmente le nuove generazioni potranno beneficiare. Non ultima la possibilità di creare playlist con i cd rom. Che la musica abbia un impatto fondamentale sulla capacità di fermare ricordi, fatti ed eventi della vita è stato studiato scientificamente. Se le canzoni per essere ascoltate su YouTube devono necessariamente essere meme virali, questo aspetto viene negato.
Parlando di qualità audio, della differenza tra ascolto analogico digitale molto è stato detto. I cd musicali, pur appartenendo al mondo digitale, sono molto meno fragili dei vinile, più piccoli e con una qualità decisamente maggiore rispetto ai normali servizi di streaming. Ciò succederà almeno fino a quando le connessioni 5G saranno diffuse ovunque permettendo la trasmissione di una quantità di dati maggiore. I compact disc infine sono migliori perchè hanno copertine da leggere, belle non solo per i credits, ma come opere d’arte o di design grafico.
Futuro dei cd musicali
Dal punto di vista economico è inutile negare come lo streaming abbia invertito la tendenza al ribasso dei ricavi dell’industria musicale dopo 15 anni. Allo stesso modo gli incassi dei supporti fisici, e quindi principalmente dei compact disc, diminuiscono ogni anno e oggi fatturano solo il 10% rispetto agli anni ’90. Se nel 2000 in America di vendevano un miliardo di compact disc all’anno, oggi le copie vendute sono 30 milioni. Saranno pur poche, ma l’industria musicale che spinge lo streaming e ignora i cd, non ha nessuna intenzione di rinunciarvi.
Chi ancora acquista cd musicali d’altronde ben difficilmente passerà allo streaming in futuro. E’ il motivo per cui mezzo miliardo di dollari risparmiati in mancati acquisti di compact disc non si sono ancora tramutati in abbonamenti a Spotify, YouTube, Apple Music & C. Per Midiaresearch gli acquirenti di compact disc fanno parte di un gruppo distinto di consumatori, uomini o donne mediamente dieci anni più vecchi rispetto agli utenti dello streaming. Spotify non li attrae, anche perchè non lo conoscono o non lo sanno utilizzare.
Le questioni economiche ancora una volta fanno la differenza. Chi acquista cd spende mediamente 20,30 dollari in musica all’anno, ovvero 1,69 dollari al mese. Una cifra che è l’80% inferiore ai fatidici 9,99 dollari necessari per acquistare un abbonamento mensile ad un servizio musicale in streaming. Ci sono poi i collezionisti di vinile che per un motivo o l’altro acquistano anche la copia in cd dell’album. Insomma i compact disc, con buona pace dell’industria musicale, non sembrano destinati a sparire dalla faccia della terra a breve.
L’industria musicale vorrebbe favorire la transizione allo streaming ma si scontra con la ritrosia di decine di milioni di persone al mondo. Saranno pure emaginati tecnologici ma non hanno nessuna intenzione di spendere inutilmente soldi, rinunciando alle vecchie abitudini di ascolto. L’atteggiamento dell’industria verso gli ascoltatori di cd indefessi è di tacito abbandono, come si fa con le specie in estinzione, nella speranza che prima o poi si decidano a passare all’era digitale.
Come sempre succede le transizioni nei mercati avvengono sempre in modo graduale. Basti pensare a come i CD hanno preso il posto delle musicassette o Vhs sono stati sostituiti dai Dvd. Ad un certo punto, senza che nessuno più si scandalizzi o si chieda perchè, succede che il formato in questione non viene più venduto e supportato dal mercato. Il silenzio attorno ai compact disc prelude a qualcosa di simile. Quando non ci saranno più lettori di cd in circolazione, anche gli ultimi irriducibili appassionati dovranno arrendersi alla musica online.
Vendita cd audio online
Se avete letto questo articolo fino a questo punto probabilmente siete tra gli irriducibili utilizzatori di compact disc. Se volete acquistare cd musicali nei negozi e centri commerciali sono sempre più rari, ma si trovano ancora negli store online, spesso offerti anche a prezzi molto convenienti. Ecco un elenco di negozi che ancora distribuiscono questo formato musicale.
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