
Tutti subiamo il cambiamento climatico in modo più o meno grave. Sia a livello nazionale che locale l’emergenza climatica provoca eventi estremi come piogge torrenziali, caldo e siccità. Quali cause ha il riscaldamento globale, che conseguenze e possibili soluzioni?
Non passa giorno che sui giornali non si leggano notizie di una emergenza climatica fatta di piogge torrenziali, inondazioni, venti devastanti e tifoni. Variazioni di temperatura improvvise si alternano ovunque a periodi siccitosi o troppo caldi. La frase “non esistono più le stagioni di una volta” è sostituita da una realtà tragica. Il cambiamento climatico produce eventi metereologici estremi che mettono a rischio intere zone geografiche e la stessa vita dell’uomo.
Le conseguenze dei cambiamenti climatici tra piogge e lunghi periodi di siccità sono sotto gli occhi di tutti. Se ancora c’è chi crede che il riscaldamento globale sia una naturale evoluzione del pianeta terra, la stragrande maggioranza degli scienziati e delle persone sostiene che sia conseguente all’impatto ambientale delle attività umane. Quali sono le conseguenze dell’emergenza climatica e cosa possiamo fare per contrastarla?
Indice
- Cos’è il cambiamento climatico?
- Cause cambiamento climatico
- Conseguenze cambiamento climatico
- Danni economici sociali del clima
- Fermare il riscaldamento globale
- Negazionismo climatico
Cos’è il cambiamento climatico?
Il cambiamento climatico è l’alterazione dei modelli meteorologici e delle temperature che si verifica a lungo termine su scala locale, regionale o globale. Il clima della terra è sempre cambiato nel corso della sua storia, a causa di fattori naturali come le variazioni del ciclo solare, le eruzioni vulcaniche o i movimenti delle placche tettoniche. Negli ultimi due secoli il meteo si è però modificato in modo più rapido e intenso.
Oggi a preoccupare gli scienziati è il fenomeno del riscaldamento globale. La temperatura media della terra, secondo il rapporto annuale dell’Organizzazione meteorologica mondiale (WMO), è aumentata di circa 1°C rispetto ai livelli preindustriali. Per lo scioglimento dei ghiacci, secondo il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC), anche il livello del mare è aumentato di circa 20 cm dal 1900 al 2018 e potrebbe salire di altri 30-110 cm entro il 2100.
Contemporaneamente sono aumentate le precipitazioni estreme. In molte parti del mondo piogge torrenziali e tempeste sono diventate più frequenti e intense, così come gli uragani. In alcune regioni, come l’Australia, la California e il Brasile, invece è aumentato il problema della siccità. Precipitazioni sempre più scarse riguardano oramai da vicino l’Europa e anche l’Italia del nord deve far fronte a piogge e nevicate assenti per molti periodi dell’anno.
E’ per via del riscaldamento globale e delle sempre più scarse precipitazioni nevose invernali che anche i ghiacciai sulle alpi stanno scomparendo. Il ritmo di scioglimento negli ultimi 60 anni è impressionante e va dal 30 al 60% delle masse di ghiaccio. Secondo i più recenti studi i ghiacciai alpini sotto i 3500 metri d’altitudine potrebbero scomparire completamente nell’arco dei prossimi 30 anni.
Cause cambiamento climatico
Secondo gli scienziati le principali cause del cambiamento climatico sono legate al consumo di combustibili fossili. Carbone, petrolio e gas vengono usati per produrre energia elettrica, per alimentare i trasporti, per riscaldare gli edifici e per svolgere molte altre attività industriali e domestiche. Ma la loro combustione libera nell’atmosfera grandi quantità di anidride carbonica, il principale gas serra.
Altre fonti di emissioni di gas serra sono l’agricoltura che produce metano dagli allevamenti animali e dallo smaltimento dei rifiuti organici. Inoltre la deforestazione riduce la capacità delle piante di assorbire anidride carbonica attraverso la fotosintesi. Secondo i dati dell’ONU, le concentrazioni di gas serra sono ai livelli più elevati degli ultimi 2 milioni di anni e continuano ad aumentare. Perché sono pericolosi?
I gas serra agiscono come una coperta che trattiene il calore del sole vicino alla superficie terrestre, causando un innalzamento della temperatura media globale. Questo fenomeno è noto come riscaldamento globale. Oggi la Terra è 1.1°C più calda rispetto alla fine del 19° secolo. L’ultimo decennio (2011-2020) è stato il più caldo mai registrato.
Conseguenze cambiamento climatico
Il cambiamento climatico ha effetti negativi su molti aspetti della vita sul pianeta. L’aumento delle temperature globali, porta ondate di calore più frequenti e intense, che possono peggiorare la salute e la produttività umana recando danni alla fauna e alla flora. L’innalzamento del livello dei mari causato dallo scioglimento dei ghiacci polari e dall’espansione termica dell’acqua marina minaccia la sopravvivenza di isole e zone costiere densamente popolate.
L’aumento della frequenza e dell’intensità degli eventi estremi come ondate di calore, siccità, alluvioni, tempeste tropicali e incendi boschivi provoca danni alle infrastrutture, alle colture agricole, alla salute umana e alla biodiversità. La riduzione della disponibilità di acqua dolce dovuta alla diminuzione delle precipitazioni e allo scioglimento dei ghiacciai che alimentano i fiumi, può generare conflitti per l’accesso alle risorse idriche tra paesi o regioni.
Il riscaldamento globale impazzito mette a rischio anche le biodiversità degli ecosistemi naturali, che forniscono servizi essenziali per il benessere umano e la regolazione dell’ambiente. I cambiamenti climatici stanno causando la perdita di habitat e la scomparsa di specie animali e vegetali. Tra gli habitat più minacciati ci sono le barriere coralline, le foreste tropicali, le zone umide e le regioni polari.
Gli animali migratori potrebbero avere difficoltà a trovare cibo e acqua lungo il loro percorso migratorio. Altri non sono più in grado di adattarsi a temperature troppo calde e rischiano di estinguersi. Al contempo aumentano gli insetti e le malattie infettive, così come le zanzare che portano la malaria.
Danni economico sociali del clima
Il clima impazzito è un problema enorme anche dal punto di vista economico. Incendi, tifoni, alluvioni, uragani e catastrofi metereologici di vario genere flagellano il mondo provocando danni incalcolabili. Secondo recenti stime i cambiamenti climatici costano decine di migliaia di vite e centinaia di miliardi ogni anno. Le compagnie assicurative oramai spendono circa 100 miliardi di dollari indennizzi ogni anno tanto da imporre una differenza tra sciagure provocate dall’uomo e dalla natura.
I danni economici del clima dovuti ad eventi straordinari stanno crescendo ogni anno. Oltre ai danni economici immediati il cambiamento climatico produce ripercussioni a lungo termine. Il settore dell’agricoltura è il più martoriato dal rischio idrogeologico e le perdite di raccolti si ripercuotono poi sul prezzo al dettaglio per i consumatori. Questo attuale modello di business non può più funzionare ed è autodistruttivo.
I cambiamenti climatici aumentano le disuguaglianze colpendo in modo sproporzionato le popolazioni più vulnerabili e povere del mondo. Secondo la Banca Mondiale, a causa del clima potrebbero finire in povertà oltre 100 milioni di persone entro il 2030. L’innalzamento delle temperature potrebbe portare a sconvolgimenti sociali mai visti. Intere zone del mondo e nazioni intere potrebbero diventare inabitabili creando milioni di immigrati climatici impossibili da gestire a livello globale.
Fermare il riscaldamento globale
I cambiamenti climatici sono una vera emergenza planetaria e il riscaldamento globale va contrastato con urgenza ed efficacia limitando le emissioni di gas serra. I cambiamenti sono già in atto e per raggiungere questo obiettivo è indispensabile una transizione rapida verso un’economia verde e circolare. Il cosiddetto sviluppo sostenibile è basato su una serie di interventi strutturali che coinvolge i governi, ma non solo.
Tutte le persone dovrebbero avere consapevolezza del problema e cercare di ridurre gli sprechi attuando uno stile di vita sostenibile basato sul consumo consapevole. Spetta ai governi sensibilizzazione l’opinione pubblica e promuovere una partecipazione attiva della società civile. La cultura ambientalista è parte di un sistema di valori che parte dall’alto e finisce all’ultimo dei cittadini ai quali è necessario sapere proporre un nuovo modo di vivere.
I governi si devono attivare per cercare soluzioni e applicarle. Insieme all’industria dovrebbero favorire le fonti di energia rinnovabili, gestire meglio le risorse naturali sfruttando l’innovazione tecnologica e cooperando con gli altri paesi. Il principale accordo internazionale sul clima è l’Accordo di Parigi del 2015, che mira a contenere l’aumento della temperatura globale al di sotto dei 2°C rispetto ai livelli preindustriali.
L’accordo richiede che ogni paese firmatario presenti obiettivi nazionali di riduzione delle emissioni di gas serra, impegnandsi nel monitoraggio dei progressi e finanziando i paesi in via di sviluppo ad affrontare i problemi legati al cambiamento climatico. Ma non è vincolante, e non è facile fare coincidere gli interessi delle varie nazioni sul piano ambientale, politico, sociale ed economico.
Ciò malgrado gli esperti avvertono come non ci sia più tempo da perdere. Nel rapporto di marzo 2023 Ipcc del gruppo intergovernativo delle Nazioni Unite, sono migliaia gli scienziati a sostenere come gli interventi finora applicati non siano sufficienti e si debba intervenire in maniera assolutamente urgente e risoluta per diminuire i gas serra ed evitare il peggio.
Negazionismo climatico
Tutte le informazioni scritte in questo articolo si basano su ricerche scientifiche che dimostrano attraverso dati e ricerche, come il cambiamento climatico sia un problema reale. Ciò malgrado anche per questo argomento non mancano le posizioni contrastanti o chi addirittura nega il problema. Il negazionismo climatico è la posizione di chi rifiuta o minimizza le evidenze scientifiche sul riscaldamento globale e i suoi effetti negativi sull’ambiente e sulla società.
I negazionisti climatici per motivi ideologici, economici o religiosi, non accettano la realtà del cambiamento climatico e diffondono dubbi e disinformazione al riguardo. Per mettere in discussione la scienza e sostenere che non ci sarebbe nulla di anormale nel presente, usano una serie di argomentazioni. Prima tra tutte quella che il clima è sempre cambiato in passato, e che il riscaldamento globale dipende da fattori naturali come il sole o le eruzioni vulcaniche.
La tesi è che il riscaldamento globale faccia parte di normali cicli, che la scienza e i modelli climatici non riescono a prevedere ed interpretare. Alcuni ritengono del tutto ingiustificato ritenere le attività umane così impattanti sul clima. A parte le posizioni personali, l’argomento muove enormi interessi politici ed economici. Nel libro “I bugiardi del clima” (Laterza) la giornalista Stella Levantesi raccoglie una serie di documenti e testimonianze sulle lobby di potere economico e petrolifero interessate a diffondere il negazionismo climatico fin dagli anni ’70.
Per contrastare la disinformazione e farsi una corretta idea personale, come sempre è necessario informarsi attraverso dati oggettivi e fonti affidabili che possano smentire le falsità e le mistificazioni diffuse dai negazionisti climatici. “Il nostro ultimo avvertimento” è un libro di Mark Lynas, esperto di questioni ambientali, che spiega cosa succederebbe alla terra con ogni grado in più di temperatura. E non è un bello spettacolo.