Il commercio equo solidale è un concetto che si è diffuso negli ultimi decenni, ponendo l’accento su giustizia sociale ed equità economica. Scopriamo i principi fondamentali e il suo impatto positivo sulle comunità locali e sulle economie dei paesi in via di sviluppo

Il commercio equo solidale è una forma di scambio commerciale che si basa su principi di giustizia sociale, rispetto dell’ambiente e solidarietà tra i popoli. Si tratta di un’alternativa al commercio convenzionale, che spesso sfrutta i produttori più deboli e danneggia l’ecosistema. Lo scopo è garantire ai produttori del Sud del mondo un prezzo equo per i loro prodotti, una relazione diretta e trasparente con i consumatori, il rispetto dei diritti umani e lavorativi, la promozione dello sviluppo sostenibile e la partecipazione democratica alle decisioni.

Il commercio equo solidale coinvolge diversi attori: i produttori, organizzati in cooperative o associazioni; gli importatori, che acquistano i prodotti dai produttori e li distribuiscono sul mercato; le organizzazioni di certificazione, che verificano il rispetto dei criteri del commercio equo solidale; i negozi e le botteghe del mondo, che vendono i prodotti ai consumatori; le organizzazioni di sensibilizzazione e educazione che diffondono questo tipo di cultura.

Indice

Storia commercio equo solidale

Il commercio equo solidale ha le sue radici nel movimento anticolonialista e nel pensiero critico verso il sistema economico dominante. Le prime esperienze di commercio alternativo risalgono agli anni ’40 e ’50, quando alcune organizzazioni religiose e umanitarie iniziarono a importare prodotti artigianali da paesi in via di sviluppo per sostenere i progetti di cooperazione.

Negli anni ’60 e ’70 il commercio equo solidale si sviluppò come una forma di protesta contro le ingiustizie del commercio internazionale che favoriva le multinazionali e le élite locali a scapito dei piccoli produttori. In questo periodo nacquero le prime botteghe del mondo in Europa e in Nord America, come luoghi di vendita e di informazione sui problemi del Sud del mondo. Nel 1967 fu l’associazione Oxfam a vendere per la prima volta prodotti e oggetti artigianali realizzati da rifugiati cinesi.

Nel 1969 fu aperta la prima catena di negozi che vendeva oggetti artigianali fatti a mano. Negli anni ’70 la vendita di caffè riscosse un grande successo e rappresenta tutt’ora una buona fetta del fatturato delle aziende solidali. Poi altre organizzazioni olandesi cominciarono a vendere zucchero di canna proveniente dal sud del mondo. Negli anni ’80 e ’90 si consolidò come un movimento globale, con la creazione di reti internazionali di produttori, importatori, certificatori e promotori.

In questo periodo si diffuse anche il marchio Fairtrade, che garantisce ai consumatori la tracciabilità e la qualità dei prodotti. Negli anni 2000, il commercio equo solidale si ampliò a nuovi settori, come l’agricoltura biologica, il turismo responsabile, la finanza etica e il consumo critico. Oggi questo tipo di mercato è riconosciuto come uno strumento efficace per combattere la povertà, l’esclusione e lo sfruttamento nel mondo.

Principi e filosofie di mercato

Il commercio equo solidale si basa su una serie di principi che ne definiscono la filosofia e la pratica e che sono definiti dalla World Fair Trade Organization (WFTO), l’organizzazione internazionale che riunisce tutte le realtà solidali nel mondo.

Creazione di opportunità per i produttori economicamente svantaggiati. Sostegno di piccoli produttori e comunità, accesso al mercato e alle informazioni per facilitare credito e formazione, promuovendo la cooperazione e l’autonomia.

Trasparenza e responsabilità con una relazione diretta tra produttori e importatori, basata su dialogo, rispetto e fiducia. Tutte le parti coinvolte devono rendere conto delle proprie attività e decisioni, garantendo la tracciabilità dei prodotti e il rispetto degli impegni.

Pratiche commerciali eque senza sfruttamento dei produttori, concorrenza sleale, dumping, speculazione e corruzione. Il commercio equo solidale si impegna a rispettare i termini dei contratti, a pagare anticipatamente una parte del prezzo, a garantire la continuità degli ordini e a fornire assistenza tecnica.

Pagamento equo ai produttori e prezzo equo per i prodotti, che copra i costi di produzione sostenibile, consenta una vita dignitosa e favorisca il reinvestimento nello sviluppo. Il prezzo viene stabilito attraverso il dialogo tra produttori e importatori, tenendo conto dei prezzi di mercato e dei criteri sociali ed ambientali.

Assenza di sfruttamento minorile e rispetto dei diritti umani e lavorativi dei produttori e dei lavoratori, in conformità con le convenzioni dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL). Bandita qualsiasi forma di lavoro forzato o coatto per condizioni di lavoro sicure e salubri, orari ragionevoli, retribuzioni adeguate e libertà di associazione.

Non discriminazione, uguaglianza di genere, legittimazione economica delle donne e libertà di associazione per promuovere la parità di opportunità e trattamento tra uomini e donne, persone di diverse etnie, religioni, culture e orientamenti sessuali. Valorizzazione ruolo delle donne nel processo produttivo sociale e politico. Partecipazione democratica dei produttori e dei lavoratori alle decisioni che li riguardano.

Tutela delle condizioni di lavoro di produttori e lavoratori in ambiente sicuro e salubre con adeguati strumenti e attrezzature, formazione professionale e accesso ai servizi sanitari ed educativi.

Rafforzamento capacità tecniche, gestionali ed organizzative dei produttori e delle loro organizzazioni per aumentare competitività, qualità dei prodotti, diversificazione delle attività e innovazione.

Promozione e sensibilizzazione di consumatori, istituzioni, imprese e opinione pubblica su principi e pratiche del commercio equo e solidale, al fine di creare una maggiore domanda di prodotti per influenzare le politiche commerciali a favore di una maggiore equità e sostenibilità.

Rispetto dell’ambiente e utilizzo di metodi di produzione ecologici che minimizzino l’impatto negativo sull’ambiente e preservino le risorse naturali. Uso di materie prime rinnovabili o riciclate, risparmio energetico, riduzione di sprechi ed emissioni, protezione della biodiversità e mitigazione dei cambiamenti climatici.

Benefici commercio equo solidale

Il commercio equo solidale non solo offre ai produttori del Sud del mondo un prezzo equo per i loro prodotti, ma ha anche una serie di benefici economici, sociali e ambientali. Vediamoli nel dettaglio.

Dal punto di vista economico il commercio equo solidale permette ai produttori di avere un reddito dignitoso e stabile, che non dipende dalle fluttuazioni dei prezzi di mercato. Inoltre, il pagamento di un premio extra consente alle organizzazioni dei produttori di investire in progetti di sviluppo comunitario, come l’istruzione, la sanità, l’accesso all’acqua potabile e alle fonti di energia rinnovabile. Favorisce anche la creazione di relazioni commerciali a lungo termine tra produttori e importatori, basate sulla fiducia e sul dialogo. Stimola la competitività e la qualità dei prodotti, grazie all’assistenza tecnica e alla formazione offerte ai produttori .

Il commercio equo solidale promuove il rispetto dei diritti umani e lavorativi dei produttori e dei loro dipendenti. Vieta lo sfruttamento del lavoro minorile e la discriminazione di genere, etnica o religiosa. Incoraggia anche la partecipazione democratica e l’empowerment dei produttori, che si organizzano in cooperative o associazioni e decidono autonomamente come gestire le loro attività e come impiegare il premio extra. Contribuisce inoltre a rafforzare il tessuto sociale delle comunità locali, favorendo la cooperazione, la solidarietà e la coesione .

Il commercio equo solidale sostiene una produzione agricola sostenibile e rispettosa dell’ambiente. Incoraggia i produttori ad adottare pratiche ecologiche, come l’agricoltura biologica, il risparmio idrico, la gestione dei rifiuti, la conservazione della biodiversità e la riduzione delle emissioni di gas serra. Tutela anche le risorse naturali dei territori in cui operano i produttori, come le foreste, i suoli e le acque.

Sfide per un futuro più giusto

Il commercio equo solidale ha ottenuto negli ultimi anni importanti risultati, ma deve affrontare ancora molte sfide per diffondersi e consolidarsi. La prima sfida è la concorrenza dei prodotti convenzionali, che spesso hanno prezzi più bassi e una maggiore presenza sul mercato. Fondamentale anche garantire la qualità e la tracciabilità dei prodotti, che richiede un costante monitoraggio e una forte collaborazione tra i diversi attori della filiera.

Questo mercato può funzionare solo coinvolgendo e sensibilizzando i consumatori, che devono essere informati e motivati a scegliere i prodotti equo solidali, non solo per il loro prezzo o il loro gusto, ma anche per i valori che esprimono. La sfida è innovare e diversificare l’offerta, per adeguarsi alle esigenze e alle tendenze del mercato, senza perdere di vista i principi del commercio equo solidale.

E’ importante anche trovare un equilibrio tra la crescita del commercio equo solidale e il mantenimento della sua identità e coerenza. La continua evoluzione del mercato si confronta con le sfide del mondo globale ma per contribuire a un cambiamento positivo nella società e nell’economia serve il sostegno e la partecipazione di tutti: produttori, importatori, venditori, consumatori, istituzioni, media, scuole, associazioni. Solo in questo modo potrà continuare a essere una scelta consapevole e responsabile per un mondo più giusto e sostenibile.

Prodotti commercio equo solidale

I prodotti del commercio equo e solidale oggi vengono realizzati da popolazioni povere in collaborazione con organizzazioni non governative (ONG) di paesi in Asia, Africa e America Latina. Sono coinvolte oltre un milione di persone tra produttori e lavoratori e nel settore lavorano oltre 3.000 associazioni in 70 paesi nel Sud del mondo. In ogni parte del globo esistono migliaia di negozi e supermercati che vendono prodotti che si rifanno ai principi del Word Fair Trade.

In Italia esistono molti negozi e associazioni di commercio equo e solidale che organizzano scambi commerciali con diverse zone del mondo. Si tratta di cooperative sociale che credono nei valori di biodiversità, produzione sostenibile e consumo biologico come stile di vita. Vendono prodotti alimentari e di artigianato online a consumatori consapevoli interessati ai temi dell’educazione alimentare. Eccone alcuni tra le principali.

Altromercato Cooperativa che importa direttamente, senza intermediari, la maggior parte dei prodotti da circa trenta Paesi del sud del mondo. Si impegna a sostenere il commercio equo e solidale, garantendo condizioni di lavoro dignitose e un prezzo equo ai produttori locali.

EquoMercato: Cooperativa senza fini di lucro, che vuole costruire uno spazio di mercato le cui regole si basano sul benessere sociale e non sul profitto. Offre una vasta selezione di prodotti equi e solidali, promuovendo l’equità economica e la sostenibilità ambientale.

Assobdm Associazione botteghe del mondo che si ispira ai principi universali della fratellanza e della solidarietà umana. Si batte per uno sviluppo sociale equo e dignitoso nel Sud come nel Nord del mondo, nella salvaguardia di ogni differenza etnica, culturale e religiosa. Promuove prodotti equi e solidali che contribuiscono a migliorare le condizioni di vita delle comunità locali.

Transfair Associazione senza scopo di lucro costituita da organismi che operano nella cooperazione internazionale, nella solidarietà e nel commercio equo e solidale. Si impegna a diffondere nella grande distribuzione i prodotti del mercato equo, garantendo ai produttori un prezzo equo e promuovendo relazioni commerciali trasparenti e sostenibili.

Vagamondi Vendita di prodotti alimentari ed artigianali, promozione di investimenti etici, organizzazione di attività di educazione allo sviluppo sul territorio e di corsi di formazione per operatori del commercio equo solidale e del risparmio etico.

LiberoMondo Propone un commercio equo solidale per favorire ed avviare reali processi di affrancamento dal sottosviluppo economico e sociale dei paesi e delle popolazioni del Sud del mondo. Si impegna a promuovere l’autonomia delle comunità locali attraverso progetti di cooperazione in un mercato che sia sostenibile.